Dipinto di Franco Farina
Quando Paolo Villaggio, nei panni del maestro di Io, speriamo che me la cavo chiese ai suoi alunni i nomi delle stagioni, i ragazzini risposero “L’inverno, la primavera, l’autunno e la stagione“, intendendo con questo termine l’estate, la stagione per antonomasia, perché la più bella.
Cosa accadrebbe se non esistessero le stagioni sul nostro pianeta? Sembra una domanda impossibile, eppure da oggi diventa realtà. Gli astronomi del MIT (Massachusetts Institute of Technology, con sede a Cambridge) hanno scoperto un corpo celeste grande come la terra, e distante da questa “solo” 700 anni luce. Il pianeta ha le stesse dimensioni della terra ma gira intorno alla sua stella in sole 8,5 ore. È il pianeta più vicino ad una stella mai scoperto finora e per questo la sua temperatura è di oltre 2700 gradi centigradi.
Questo è il pianeta con il periodo di rivoluzione, intorno ad una stella, più basso mai registrato finora. L’esopianeta è stato battezzato Kepler 78b, dal telescopio che lo ha scoperto, ed appartiene alla costellazione della Lira. Anche la stella intorno alla quale ruota è simile al nostro Sole (stessa classe di tipo G) solo che ha appena 750 milioni di vita a fronte dei 4 miliardi e mezzo del nostro astro. Il motivo di tanta velocità dell’esopianeta nel compiere un giro completo intorno al suo Sole sta nella vicinanza a questo: rispetto a Mercurio (il più vicino dei pianeti del sistema solare) la distanza di Kepler 78b è 40 volte inferiore.
L’incredibile velocità di rivoluzione permette, quindi, al pianeta di vincere l’enorme forza di gravità della stella a cui è così vicino e non precipitare sulla superficie di questa. Ovviamente, una tale vicinanza, rende l’esopianeta molto rovente e inospitale, visto che è completamente ricoperto di lava incandescente dalle temperature di oltre 5000° Fahrenheit (2760° Celsius) e l’atmosfera, continuamente spazzata dagli apocalittici venti solari, è ricca di elementi più pesanti. Quindi, nessuna forma di vita, come la concepiamo noi.
L’eccezionalità della scoperta è data anche dal fatto che per la prima volta è stato possibile intercettare in maniera diretta la luce emessa dal piccolo esopianeta che, fatta analizzare da telescopi più potenti, potrebbe fornire preziosissime informazioni sulla natura della sua superficie e sugli effetti gravitazionali sulla stessa intorno a cui gira.
Ma nell’aria c’è già il profumo di un’altra scoperta da guinness: dalla stessa ricerca sembra essere stato individuato un altro esopianeta (Koi 1843.03) che potrebbe avere un anno ancora più breve, addirittura la metà di Kepler, circa 4,2 ore. Nemmeno il tempo per consumare il cenone di capodanno!
Angelo Faustino Russo
(Fonte: urbanpost.it)
Nessun commento:
Posta un commento