Ancora prima dell’oracolo di Delfi ci siamo sempre chiesti da dove veniamo e dove andiamo, ma pochi si sono domandati come siamo arrivati ad essere quello che siamo, ossia uomini. Qual’è stato il percorso che da “semplici” aminoacidi ha portato lo sviluppo della vita sino a giungere a noi? Perché siamo quello che siamo e non un’altra cosa? Siamo figli del caos, oppure facciamo parte di un disegno cosmico straordinario?
Al momento esiste solo una disciplina religiosa, il Buddismo, che con onestà intellettuale ci informa che non è dato alla mente umana capire i disegni divini alla base della vita nell’universo, noi umani ci dobbiamo limitare a raggiungere un equilibrio interno utile a noi e a tutto ciò che ci circonda.
Forse non potremo mai capire il senso della nostra presenza su questa Terra, ma almeno tentiamo di comprendere come siamo giunti fin qui attraverso un percorso irto di difficoltà e di drammi. Sembrerebbe quasi che una “mano invisibile” ci abbia aiutati a superare i momenti più difficili per la nostra sopravvivenza. Forse questa può apparire come un’affermazione forte, ma prima di giudicarla facciamo insieme un viaggio nel tempo per cercare di capire se la nostra presenza sulla Terra sia stata “programmata” oppure sia stata frutto del caso.
L’evoluzionismo ci ha dato una risposta facendoci immaginare che da una scimmia, attraverso un complesso iter durato qualche milione di anni, si è giunti ad un essere intelligente ed evoluto qual è l’uomo. Ma com’è stato possibile tutto questo, perché l’uomo e non un altro essere? Per provare a rispondere dobbiamo andare molto lontano nel tempo, addirittura alla nascita del nostro sistema solare. Qualcuno potrebbe chiedersi perché iniziare da così lontano per capire la comparsa dell’uomo, non basterebbe riprendere l’evoluzionismo di Darwin per avere le risposte? In realtà sarebbe troppo limitante affidarci solo alla teoria di Darwin, la questione è molto più complessa ed articolata. Pertanto, con una, pur rapida, carrellata a ritroso nel tempo cominceremo a intravedere quel qualcosa di “misterioso e sorprendente” che probabilmente ha consentito al nostro sistema solare di “ospitarci”.
Allora iniziamo il “viaggio immaginario nel tempo” dove indicheremo tutte le condizioni, o meglio le tappe, che sono state favorevoli a noi umani e al nostro sviluppo:
Tra i 5 e i 4,5 miliardi di anni fa nel giovane sistema solare vigeva la più grande confusione, pianeti grandi e piccoli ancora in parte gassosi e roventi finivano spesso per collidere, esplodendo in miliardi di frammenti o unendosi per diventare corpi più grandi. La nostra Terra non fu immune da questa situazione, subì anch’essa uno scontro con un altro pianeta più piccolo, ma invece di dissolversi in mille pezzi si fuse con esso si da trasformarsi in un pianeta dalle dimensioni quasi attuali (step 1). Gli astronomi ritengono che il nostro pianeta avesse un’orbita irregolare intorno al Sole che lo poneva lontano dalla cosiddetta fascia ”dei riccioli d’oro”, ossia la fascia abitabile. Nel frattempo due grandi pianeti gassosi, Giove e Saturno, giravano troppo vicini al Sole al punto tale che per sfuggire alla sua attrazione dovettero modificare profondamente le loro orbite ( effetto fionda ), così riuscirono ad allontanarsi dal Sole e finire nelle orbite che oggi conosciamo. Tutto questo generò un vero e proprio sconquasso nel Sistema Solare, tutti i pianeti rocciosi ( Mercurio, Venere, Terra e Marte ) subirono profonde modifiche nelle loro orbite. La giovane Terra finì così per entrare nella fascia abitabile dove è rimasta fino ai giorni nostri (step 2). Il nostro pianeta però effettuava una rotazione intorno al proprio asse in appena 4/5 ore generando venti ardenti che viaggiavano oltre i 300 Kmh. Non solo, ma la Terra girava intorno al Sole come una “trottola instabile”, un po’ come accade a Marte. A quel punto, guarda caso, apparve la Luna (c’è chi asserisce che nacque dopo un violento scontro tra la Terra e un altro pianete e c’è chi afferma che fu invece catturata dall’attrazione terrestre in quanto era un piccolo pianeta errante).
Sta di fatto che la Luna stabilizzò l’asse terrestre inclinandolo di 23° e riducendo nel tempo la velocità di rotazione terrestre, portandola dalle 5 alle 24 ore odierne. Insomma la Terra circa 3 miliardi e mezzo di anni fa si era stabilizzata e grazie all’inclinazione del suo asse e alla velocità ridotta della sua rivoluzione poté candidarsi a sostenere la vita (step 3). Tuttavia il nostro pianeta veniva quotidianamente bombardato da comete e asteroidi, molti dei quali, ci dicono gli scienziati, portarono l’acqua degli oceani. Questo continuo bombardamento però non avrebbe potuto garantire la vita sul pianeta. Giove, che nel frattempo si era stabilizzato nell’attuale orbita, iniziò, grazie alla sua grande forza attrattiva, a deviare o ad accogliere a sé comete e asteroidi altrimenti destinati a colpire i pianeti interni, Terra inclusa. Per il nostro pianeta iniziò così un periodo di tregua da impatti siderali (step 4). La vita sul nostro pianeta poté così iniziare a manifestarsi, cominciando da una semplice cellula e poi man mano nei milioni di anni a seguire trasformandosi in esseri sempre più complessi. ( La vita sulla Terra fu trasportata dalle comete e dagli asteroidi secondo la teoria della Panspermia cosmica). Dalla comparsa dei primi organismi viventi c’è stato un continuo avvicendamento di nuove forme di vita, sempre più specializzate e adatte alla biosfera terrestre.
Si suppone che siano stati 8 gli eventi catastrofici che hanno portato all’estinzione contemporanea di un gran numero di forme viventi. Eventi causati da impatti con grandi meteore, come avvenne alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa, oppure da improvvisi raggi gamma prodotti dall’esplosione di una supernova o per fenomeni climatici estremi causati da gigantesche eruzioni vulcaniche. Sta di fatto che le forme di vita che sono riuscite a superare questi eventi catastrofici ne sono uscite ancora più forti e specializzate.
Tanto per sfatare un luogo comune, il più grande evento catastrofico del passato non fu l’impatto di un gigantesco meteorite, avvenuto nell’attuale Golfo del Messico 65 milioni di anni fa, che causò l’estinzione dei dinosauri e in genere il 60% della vita sul pianeta( fine Cretaceo), ma quello accaduto alla fine del Permiano ( 250 milioni di anni fa), dove si estinse il 95% degli animali terrestri e marini. Ci vollero poi circa 100 milioni di anni perché la vita potesse riaffermarsi sul pianeta.
Cento milioni di anni fa i dinosauri dominavano incontrastati la vita sul nostro mondo, riuscendo ad annichilire lo sviluppo di esseri diversi, come i mammiferi. All’epoca dei dinosauri i nostri antenati mammiferi erano rappresentati da piccoli animaletti, una specie di topolini, che riuscivano a difendersi dai grandi predatori, nascondendosi sottoterra. Se non ci fosse stato 65 milioni di anni fa l’impatto con un grosso meteorite, oggi noi non esisteremmo, al nostro posto, forse, ci sarebbero animali più evoluti degli antichi dinosauri, ma sempre sauri e non mammiferi. L’ultima grande estinzione (step 5), guarda caso, consentì a noi mammiferi di affermarci, svilupparci e dominare alla fine il pianeta. Fu quindi un evento provvidenziale per noi mammiferi e devastante per i sauri che sopravvissero solo come tartarughe, coccodrilli e serpenti.
Arriviamo così a 10/8 milioni di anni fa, quando i nostri presunti antenati, leggermente più intelligenti degli altri mammiferi, vivevano sugli alberi delle rigogliose foreste dell’Africa orientale. Questi presunti nostri antenati, gli australopitechi, erano una via di mezzo tra scimmie e proscimmie, alti appena 1 metro e 20 cm, completamente inadatti a difendersi dai grandi predatori che vivevano e cacciavano sotto gli alberi e quindi costretti a vivere perennemente sulle fronde delle piante. Ma qui, ancora una volta, accadde qualcosa che diede il via a quello che scientificamente si chiama processo di “Ominazione”. Un’improvvisa spinta evolutiva che da quell’esserino ha portato, infine, all’uomo. Il tutto “grazie” ad un grande disastro climatico, causato da un evento geologico gigantesco ( da cui è nata l’odierna Rift Valley ), che in meno di un milione di anni causò l’inaridimento delle grandi foreste africane più ad est. Al posto degli alberi morti spuntò tra gli 8 e i 6 milioni di anni fa la savana. I piccoli australopitechi furono costretti a scendere in un terreno ricco di insidie. A quel punto non ci sarebbe stata più storia, quest’esserino sarebbe in breve tempo scomparso perché predato da grandi e feroci animali. Ma qui accadde un “miracolo”, gli stessi scienziati lo definiscono tale, questi nostri lontani antenati invece di scomparire, sopravvissero grazie al dono di un’intelligenza superiore agli altri mammiferi, il loro cervello in breve tempo aumentò , dagli appena 400 centimetri cubici arrivò in breve a 500 centimetri cubici ed oltre. Si crede sia stata la tiroxina prodotta dalla tiroide a far crescere rapidamente il numero dei neuroni nei loro cervelli. Quindi non la forza o l’istinto, ma una nuova capacità intellettiva portò questi esseri a superare le infinite insidie della savana evolvendosi a Homo habilis, a Homo ergaster, fino all’attuale Homo sapiens. (step 6)
Nella travagliata storia dell’uomo ci sono state altre situazioni in cui potevamo estinguerci come specie, l’ultima si pensa circa 75 mila anni fa, quando a causa di devastanti eruzioni vulcaniche si produsse uno che noi oggi definiremmo “inverno nucleare”. Freddo anche in estate vegetazione dimezzata e moria di animali. I nostri antenati si ridussero su tutto il pianeta a poche migliaia di unità. Se quella situazione fosse continuata ancora per un paio di anni, ora non staremmo qui a parlarne. Invece anche questa volta “una mano invisibile” salvò i nostri antenati. Il clima sul pianeta si ristabilì e la vegetazione tornò ad essere rigogliosa (step 7).
Fin qui abbiamo numerato 7 momenti della storia del nostro pianeta che ci hanno consentito di arrivare ai giorni nostri. Una specie di percorso ad ostacoli delineato in un modo da consentire ai mammiferi, e in particolare agli uomini, di diventare i “padroni” del pianeta.
Ora per rispondere alle domande che ci siamo posti all’inizio di questo nostro “viaggio immaginario nel tempo” possiamo iniziare ad intuire la possibilità di avere un preciso scopo nel contesto dell’universo, e a chiederci se siamo noi stessi strumenti di un’evoluzione che porterà, non noi, ma l’universo stesso a diventare qualcosa di diverso da quello che è oggi. Siamo gli strumenti di questa ipotetica trasformazione? Ovviamente questa è solo un’ipotesi, ma supportata da una serie di fatti che abbiamo illustrato dalla nascita del sistema solare ad oggi; fatti che se non altro ci fanno riflettere.
C’è allora il sospetto che in noi umani esista la scintilla dell’evoluzione cosmica, una realtà che ancora non conosciamo presi troppo dalle mille “meschinerie” materialistiche quotidiane. Se dovessimo riuscire, come diceva Henri Fromm ad “Essere” e non ad “Avere”, forse allora potremmo iniziare a comprendere la strada che ci è stata assegnata da un antico disegno cosmico e illuminata da una “mano invisibile”, a quel punto, finalmente, potremmo capire chi siamo, da dove veniamo e dove andremo.
Finalmente, forse, potremo giungere alla porta della vera conoscenza e dell’amore universale e allora definirci Cittadini dell’Universo e non piccole e litigiose creature che vivono su un pianeta cercando anche di distruggerlo.
Gabriele La Malfa
La spiegazione di come siamo diventati uomini e perché e attraverso quali fasi e chi c'è stato e c'è dietro, lo possiamo leggere in una rivelazione divina intitolata "I campi di radiazione", che sarò felice di inviare gratuitamente a chi me ne farà richiesta (braccimarco@tiscali.it)
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