sabato 24 gennaio 2015

Vivisezione - La tortura esiste ancora ed è legale....

“L’uccisione di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-bis del Codice Penale ai sensi del quale: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.Una parte della dottrina recente ha etichettato questo reato coniando il neologismo animalicidio, a sottolineare il parallelo realizzato dal legislatore tra questa fattispecie delittuosa e l’omicidio.”



Quella che sto per raccontarvi non è una favola a lieto fine ma un Grande Passo in avanti con un processo reale per animalicidio che si è concluso al Tribunale di Brescia  dove è stata riconosciuta la colpevolezza di 3 imputati su 4, la sussistenza dei reati (maltrattamento ed uccisione) e  il principio per cui anche se con il massimo sfruttamento economico e per scopi scientifici, gli animali vanno rispettati e tutelati, come prevede la legge. Punto. 

Nello stabilimento di Montichiari, “in 4 anni  sono morti oltre 6000 cani, presso green Hill venivano privati di tutto, perfino del loro essere cani: per loro niente carezze, nessuna passeggiata all’aria aperta, cibo scadente (per tagliare i costi di produzione…), gabbie sporche, giornate tutte uguali scandite dal rumore e da temperature insopportabili. Sepolti vivi in assurdi e soffocanti capannoni in attesa di essere torturati nei laboratori di mezza Europa.Un pensiero speciale per le fattrici di beagle, schiave destinate alla riproduzione forzata e spremute fino all’ultima goccia di sangue prima di essere gettate via a fine carriera come fossero immondizia. Durante il processo è emerso infatti che le beagle ormai inutilizzabili venivano cedute alla B&K in Inghilterra per l’estrazione di siero e altri emoderivati, sostanze preziose per i laboratori di sperimentazione animale. Doppio sfruttamento e doppio profitto!”

Il comitato Montichiari contro Green Hill scrive dal suo blog  e rimbalza su tutti i network:” Oggi a Brescia, sentenza storica per i diritti degli animali. Il giudice ha accolto la tesi accusatoria del PM e ha condannato i vertici aziendali di Green Hill per animalicidio. Nel dettaglio, le pene comminate sono le seguenti: Renzo Graziosi, veterinario dell’allevamento, condannato a 1 anno e 6 mesi e segnalato all’Ordine dei Medici Veterinari di Pescara; Roberto Bravi, direttore di Green Hill , condannato a 1 anno; Ghislaine Rondot, Amministratore Delegato di Green Hill e gestore della Marshall Bioresources sede di Lione, condannata a 1 anno e 6 mesi; per tutti i condannati sospensione delle attività per due anni (cioè non potranno lavorare in altri allevamenti sul territorio nazionale) e pagamento delle spese processuali e del risarcimento danni in solido con l’azienda e, infine, confisca di tutti i cani; assolto invece il consulente di Green, Bernard Gotti per non aver commesso il fatto. Ricordiamo che in ogni caso Green Hill non potrà mai più riaprire come allevamento di cani da sperimentazione né a Montichiari né altrove…”


Si, si è concluso così,  a Brescia, il processo contro i responsabili di Green Hill, l’allevamento di cani beagle, a Montichiari nel Bresciano, che fu chiuso su ordine della Procura di Brescia nel luglio 2012. Vennero escluse come parti civili Legambiente nazionale e Legambiente Lombardia oltre a Oipa e associazione Vita da cani, furono invece ammesse la Lav, Leal, Lega nazionale difesa del cane ed Enpa. Non posso altro che condividere con gioia questa notizia, perchè ogni crudeltà su una creatura vivente è un crimine.


Con tante e tanti di voi ci siamo conosciuti  nel 2010 per la “Prima Manifesta Azione Nazionale contro la Vivisezione a Roma il 25 settembre“, per poi a manifestazione autorganizzata concludere felicemente stanca così: “25 settembre a Roma vince Passaparola contro la Vivisezione” E ripeto come allora Sediamoci sdraiamoci insieme, c’è fretta di rimanere in Vita.Grazie Web Grazie Facebook Grazie a chi non c’era ma ci ha seguito con affetto. Io e un Coniglio, a caso capitati il 25 settembre a Roma, per Aprire le Gabbie: scoprendo che appena dietro la porta di casa mia… nostra, si può osare, e tentare tutto. In polinesiano si dice Tamata. 


Doriana Goracci



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