lunedì 13 aprile 2015

Acquacoltura, incubatoio di nuovi batteri mortali...



Già 20 anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva
allertato il mondo medico e sanitario sul rischio dell’eccessivo uso
degli antibiotici. Già allora erano comparsi ceppi di germi resistenti
alla meticillina. Sempre l’OMS aveva raccomandato agli allevatori,
soprattutto di bovini da macellazione, di usare con molta parsimonia e
solo in caso estremo gli antibiotici sia nei foraggi che nelle
iniezioni preventive per le infezioni batteriche. Raccomandazioni vane
se oggi ci troviamo con l’allarme lanciato dai medici inglesi sulla
comparsa di batteri ormai completamente immuni ad ogni tipo di
antibiotico. Batteri, secondo i medici inglesi, più pericoloso dello
Stafilococco aureo già terrore degli ospedali di tutto il mondo.

A caricare la dose di allarmismo giorni fa si è aggiunto l’SOS super
batteri dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Portavoce di
questo SOS la dottoressa Marta Ciofi degli Atti, responsabile di
Epidemiologia Clinica dell’ospedale pediatrico. Secondo la
responsabile: ”Il nostro Paese è tra le nazioni europee con più
multiresistenze e nella quale si usa la maggior quantità di
antibiotici. La causa principale dello sviluppo di nuovi germi
multiresistenti è l’uso non appropriato degli antibiotici sia
nell’uomo che in ambito veterinario, ovvero negli animali che entrano
nella catena alimentare e vengono consumati. I batteri, infatti, hanno
una grande capacità di adattamento e di difesa agli antibiotici,
sviluppando meccanismi di resistenza indotti proprio dall’uso che ne
viene fatto. E’ necessario ricordare – continua la dottoressa – che
molte comuni infezioni causate da virus come l’influenza o il
raffreddore o le infezioni delle prime vie respiratorie dei bambini,
non devono essere curate con antibiotici che andranno riservati solo
per il trattamento di casi particolari.” 
Per l’OMS e i medici inglesi
il rischio è che possa comparire da un momento all’altro un nuovo
batterio “invincibile” in cui le attuali cure per combatterlo
potrebbero apparire completamente inutili. In quel caso potremmo
assistere ad una spaventosa pandemia che potrebbe mietere milioni di
vittime in tutto il mondo. Da qui le raccomandazioni rivolte in primis
agli istituti di ricerca farmaceutica perché inizino, da subito, la
ricerca di nuove medicine capaci di scongiurare i timori oggi espressi
e, in seconda battuta, verso i medici perché facciano molta più
attenzione nel somministrare antibiotici ai pazienti se non in casi
specifici e urgenti.

Paradossalmente il luogo più pericoloso per contrarre qualche germe
super resistente è proprio l’ospedale. Oltre il 6% dei pazienti
ospedalizzati contrae un’infezione durante il periodo di degenza. In
Europa a causa di questi batteri super resistenti ai tradizionali
antibiotici, circa 25.000 pazienti muoiono annualmente come
conseguenza di queste “infezioni ospedaliere”. Nel nostro Paese si
stima che ogni anno per infezioni nosocomiali muoiono circa 7.000
persone.

Un super batterio, causato dall’uso irresponsabile dell’uomo, è già
presente in molti mari del mondo, anche qui nel Mediterraneo. Un super
batterio che a volte fa strage di delfini ed altri cetacei che poi
finiscono moribondi sulle nostre spiagge. La causa è la
somministrazione massiccia di mangime con antibiotici che viene dato
ai pesci allevati nelle vasche (piscicoltura) o in mare aperto dentro
vasti recinti formati da reti (maricoltura). Queste “stalle” del mare
diventano così incubatoi per nuovi ceppi di batteri super resistenti i
quali poi vanno ad infettare le acque circostanti. Se una balenottera,
un tursiope o altri mammiferi marini ci passano vicino possono venire
infettati da questo nuovo germe e così ammalarsi e morire.

Non sarà solo la guerra atomica a minacciare il futuro dell’umanità,
ma anche la comparsa di batteri super potenti o virus mutanti che
potrebbero diffondersi in tutto il pianeta. Anche in questa occasione
a minacciare il nostro futuro non è un asteroide o una supernova, ma
guarda caso, ancora una volta l’uomo.

Gabriele La Malfa

Nessun commento:

Posta un commento