martedì 21 aprile 2015

"Lascia che la vita sia..." - No al Ttip



Con la Campagna Stop Ttip (www.stop-ttip-italia.net ) tenuta il 18
aprile 2015 è stato lanciato un messaggio chiaro di sfiducia al
Governo italiano, tra i più forti sostenitori del Ttip, e a Bruxelles
è stata inviata la richiesta netta di fermare al più presto un
negoziato tanto pericoloso.

Nella settimana dal 20 al 24 aprile a New York i negoziatori Ue e Usa
si incontrano per il nono ciclo di trattative, negli stessi giorni
in cui Obama dovrebbe capire se il Congresso gli concederà una corsia
preferenziale per trattare tutti gli accordi commerciali in solitaria
prima della scadenza del suo mandato, senza dover riferire e attendere
approvazione alle sue decisioni, proprio come la Commissione europea
ha ottenuto per sé fin dall’inizio.

Che questa accelerazione potrebbe essere potenzialmente distruttiva
per diritti e salvaguardie che le legislazioni nazionali promuovono a
tutela dei propri cittadini lo dimostra il fatto che 17 nuovi prodotti
alimentari Ogm per il consumo umano saranno autorizzati dalla
Commissione Europea entro la fine di maggio. Lo ha rivelato il
Guardian, con uno scoop che ha anticipato di una settimana l’annuncio
dell’esecutivo comunitario. Ad oggi, il Vecchio Continente importa
circa 58 prodotti geneticamente modificati, per la maggior parte mais,
cotone, soia e barbabietola da zucchero degli Stati Uniti. Dietro il
prossimo via libera ci sono proprio le multinazionali biotech
d’oltreoceano, che stanno premendo con forza per accelerare i
negoziati sul Ttip, l’accordo di libero scambio tra Ue e Usa in
discussione dal 2013.

È facile intuire come, con le trattative sul trattato commerciale in
corso, la pressione del settore sia diventata sempre più forte e le
lobby lavorino ai fianchi i governi Usa e Ue per aprire il mercato
dell’Unione Europea alle importazioni di Ogm e accelerare le procedure
di autorizzazione. Secondo le nuove regole per l’importazione previste
dal Ttip, spiega il Guardian, i prodotti Ogm commercializzati in
futuro riceveranno automaticamente il timbro dell’Agenzia europea per
la sicurezza alimentare (Efsa). Gli Stati membri si troveranno a dover
valutare caso per caso ogni nuovo prodotto e non riusciranno a
vietarli tutti. Secondo la Commissione, infatti, l’opposizione di
alcuni Stati agli Ogm “di solito non si basa sulla scienza, ma su
considerazioni che riflettono il contesto sociale esistente nel
Paese”. Per questo, se l’Efsa ha classificato un prodotto come sicuro,
i governi non potranno utilizzare motivazioni di carattere ambientale
o sanitario per vietarlo sul proprio territorio. L’Efsa, per inciso,
non ha mai bloccato un’autorizzazione per gli Ogm.

Sarà forse per questa pressione crescente e palpabile che anche la
maggioranza del Parlamento Europeo, che nei mesi precedenti era sempre
stata abbastanza compatta alle spalle della Commissione nella difesa
del negoziato, cominci a sembrare meno omogenea di quello che
sembrava. La Commissione agricoltura (Agri), in cui l’ex ministro
italiano Paolo De Castro ha fatto di tutto perché emergessero i magici
benefici del Ttip sulla nostra economia, ha approvato invece con soli
9 voti di stacco (27/18) un parere che impegna la Commissione Ue a non
mettere a rischio il tessuto produttivo agroalimentare, tenendo al
centro la tutela delle misure sanitarie, fitosanitarie e delle
indicazioni geografiche con tale chiarezza che consenta al Parlamento
tempo sufficiente per discutere a fondo con cittadini e produttori,
soprattutto i più piccoli.

Si chiede, per di più, un impegno fermo al “rigido rispetto” degli
standard europei di sicurezza alimentare, della protezione dei
consumatori, della salute, dell’ambiente e degli animali, e di far sì
che non vengano danneggiati in futuro. A dimostrazione che nemmeno gli
eurodeputati della maggioranza son convinti che la linea della
Commissione sia abbastanza ferma su queste priorità.

La Commissione Ambiente (Envi) ha approvato, invece, a schiacciante
maggioranza (59/8) un parere nettamente contrario all’introduzione di
un meccanismo di protezione degli investitori extra giustizia
ordinaria (il famigerato ISDS); si chiede l’esclusione secca di alcuni
temi come il servizio sanitario

(Fonte: http://www.rassegna.it)

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