martedì 7 aprile 2015

Stage per apprendere come attingere ai fondi UE per l'ambiente



E’ risaputo che noi italiani siamo una “frana” anche nel formulare e presentare domande all’Unione Europea per chiedere finanziamenti su nostri progetti in particolare legati alla salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente. I motivi sono molteplici e li abbiamo chiesti direttamente a Bruxelles all’ufficio che riceve i progetti da tutti gli Stati membri dell’UE. Eccola la risposta da parte dell’ufficio competente:

Superficialità nel compilare i moduli per la richiesta dei finanziamenti;

Incompletezza nella formulazione delle richieste;

Richieste fuori tema o comunque non troppo compatibili con le regole imposte dall’UE per la compilazione dei documenti;

Errori vari nella formulazione dei progetti;

Spiccata incompetenza linguistica se i progetti vengono redatti in lingua inglese;

Me non finisce qui, ci siamo pertanto limitati a quelli che sono apparsi più evidenti. In tutto questo c’è la morale finale, ossia che i più bravi a riuscire a prendere i finanziamenti europei sono gli spagnoli, i portoghesi, gli irlandesi, i rumeni, i polacchi e poi, ovviamente, gli altri grandi Stati europei tra cui la Germania, l’Inghilterra e l’Olanda. L’Italia è il fanalino di coda. Ogni anno i soldi non spesi da noi ritornano nei forzieri dell’UE. Un paradosso tra tutti che da una parte fa ridere, ma che produce anche tanta rabbia è che in Irlanda che all’ingresso di un nuovo tratto di autostrada c’è scritto “ thank Italy” . E lo sapete perché? Perché quel tratto di autostrada è stato finanziato dai soldi destinati a noi, ma che non siamo stati capaci di spendere e, quindi, sono ritornati indietro e utilizzati dagli irlandesi.

Tutto questo però potrebbe terminare solo se i nostri amministratori pubblici e le organizzazioni che aspirano ad avere finanziamenti dall’Europa sapessero, con un po’ di umiltà, imparare le principali regole che sono alla base per far si che un progetto, nel nostro caso legato all’ambiente, possa avere tutti i requisiti per essere accettato dalle commissioni esaminatrici.

E allora Accademia Kronos si è attivata e a maggio cercherà, attraverso un breve stage, di spiegare quali sono gli strumenti più idonei per arrivare finalmente ad ottenere finanziamenti dall’UE. Info.   accademiakronos@gmail.com

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