lunedì 6 aprile 2015

Italia - Per sviluppare il turismo occorre migliorare l'accoglienza



Turismo. Ultima risorsa per salvare l'Italia

Avevamo deciso di non parlare più del disastro Italia, visto che al di là dei toni trionfalistici del nostro attuale governo, la disoccupazione è ulteriormente aumentata, i fallimenti delle piccole e medie aziende sono raddoppiati e che, come saggia politica “dei nostri illuminati”, ci siamo venduti le ultime industrie nostrane.

Cosa ci rimane allora? La grande industria italiana ormai è in mano agli stranieri, il paesaggio italiano, una volta ritenuto il più bel giardino d’Europa, è compromesso da lottizzazioni e altre costruzioni inutili e devastanti, nonché da immobili torri eoliche che svettano sui nostri monti, senza poi parlare del degrado generalizzato. Ci resta la tradizione del nostro cibo sano, anche se sta diventando un’ossessione che sovrasta realtà ben più importanti. Non c’è programma TV che ogni giorno ci propina gare di cucina, ricette e mangiate da vecchia osteria. Ma questo cibo sano lo troviamo solo in TV, ormai sulle nostre tavole c’è di tutto e molto poco della antica e sana cucina mediterranea. Puntiamo allora sulla Cultura, in fondo siamo la nazione che ha più arte e storia di ogni altro Paese del mondo, ma qui ci scontriamo con una realtà sconfortante: strutture turistiche inadeguate, profonde incompetenze storiche e artistiche di una gran parte dei nostri tour operator e infine le grandi caste e le piccole mafie del turismo locale che alla fine sono riuscite a dirottare 2 milione e mezzo di cinesi in arrivo in Italia per l’EXPO in Francia e in Germania.

Un esempio per tutti che dimostra la cecità e l’autolesionismo del nostro Paese è la classifica mondiale delle nazioni più visitate dai turisti. Ecco la classifica a dicembre del 2014: Prima la Francia con circa 85 milioni di visitatori l’anno a seguire: USA( 70 milioni ) – Spagna( 61 milioni) - Cina (56 milioni) –– Italia (47 milioni) - Turchia ( 38 milioni) - Germania ( 32 milioni) - Inghilterra ( 31 milioni) e Russia con 28 milioni di visitatori.

Trent’anni fa questa era la graduatoria: 1^ L’Italia e a seguire: Francia – Spagna – USA – Inghilterra.

Che è successo in questo trentennio? L’Italia è rimasta, a parte alcune regioni “illuminate” come il Trentino Alto Adige e l’Emilia Romagna, nella presunzione di pensare d’essere la migliore nel turismo internazionale e, quindi, la più ambita del pianeta. “Tutti alla fine, debbono venire da noi..” questa era ed è rimasta ancora oggi la convinzione dei big del turismo, nonché dei saccenti del cosiddetto turismo del nuovo millennio. In questa arrogante e idiota convinzione si è pure pensato di eliminare o profondamente ridimensionare il ministero del turismo e lo stesso ENIT. Gli altri enti e tour operator internazionali, invece, in silenzio ma con professionalità si sono evoluti, hanno compreso le esigenze e le aspirazioni di un nuovo turismo più attento e colto e hanno creato programmi e servizi adeguati riuscendo alla fine a superarci in graduatoria.

Inadeguatezza dei servizi, sporcizia delle città, furti e scippi, cattiva pubblicità internazionale contro le nostre città, hanno alla fine segnato il crollo dell’unica vera ricchezza del nostro Paese: il turismo. Sta di fatto che i grandi flussi turistici arrivano a Venezia, Firenze un po’ meno a Roma, ancora meno a Napoli e quasi per niente nelle altre città del meridione. Si spera ora nell’EXPO e nel nuovo Anno Santo per richiamare un po’ più di turisti, ma senza questi eventi straordinari, secondo uno studio di una rivista inglese l’Italia con il tempo sarà superata anche dalla Russia.

L’Ultimo rapporto della Commissione Europea sulla vivibilità delle città mette agli ultimi posti le città italiane nella classifica che prende in considerazione la qualità della vita in 79 centri urbani del vecchio Continente. A salvarsi per efficienza e sicurezza in Italia per la Commissione UE è solo Verona che si pone al 12° posto nella graduatoria delle città più sicure e vivibili. Le principali città europee che assolvono al ruolo di efficienza, sicurezza e vivibilità sono in prima fila: Aalborg in Danimarca, Amburgo in Germania, Zurigo in Svizzera e Oslo in Norvegia.

Il rapporto ha preso in esame solo 6 o 7 città importanti per ogni Paese europeo, in Italia sono state selezionate: Bologna, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona. Ignorate le altre grandi città del Sud. Roma, il centro della storia e della cultura occidentale è sprofondata nella parte più bassa della classifica insieme a Bucarest e ai sobborghi di Marsiglia, di Atene, di Manchester e di Lisbona.

Sui trasporti siamo all’ultimo posto con a capo Roma, Napoli e Palerno. Anni luce ci distanziano dalle altre città europee, Zurigo in testa. I trasporti di superficie, gli autobus, sia a Roma che a Napoli e a Palermo sono superaffollati, pieni di borseggiatori e sporchi, poi in alcune zone periferiche di queste città gli autobus si fanno attendere anche 40 e più minuti.

Il dato più sconfortante, emerso dall’indagine della Commissione Europea, riguarda proprio la cultura. La classifica europea ci critica, non a torto per la scarsità dei servizi offerti, come le sale da concerto, le librerie, i teatri e i musei. A chiudere la classifica delle città con i peggiori servizi culturali sono nell'ordine: Diyabakir (Turchia) e Valletta (Malta). Napoli e Roma deludono, restando in fondo dopo Burgas (Bulgaria), Madrid e New Castle. Torino, si ferma al 50° posto, è il nostro miglior piazzamento.

Per quanto riguarda la percezione della criminalità da parte non solo dei turisti, ma anche degli abitanti delle grandi città europee, le città che fanno temere di più per l’incolumità dei cittadini sono in ordine: Napoli, Palermo, Marsiglia, Roma, Liegi e Atene. Quelle più sicure e tranquille: Monaco, Aalborg e Zurigo.

Da questa indagine è facile capire perché il turismo internazionale preferisce Parigi o Madrid a Roma. Ma di questo i nostri politici “illuminati” se ne sono accorti? Sembrerebbe proprio di no, visto che per proteggere piccole caste locali delle guide italiane, non consentono alle guide di origine cinese di gestire il flusso dei milioni di cinesi in arrivo in Italia per l’EXPO di maggio. I turisti cinesi non gradiscono guide che non parlano la loro lingua ( i cinesi di mezz’età non parlano inglese), per cui i cugini francesi hanno preso la palla in balzo, hanno consentito a giovani cinesi di diventare guide in Francia così che potranno gestire in lingua madre i milioni di turisti orientali in arrivo per l’EXPO. E allora cosa dire di più…

Filippo Mariani

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