giovedì 31 maggio 2018

Emergenza incendi estivi... tenersi pronti a contrastarli

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Oltre un centinaio di tecnici, il 22 e 23 maggio u.s.,   si sono ritrovati a Milano in occasione dell’incontro “Emergenza incendi”, momento formativo voluto da Assoarpa per favorire la crescita sul tema di tutto il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Nella splendida cornice del Pirellone, uno degli edifici simbolo di Milano, quattro direttori generali (Alessandro Sanna della Sardegna, Carlo Emanuele Pepe della Liguria, Angelo Robotto del Piemonte e il padrone di casa Michele Camisasca) hanno seguito in prima persona il seminario, che in chiusura di lavori ha riservato uno spazio dedicato alla comunicazione. Un segnale importante, a poco distanza dalla due giorni umbra, che sottolinea la necessità di puntare anche su questa attività.
Il tema degli incendi ed in particolare quello degli incendi agli impianti di trattamento rifiuti, si presenta con preoccupante regolarità in ogni angolo del paese. Un sistema nazionale non può comportarsi in maniera differente, e soprattutto non può lasciare tutto il peso di un intervento così complesso sulle spalle del reperibile di turno, spesso chiamato “in emergenza” a supporto degli enti preposti al primo soccorso: i vigili del fuoco, per quanto riguarda le operazioni di contenimento e spegnimento, e la Asl, per gli aspetti sanitari.
Non ha senso aspettare i risultati di tutte le analisi prima di adottare le misure cautelative: le quantità e le sostanze che andiamo a misurare richiedono tempi tecnici analitici anche di alcuni giorni, e non sempre hanno dei imiti di legge a cui sottostare.
Importante il ruolo della modellistica e del meteo, due aspetti decisivi per poter individuare la direzione dei fumi e i punti di massima ricaduta, dove spesso conviene andare a posizionare la strumentazione per misurare l’impatto ambientale dell’incendio. Una misura che non è sempre così agevole: per i campionatori servono allacci alla rete elettrica e tempi di deposizione sui filtri da non sacrificare in nome di una non meglio motivata necessità di avere presto dei risultati.
La conoscenza del territorio, intesa come posizionamento degli impianti e come andamento storico degli inquinanti nel territorio, permette di dare il giusto peso ad episodi molto appariscenti, ma generalmente sul medio/lungo termine incapaci di incidere significativamente sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo.
Dal racconto delle singole esperienze emerge la professionalità, l’accuratezza e la preparazione dei tecnici arpa, che discutono di dettagli complicatissimi: femtogrammi (milionesimi di miliardo di grammo), sostanze dal nome impronunciabile (non solo le diossine, che creano problemi soprattutto se ingerite e sul lungo periodo), correlazioni e approfondimenti per conoscere e tutelare – per quanto scientificamente possibile – il nostro ambiente.
Ultimo, ma non per importanza, il tema della comunicazione: dopo essere stato “il convitato di pietra” in buona parte delle presentazioni, la comunicazione è stata presa di petto da due rappresentanti della rete dei comunicatori Snpa, già attiva da oltre anno grazie alla newsletter Ambienteinforma.
La comunicazione è uno strumento prezioso, che permette di alleggerire il lavoro in emergenza, a patto di essere usata seguendo le istruzioni: tempestività, correttezza, trasparenza e disponibilità al dialogo. Un’attività come le altre, che richiede tecnici esperti e dedicati, capaci di valorizzare il lavoro dei colleghi, sovente calpestato da chi urla più forte.  Ma dentro Snpa si sta sviluppando un percorso che porterà a migliorare anche questo aspetto; magari con il contributo dell’azione di Assoarpa, che sta già pensando a un nuovo appuntamento per produrre un documento guida per il tema degli incendi.
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1 commento:

  1. Gli incendi sono dannosi anche per la vita animale selvatica. Ad esempio vengono sterminate tutte le api e le vespe che nei boschi costruiscono nidi nei posti più impensati. Spesso d'estate ho visto vespe che facevano il bagno dentro una vasca nella quale mi stavo anch'io lavando i piedi, all'inizio pensavo fossero morte nell'acqua, invece no stavano soltanto galleggiando e poi prendevano il volo dopo essersi rinfrescate. Ora mi viene in mente che le punture di vespe sono alquanto dolorose e se numerose ed in successione possono anche provocare la morte per interruzione cardiaca. Eppure sono un pericolo come un altro, non superiore agli inquinanti, l'attraversamento di una strada congestionata dal traffico, la dose sbagliata davanti alla discoteca, la coltellata impazzita di un ubriaco, la nuova malattia inventata dall'uomo per guadagnarci sopra.... almeno le vespe non hanno intenzioni, difendono semplicemente il loro nido... (Paolo D'Arpini)

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