L'Italia è il Paese che importa olio di oliva pur essendo esso stesso un produttore di elevata qualità. Le importazioni sono quest'anno aumentate di circa il 30%.con un Paese come principale fornitore, la Tunisia, rispetto alla quale le preoccupazioni sono due: la sicurezza alimentare meno rigorosamente rispettata che in Italia, il peso, oltre il 70%,della componente sfusa rispetto a quella confezionata.
Eppure, come dicevo, la qualità del n/s olio di oliva è elevata con ben 43 produzioni DOP e 7 Igp, per un totale del 6%della produzione(rispetto al 2% di dieci anni fa). Ma se il problema non è la qualità, quale?
La risposta quasi ovviamente sta nella quantità e nel crescente abbandono delle campagne e delle aree coltivabili degli uliveti. L'unico dato in costante crescita riguarda la produzione bio di olio di oliva giunta al 24% del totale (contro il 15% del 2013) e che contribuisce ai 560 coltivatori nazionali di olio.
Questa produzione di eccellenza fa da traino alle esportazioni in ben 160 Paesi per un valore complessivo di oltre 200000 tonnellate di prodotto e di 1,5 miliardi di valore economico. I consumatori rispetto a questa situazione si comportano razionalmente dichiarando che le loro scelte vengono fatte in base alla provenienza dell'olio mentre prezzo e marca insieme pesano poco più del 30%.
Luigi Campanella - Fondazione Acqua
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