martedì 19 luglio 2011

Treia, 15 agosto 2011: “.. l’attesa del Grande Cocomero” - Ovvero: vuoto nel pensiero e perdita della ragione, restando nell’ignoto…..


“L’ignoranza di Sè non esiste,  è solo  disattenzione. In fondo il preoccuparsi è semplicemente un penoso stato mentale, e la pena chiama attenzione. Il momento che tu sei attento, l’impellenza si scioglie e l’ignoranza scompare. L’attenzione ti riporta al presente, l’adesso, e questo è il tuo stato naturale, anche se raramente percepito”
(Sri Nisargadatta Maharaj)



Anche quest’anno si ripete la celebrazione dell’attesa senza speranza.. l’attesa del Grande Cocomero. L’evento è catalitico e criptico, rappresenta il momento in cui non c’è più nulla da aspettarsi, in cui le aspettative scompaiono, riscoprendo la gioia dell’essere presenti qui ed ora…. 

C’è stato un momento della mia esistenza  in cui ho dovuto affrontare la perdita della ragione. Non nel senso che sono uscito di senno ma  significando l’entrata in una condizione “psichica”  in cui non è più possibile giudicare quel che è giusto e quel che è sbagliato. Uno stato di vuoto in cui l’osservatore interno osserva le potenzialità del momento sostituendo il giudizio con  la testimonianza. 

E lì  finisce ogni affermare o negare, ogni vincere od essere sconfitti. So che quel momento glorioso in cui trionfa “l’attimo presente” è lo stato della vera nascita e della vera beatitudine. Eppure questa “condizione” si manifesta (e per me avvenne drammaticamente) come un ingrippamento del motore funzionale della mente. Un vuoto che sopraggiunge di fronte all’imponderabile ed all’inaffrontabile. Sapete la storiella zen che racconta il “satori”? Un giorno un viandante si trovò dinnanzi ad una tigre affamata.

Cercando di sfuggire alle sue fauci aperte ed ai suoi unghioni appuntiti si rifugiò su un precipizio, aggrappandosi ad una radice sporgente nel vuoto. La tigre si aggirava sopra di lui rabbiosa allorché l’uomo si accorse che anche sotto di lui, alla base del crepaccio, c’era un’altra tigre che lo spiava famelica. Proprio in quel momento la radice alla quale era avvinghiato prese a staccarsi dalla roccia, si vide perduto, non poteva risalire né scendere,  nel mentre il suo sguardo si posò su una fragolina selvatica matura che pendeva invitante davanti ai suoi occhi,  la colse.. Com’era buona….

Successe più o meno così pure a me,  mi sentivo oppresso ed aggredito a destra e sinistra, il destino aveva deciso di  farmi apprendere questa lezione. Che fare? Rispondendo alle provocazioni, con la violenza o la capziosità, avrei perso la mia equanimità di giudizio e sarei precipitato nella finzione speculativa (e satana è questo che vuole per attiraci nella sua trappola).  Non avevo speranze..  e quando  smisi di preoccuparmi, sentii che non importava assolutamente nulla ottenere un risultato logico e soddisfacente, lasciai andare ed abbandonai la frustrazione e la potenza,  la vendetta e l’umiliazione, la giustizia e l’ingiustizia, il bene ed il male…. Insomma rinunciai, anzi “dimenticai”, ogni azione-reazione, questo lo chiamo “perdere la ragione”.

Ma attenzione, questa condizione di Vuoto, strettamente parlando, non si risolve in un “momento”, anche se la comprensione avviene in un “flash”,   dovrà trasformarsi in uno stato, quell’essere in perfetto bilico, in cui non c’è che il sorridere ed il piangere insieme.

Come dice  Capra, il fisico: “..analogamente al Vuoto dei mistici, il “vuoto fisico” -così chiamato nella teoria dei campi quantici- non è uno stato di semplice “non-essere” ma contiene in sé la potenzialità di tutte le forme. Queste forme non sono entità indipendenti ma sono manifestazioni transitorie del vuoto, che sempre soggiace ad esse. Il vuoto è “vuoto vivente”, pulsione creativa e distruttiva”.

Ed è proprio in questo stato  “aldilà del ragionamento” che è veramente possibile godere in pieno della vita, nella sua interezza,  è uno stato di perenne “comprensione” in cui è impossibile perdere, si vive momento per momento, con chiarezza, intelligenza, creatività. E’ un vivere nell’ignoto!

Buona “vacanza” anche a voi tutti!

Paolo D’Arpini


Programma – Attesa del Grande Cocomero, edizione 2011 – Treia, sede del Circolo Vegetariano VV.TT., Via Sacchette, 15/a (vicino alla porta Mentana o Montana o Montanara)

h. 9.30 – Rendez vous per un pellegrinaggio al pianoro di Santa Sperandia, nei pressi della torre diroccata resteremo in contemplazione del vuoto.

h. 12.00 –   Ritorno al Circolo, canto dell’inno sacro dedicato al Guru Swami Muktananda, segue  condivisione del cibo vegetariano da ognuno portato.

h. 15.00 -  Riposo

h. 18.00 – Passeggiata sotto le rupi di Treia per la raccolta di rifiuti abbandonati e dialogo in movimento.


Per info. e prenotazioni: circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293

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