lunedì 11 gennaio 2016

L'Italia del traffico dei rifiuti e del riciclo



Il rapporto "L'Italia del riciclo" 2015 mette in evidenza che, in base ai dati estrapolati dai MUD (modello unico di dichiarazione ambientale) consegnati da produttori e gestori di rifiuti alle Camere di Commercio, nel 2014, i rifiuti urbani ed industriali movimentati attraverso i confini del nostro paese sono stati quasi 10 mt, l’import ha raggiunto 5,9 mt e l’export 3,8 mt.

rifiuti importati percentuale per tipologia

Nel nostro Paese, ad importare rifiuti sono poco più di 800 soggetti che svolgono tutti, a vario titolo, attività di gestione di rifiuti, mentre, ad esportarli sono circa 1300 operatori, che sono o produttori iniziali o, per lo più, gestori intermedi.
L’import riguarda quasi esclusivamente imprese ed enti del Nord Italia che ricevono circa il 96% della quantità in entrata, proveniente dall’estero, mentre l’export riguarda anche il Centro Sud.
Lo scorso anno le importazioni di rifiuti in Italia si sono attestate a 5,9 Mt, considerando la classificazione ufficiale, valida a livello comunitario, del Catalogo europeo CER 2002, la tipologia importata in maggiore quantità è quella dei rifiuti da costruzione e demolizione (classe CER 17), con una netta prevalenza di materiali ferrosi, che rappresentano quasi la metà del totale in entrata da oltreconfine; seguono i rifiuti da trattamento di rifiuti e reflui (CER 19) con il 30% e quelli da trattamento fisico dei metalli (CER 12) con poco più del 15%.

import rifiuti elenco

Con riferimento ai metalli, per quelli di tipo ferroso l’import è diretto soprattutto al Nord-Est (61% del totale importato) e Nord-Ovest (39%), dove è localizzata la maggior parte dei siti di produzione siderurgica del Paese; per i metalli non ferrosi, invece, il flusso in entrata dall’estero avviene fondamentalmente in direzione Nord-Ovest (81% del totale importato), macro-area caratterizzata da una forte concentrazione di industrie metal meccaniche.
A livello regionale la Lombardia si posiziona al primo posto, importando quasi la metà di tutti i rifiuti in entrata nel nostro Paese; segue il Friuli Venezia Giulia, che riceve oltre il 30% del totale importato.
La provenienza dei rifiuti che arrivano in Italia dall’estero nel 2014 è per il 99% europea, con una forte prevalenza dei Paesi centrali e settentrionali dai quali parte circa il 65% del totale importato: questo vale sia considerando i rifiuti nel loro complesso sia entrando nel merito dei singoli gruppi merceologici analizzati.
Il primo Paese, per quantità importata, è la Germania, che pesa il 20% sul totale dei rifiuti che entrano in Italia dall’estero;seguono Francia e Svizzera con quote pari rispettivamente al 17% e 14%.
Guardando i dati di import-export tra il 2009 ed il 2014, il rapporto mette in evidenza come la percentuale di rifiuti importati sia aumentata del 60% , lo stesso dicasi per i rifiuti esportati ma il loro aumento è minore, solo un + 10%. 

Questo significa che le imprese italiane, negli anni di crisi, si sono approvvigionate di rifiuti sostituendoli alle materie prime.

dati import - export rifiuti pericolosi 

Per quanto riguarda invece le esportazioni di rifiuti, dall’Italia verso l’estero, queste si attestano a 3,8 Mt, nel 2014, il 24% del totale in uscita è formato da plastica e carta ma la maggiore parte dei rifiuti spediti fuori dall’Italia, circa il 60%, non rientra in nessuno dei gruppi merceologici selezionati e si caratterizza per un’alta incidenza di pericolosi.
Entrando nel dettaglio, risulta che tra i rifiuti non rientranti in nessun gruppo merceologico, quelli maggiormente esportati sono ceneri di carbone per quasi 680.000 t, rifiuti da desolforazione di fumi (225.000 t) e rifiuti pericolosi stabilizzati (circa 200.000 t).
Tra gli altri rifiuti con quantità esportata superiore a 100.000 t, si trovano inoltre rifiuti non pericolosi da trattamento meccanico di rifiuti, materiali di costruzione contenenti amianto e miscugli contenenti almeno un rifiuto pericoloso.

rifiuti esportati per tipologia

Guardando poi alle movimentazioni internazionali rispetto alle aree geografiche estere, i Paesi europei risultano predominanti in entrambi i tipi di scambio, ma per l’import arrivano a coprire la quasi totalità dei rifiuti in entrata in Italia (99% nel 2014) mentre per l’export si attestano al 77% della quantità in uscita.
Il primo paese verso il quale l’Italia esporta rifiuti è la Germania, che nel 2014 pesa per il 24% sul totale in uscita; al secondo posto si posiziona la Cina con il 12% e al terzo l’Austria con l’11%.
Se si guarda però il subtotale riferito ai soli gruppi merceologici, la prima destinazione dell’export dall’Italia è la Cina, dove viene spedito ben il 30% del totale in uscita dall’Italia.
Nel merito dei singoli raggruppamenti di rifiuti, emerge con evidenza il ruolo della Cina (dove arriva, ad esempio, oltre il 50% deiRAEE esportati) seguita da Corea del Sud e Pakistan tra le prime destinazioni estere, nell’ordine, di pneumatici fuori uso eRAEE.
La prima Regione per volume di rifiuti esportati è la Lombardia che singolarmente incide per circa il 25% sul totale in uscita nel 2014; seguono il Veneto e la Puglia (quest’ultima in relazione ad alcuni grossi impianti) con quote, rispettivamente, del 15% e 12%.
I dati sui singoli gruppi merceologici confermano la rilevanza di Lombardia e Veneto, ma non il ruolo della Puglia, da cui vengono esportati prevalentemente rifiuti diversi da quelli inclusi nei raggruppamenti oggetto di analisi (nello specifico i rifiuti esportati in maggiore quantità nel 2014 sono ceneri di carbone per circa 270.000 t e rifiuti da desolforazione dei fumi per circa 150.000 t).

percentuale import-export


(Fonte: Arpat)

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