martedì 9 ottobre 2018

Bioregionalismo in pratica: "Vivi e lascia vivere"

"Non litigate per un tozzo di pane, ce n'è per tutti...." (Saul Arpino)
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...il bioregionalismo si è diffuso in molti ambiti: Decrescita (persino Latouche ha aderito alla visione bioregionale ed all'ecologia profonda... ed è stato lapidato dalla decroissance francese), Permacultura, Transizione, persino da esponenti del movimento dolciniano, poi da Massimo Fini, dai progetti di Comune partecipativo... ecc. 

La Rete Bioregionale  non esiste come movimento reale (e non potrebbe esistere) ma solo come insieme di persone che hanno, tra le proprie e differenti radici culturali e spirituali "anche" il Bioregionalismo. Ma non c'è, a mio personale e modesto parere, un modo di vivere bioregionale omologato... esistono degli stili di vita che si ispirano alla semplicità volontaria, alla decrescita, all'agricoltura naturale ed all'ecologia profonda, questo in differenti misure e profondità.
Ciascuno di noi, con le proprie specificità ha diffuso la visione bioregionale, ad esempio se  alcuni anni fa  su Google digitavi  "bioregionalismo", trovavi il sito di Ecologia Sociale, pagine dei Giovani Padani, Massimo Fini ecc. ... adesso troviamo il Blog Rete Bioregionale, il sito di Albero Sacro, Piccolo Popolo,  (che viaggia a una media di 100-120 visite al giorno) il blog del Circolo Vegetariano VV.TT., Selvatici, etc....

Il punto proposto: "Come è presente la Rete Bioregionale nel territorio, la nostra presenza incide, fa una differenza?" ci obbliga alla domanda "perché non si è riusciti a dare vita a presenze collettive (e non semplicemente individuali) come Rete?  

Poi c'è il divario digitale tra chi ha accesso alla rete internet e chi no, comincia a farsi sentire. Faccio un'altro esempio: ho distribuito tramite sito e blog gli ultimi numeri del CIR una media di 700 copie per numero mentre non riusciamo a stamparlo in cartaceo per mancanza di fondi. L'intervista fatta a Mario Cecchi su un  numero  di Lato Selvatico non so da quante persone sia stata letta.  L'ultimo numero di Quaderni di Vita Bioregionale  che ho messo su internet è stato scaricato e letto 163 volte. 

E poi l'altro aspetto, quello alimentare.  Capisco che la scelta vegetariana e vegana rappresenti uno spartiacque di sensibilità difficilmente colmabile ... Paolo vegetariano e Etain e Martino che tirano il collo a quelle  bellissime colombe bianche... 

Però  mi auguro che nella visione bioregionale ci sia posto per le differenze... Buon cammino.

Renato Pontiroli - Selvatici

28 novembre 2009


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