Alcuni dei momenti più particolari, sentiti ed emozionanti, durante il mio viaggio in India, sono stati quelli vissuti in una casa per vedove (a metà febbraio del 2019).
Sapevo che la vita per le vedove in India non è cosa facile, immagino soprattutto in piccoli centri e villaggi, non credo nelle grandi città più moderne. Da quello che leggo l'India è una società patriarcale, in cui spesso le vedove sono allontanate dalla società, ed in molti casi, dalla loro stessa famiglia.
Allontanandosi dalla loro casa, finiscono per ridursi all'accattonaggio. Le vedove che abbiamo avuto il piacere di incontrare risiedono in una casa chiamata "Om Shanti Home", fondata da Anna Etter, una magnifica donna tedesca, coadiuvata da molte altre volontarie, di diversi paesi. Come scritto sul bellissimo calendario stampato per raccogliere fondi e far conoscere l'iniziativa, la casa fu originariamente intesa come un ricovero per le vedove più vecchie che stavano morendo per la strada. Ma, incredibilmente, la loro salute e voglia di vivere si ristabilì una volta che le vedove potettero vivere nella Om Shanti Home; esso divenne un luogo gioioso e vitale. Le vedove ricevono insegnamenti su alcune tecniche artigianali: cuciono bambole, dipingono biglietti, intrecciano cesti e altro.
Ed infatti, questo è quello che noi stesse, io, Mara e Tina, abbiamo potuto sperimentare. Quando ho scritto la prima trance delle mie esperienze indiane, ho sottolineato la vitalità di questo paese nel suo complesso, ed anche per le nostre vedove, l'impressione è stata la stessa, di forza e vitalità, in quattro parole, gioia per la vita.
La prima volta siamo state alla casa per accompagnare i nostri due amici mezzi indiani, Uphar e Venu. Avevano in programma una sessione di canti mantra, in cui Uphar è "maestro". Mensilmente si dedicano a questa attività come volontariato, per portare il loro contributo di gioia e devozione a queste donne sfortunate (pur nella fortuna di trovarsi lì).
Quando siamo arrivati, tutti e cinque, abbiamo trovato già la camerata piena; si, perché non c'è un vero e proprio salone. La sessione di canti, alla quale ha partecipato anche una amica di Uphar con una voce cristallina, si teneva in una delle stanze dove le donne dormono. Una grande stanza con tanti letti tutti uguali, con delle coperte azzurre. Le donne stavano ognuna sul proprio letto, sedute sopra, tutte vestite, ma invitavano i visitatori a sedersi lì con loro.
I visitatori erano talmente tanti che molti si sono seduti a terra, alcuni sui letti. Upa, Venu e le due amiche si sono messi a terra e sono iniziati i canti, a cui un po' tutti, vedove e no, hanno partecipato con entusiasmo.
Quello che più stupiva era lo sguardo di queste donne: era vivace, vitale, attento e gioioso. Niente a che vedere con gli sguardi stanchi e spenti che spesso si vedono negli occhi dei nostri anziani nelle nostre case di riposo. Senza fare ipotesi o considerazioni sulle possibili cause di questa differenza.
Al termine dei canti preparati da Upa è stato chiesto alle vedove se qualcuna di loro voleva cantare ed alcune, prima timidamente, poi sempre più disinvolte hanno accennato qualche motivo. Una vedova tra le più giovani, si è cimentata con qualche passo di danza al suono di un mantra.
Vedere questa loro disponibilità a mettersi in gioco e a godere di quel poco o molto (è sempre tutto reltivo) che hanno è stato emozionante, commovente. Tanto era stata piacevole l'esperienza che un paio di giorni dopo abbiamo pensato di tornare. E così una bella mattina siamo andate lungo la strada principale, abbiamo preso un risciò (un'Ape della Piaggio modificata, di cui si contano centinaia e forse più di esemplari) e ci siamo fatte portare alla Om Shanti Om.
Appena arrivate ci hanno portato delle sedie per farci accomodare. Tina ha cominciato ad intonare alcuni dei suoi canti favoriti e a mano a mano, le vedove, hanno cominciato ad arrivare. Stavolta sono state molte di loro a sedersi a terra, seguendo con attenzione e partecipazione le note solo vocali, dato che di strumenti non ne avevamo. Ancora una volta, alla fine, anche loro hanno intonato i loro canti. Prima di andarcene le abbiamo salutate tutte una ad una, con gesti di affetto da parte loro e nostra e sorrisi.
Buona fortuna a voi e a tutte l vedove dell'India, che passi questa brutta e triste usanza, dove ancora permane, di scacciarle dalla società! Om Shanti Om
Caterina Regazzi
Alcuni siti per info su queste attività:
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