mercoledì 3 giugno 2020

"Verso un’ecologia della mente"... e patologie dell’epistemologia


Era del 1969 l’articolo di Gregory Bateson Patologie dell’epistemologia. Lo si trova nel volume intitolato Verso un’ecologia della mente (Adelphi, 1991). Solo per dire che, oltre mezzo secolo fa, lo studioso aveva già perfettamente analizzato la situazione in cui ci troviamo in questi mesi. Il mio intervento si riduce a un semplice, sentitissimo invito: proporre l’adozione del suo testo nelle scuole dell’obbligo. Nient’altro. E passo adesso a riassumerne brevemente qualche pagina.

L’intervento denuncia gli errori epistemologici commessi dalla civiltà occidentale, a cominciare dai danni del Positivismo. In armonia con il clima di pensiero che predominava verso la metà dell’Ottocento in Inghilterra, Darwin formulò una teoria della selezione naturale e dell’evoluzione in cui l’unità di sopravvivenza era la famiglia, la specie, la sottospecie o qualcosa di simile. Oggi, però, sappiamo che l’unità di sopravvivenza nel mondo biologico reale non è questa: l’unità di sopravvivenza è piuttosto L’ORGANISMO PIÙ L’AMBIENTE.

Stiamo imparando sulla nostra pelle che, distruggendo il suo ambiente, l’organismo distrugge se stesso. Con la pandemia, aggiungo io, stiamo vedendo cosa accade quando si commette l’errore epistemologico di scegliere l’unità sbagliata.

Nella loro forma più virulenta, le idee che dominano oggi la nostra civiltà risalgono alla rivoluzione industriale, e si possono riassumere così: noi contro l’ambiente; noi contro altri uomini; l’unica cosa importante è il singolo (o la singola compagnia o la singola nazione); possiamo avere un controllo unilaterale sull’ambiente e dobbiamo sforzarci di raggiungerlo; viviamo all’interno di una frontiera che si espande all’infinito; il determinismo economico è cosa ovvia e sensata; la tecnica ci permetterà di attuarlo.

Verso un'ecologia della mente di Gregory Bateson | Albero della Vita

Ora, alla luce delle grandi ma in definitiva distruttive conquiste della nostra tecnica negli ultimi 150 anni, tutte queste idee, spiega Bateson, si sono dimostrate false. La moderna storia ecologica (e l’attuale contagio da virus, torno a sottolineare io) dimostrano che, violando il proprio ambiente, la creatura distrugge stessa. Possiamo dire anzi (continuo a parafrasare un saggio di cinquant’anni fa…) che tutte le attuali minacce alla sopravvivenza dell’uomo sono riconducibili a tre cause originali: 1) progresso tecnico; 2) aumento della popolazione; 3) errore nel pensiero e negli atteggiamenti della cultura occidentale. Insomma, i nostri valori sono sbagliati perché la maggioranza degli uomini è ancora guidata da un’epistemologia errata. La nostra insensata volontà di concentrarci sulla vita dei singoli individui, ha creato, nell’immediato futuro, la possibilità di una catastrofe mondiale.

Ma facciamo un passo indietro, verso l’idea di trascendenza divina. Ebbene, Se mettete Dio all’esterno e lo ponete di fronte la sua creazione con l’idea di essere stati creati a sua immagine, vi vedrete naturalmente come FUORI e CONTRO le cose che vi circondano. Così, nel momento in cui vi arrogherete ogni diritto e potere, tutto il mondo circostante vi apparirà senza alcun diritto (un’idea già presente nella poesia di Friedrich Schiller, Gli dei della Grecia). L’ambiente vi sembrerà un semplice deposito di materiale, da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi, la vostra gente o gli individui della vostra specie, IN ANTITESI con un ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze, dagli animali e dalle piante. Ma le materie prime del mondo sono limitate. Dunque, SE avete questa opinione del vostro rapporto con la natura e SE possedete una tecnica progredita, la vostra probabilità di sopravvivenza “sarà quella di una palla di neve all’inferno”. Da qui, la conclusione di Bateson: “Non si tratta di uno scherzo e non so quanto tempo abbiamo ancora prima della fine”.

Valerio Magrelli

Quattro poesie di Valerio Magrelli

P.S. Nuova Teoria del caos: poesia con spiegazione 

In matematica e in fisica, il cosiddetto “effetto farfalla”, causato dal semplice battito d’ali dell’insetto, esprime l’idea che minime variazioni nelle condizioni iniziali producano massime variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema.

1 signore si mangia 1 farfalla in Cina
e non possiamo più andarcene al cinema,
andare a correre
e a lavorare,
andare a discorrere
oppure a ballare,
andare in pizzeria,
magari in bici,
starsene in compagnia,
abbracciare gli amici.

Spiegazione: l’asse di questa poesia è costituito dal contagio tra rime e azioni quotidiane, in una trasmissione poetica del suono che vuole mimare quella patologica del virus.

1 commento:

  1. Posso non essere d'accordo, sulla semplice constatazione che chi ha scritto l'articolo è un organismo, cosiddetto "intelligente", che si muove, vive e muore nell'ambiente in cui vive. Quel che ha combinato nella sua vita, in rapporto con l'ambiente con cui è entrato in sintonia, o dissonanza, è dipeso da lui, dall'essere umano che usa il libero arbitrio, che non è animalesco, ma costruito dalle relazioni tra emozioni e cognizioni, frutto della sua esperienza di essere umano, soggetto naturale di relazioni cospicue. Se poi, si vuole fare sintesi, continuo a pensare che sono evoluto, perchè sono stato procreato e ho vissuto l'imprinting genetico e formativo di mio padre e di mia madre, e poi a seguire, quel che la vita mi ha dato e ho incontrato, frutto del mio libero arbitrio. Condizione che mi ha permesso di ritenere di far parte del Creato e rispettoso dell'ambiente. E non c'entrano niente le tecnologie, se non che le userei a protezione dell'ambiente.

    RispondiElimina