mercoledì 30 settembre 2020

"Ecosofia: la nuova saggezza. Per una spiritualità della Terra" di Raimon Panikkar - Recensione ed articolo di Francescco Pungitore



"Il secondo millennio sembra chiudersi all'insegna del pensiero ecologico, che ci ha fatto reimparare il senso dei nostri limiti. Eppure il movimento ecologico appare semplicemente come un primo passo verso una sapienza dell'abitare umano (ecosofia) che reintegri la dimensione del Divino, dell'umano e del cosmico. In questo testo Raimon Panikkar getta delle pietre di guado verso una nuova saggezza, le cui parole chiave potrebbero essere mistica, politica, pluralismo e secolarità sacra..." 



Ecosofia è il termine con il quale, nell'opera "Ecosofia: la nuova saggezza", Raimon Panikkar illustra e spiega “la saggezza di chi sa ascoltare la Terra e agire di conseguenza”. Filosofo e teologo, Raimon Panikkar è stato tra i principali studiosi del dialogo tra culture e religioni del XX secolo. L'analisi che emerge dai suoi scritti non è un banale modo più “radicale” di intendere l'ecologia, dunque. E' qualcosa di “radicalmente” diverso. E' un diverso modo di intendere la Terra: non più come habitat dell'umanità da utilizzare come mera fornitrice di materie prime. Come dimostra e rivela la drammatica crisi ecologica e alimentare che stiamo vivendo, la Terra non può essere considerata solo come un mero oggetto a disposizione dell'uomo. Essa è un che di vivente, è il corpo esterno dell'uomo stesso, è il suo spazio vitale. Noi siamo la Terra, di essa condividiamo i destini, non ci limitiamo a viverci sopra a nostro uso e consumo. Noi viviamo immersi in essa e, da sapienti, dobbiamo riconoscere e fare nostra la saggezza che ci arriva dalla Terra stessa. 


“L’Ecosofia non è la saggezza umana che si possa eventualmente ricavare dalla Terra, ma la saggezza che quest’ultima mostra all’uomo nel suo essere” scrive Paolo Calabrò su “Paginatre”. “È forse da pazzi - sottolinea Calabrò - immaginare che la Terra possa parlare all’uomo… o non lo è di più ignorarne il richiamo, mentre ci spingiamo a passi serrati verso la catastrofe ambientale e climatica?”. E il messaggio che, oggi, ci arriva è, più che altro, un invito. Un invito a recuperare quella simbiosi che, da sempre, ha reso possibile la vita di noi tutti. In che modo? Agendo con la Natura e non contro di essa. 


Traducendo in termini concreti: sviluppando la biodiversità ambientale, rendendo vitale la terra e aumentandone la fertilità; rispettando i cicli naturali e conducendo allevamenti biologici, assicurando agli animali condizioni di vita sane; creando sistemi sostenibili per la produzione agricola che rispettino l’ecosistema terrestre e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. Spiega Francesco Comina (Il cerchio di Panikkar - ed. Il Margine, 2011) che viviamo in un’epoca di “terricidio” (termine con cui Panikkar negli anni ‘80 ha stigmatizzato il nostro modo di trattare la terra che ci sostiene, fino a pagarne le conseguenze più terribili, in termini ad esempio di aumento del numero di cataclismi e di avvelenamento dell’acqua e del suolo). 


Ma non per questo è necessario abbandonarsi alla sindrome T.I.N.A. (There Is No Alternatives - non vi sono alternative): esistono altre possibilità, e la prima è l’Ecosofia. Qui sorge la domanda: cosa possiamo fare noi, come singoli? Come singoli consumatori già possiamo fare tanto. La scelta quotidiana che operiamo su ciò che decidiamo di portare a tavola è decisamente più potente di quello che possiamo fare in ogni altro campo. E' questa una prima via da seguire: modificare le nostre abitudini alimentari per cambiare l'impatto ambientale e sociale globale. E' stato pubblicato nell'aprile del 2008, sulla rivista scientifica Environmental Science and Technology, un articolo di due ricercatori della Carnegie Mellon University “Chilometri-cibo e relativo impatto sul clima delle scelte alimentari negli Stati Uniti”. Gli scienziati in questione spiegano che l'impatto dei singoli individui sull'ambiente e sul clima è dovuto a tre fattori principali: il cibo, l'energia usata in casa e i trasporti. 


Di questi tre fattori, quello del “cibo”, cioè di che cosa ciascuno sceglie di mangiare, è il più “potente”, perché è quello che in termini quantitativi ha il maggior impatto. Ha, inoltre, il maggior livello di scelta personale, perché sul che cosa mangiare il singolo consumatore ha pieno potere. E' una scelta valoriale alla quale noi attribuiamo i connotati etici che vogliamo. Infine, si può applicare già subito, non è a medio o lungo termine come possono esserlo altri aspetti che implicano cambiamenti nelle infrastrutture, nei beni disponibili, nella tecnologia usata. La visione ecosofica parte da qui, parte da noi, parte subito, da ogni singolo individuo.


Francesco Pungitore



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