martedì 1 settembre 2020

Il rapporto uomo animali nelle "grandi" religioni monolatriche di origine semita


Uomini e religioni: le divinità e lo sviluppo di società complesse -  Focus.it

Siamo ad un passo dal colonizzare la Luna e Marte, abbiamo raggiunto nel campo scientifico mete impensabili solo un secolo fa, abbiamo capito che noi rappresentiamo nel contesto degli universi solo il 6% del loro peso, il rimanente 94% è la materia e l’energia oscura, su cui ancora stiamo indagando, ma che rappresenta la svolta finale dell’evoluzione umana. 

Nel XXI secolo l’uomo è decisamente diverso dall’Homo Erectus di circa 2 milioni di anni fa, nonché dal più recente Homo Neanderthalensis, pertanto si suppone che in circa 2 milioni di anni abbia raggiunto la maturità per definirsi finalmente cittadino del cosmo. Eppure non è così… resistono oggi in gran parte dell’umanità antiche superstizioni, forme mentis arcaiche, incomprensibili negatività legate ad un passato in cui gli uomini si sono macchiati di veri e propri genocidi in nome di un dio o più dei crudeli (vedi la Bibbia). 


Parliamo purtroppo di un uomo che è stato capace di produrre e lasciare ai posteri armi nucleari capaci di cancellare per ben 12 volte la vita su questo pianeta… un uomo che oggi con le sue attività sta portando il clima terrestre verso la “sindrome di Venere”,  ossia una situazione climatica, grazie ai gas serra, tale da avvicinarsi alla soglia delle estinzioni di massa gran parte delle forme di vita terrestri, uomo compreso. 


Nella vita di Gesù ci sono compagni di viaggio speciali: gli animali |  AgenSIR


Potremmo ancora andare avanti su questa questione, ma ci fermiamo qui per affrontare quanto richiesto dal titolo di questo articolo: “Le grandi religioni e il mondo animale”. Sulla base delle considerazioni iniziali non deve meravigliarci più di tanto se almeno  il 50% dell’umanità nei confronti del mondo animale si comporta ancora come facevano secoli fa i nostri antenati. L’animale infatti per questa percentuale è ancora ritenuto un essere privo di sentimenti o semplicemente una “res nullius” (vedi la caccia) e, quindi da sfruttare senza remore fino alla fine. Questo concetto, che stride paurosamente con la cosiddetta evoluzione culturale e intellettuale umana, è ancora un “tabù” per diversi credi religiosi planetari, tra cui l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo. 


Oggi nel 2020 si stenta ancora a credere come possono sopravvivere alcuni riti tribali millenari, soprattutto in religioni evolute professate da miliardi di fedeli, lontane da culti animistici o totemici che ancora sopravvivono in isolate popolazioni indigene del Borneo e dell’Amazzonia. E’ stato calcolato che Il 25% di tutta l’umanità fa parte delle religioni islamiche ed ebree. Queste due religioni monoteiste praticano ancora alcuni rituali cultuali che sacrificano gli animali con metodi crudeli come si faceva decine e più secoli fa, quando l’uomo pensava che la Terra fosse piatta e che il Sole girasse intorno al nostro pianeta. 


Ad esempio nell’islam si attua da sempre la Shechità, ossia il rito della macellazione degli animali puri, si perché per l’Islam cani, cavalli, maiali e leoni son bestie impure (per loro fortuna!) e quindi non assimilabili come cibo. Tale rito da sempre viene officiato solo da personale abilitato a ciò: lo shochet (macellaio). 


Secondo la legge ebraica, ma anche quella musulmana, la macellazione viene effettuata con un unico taglio alla gola del povero animale, piuttosto che con il metodo più diffuso di stordimento con un bullone nella testa prima della macellazione. Nella macellazione rituale halal e kosher l'animale deve essere vivo quando la sua gola è tagliata fino a morire per la perdita di sangue. 


Sale di Caravaggio e dei caravaggeschi | Associazione culturale  Michelangelo Merisi


L'atto viene effettuato tramite un coltello molto affilato capace di recidere con un sol 11 colpo la gola dell'animale facendo una singola incisione della trachea e dell'esofago. Le arterie carotidi sono così tagliate, permettendo al sangue di defluire. 


Perché questo? Per gli ebrei il misericordioso Yahveh nel Pentateuco (libro della Torat) impone ai suoi seguaci di non toccare e bere il sangue degli animali sacrificati: “nessuna persona tra voi beva sangue perché la vita di ogni carne è il sangue, nel sangue sta la vita“. Per questo motivo è necessario che l’animale venga dissanguato prima di essere consumato. La morte dell’animale avviene in pochi minuti se il taglio è fatto bene, altrimenti per il povero animale l’agonia può durare anche 10 minuti. Questo rito, con qualche diversa modalità, è usato sia dai musulmani che dagli ebrei.  

Qual è la posizione del cristianesimo? I credenti cattolici hanno da tempo abbandonato questo rito anacronistico e incivile, tuttavia soprattutto nel periodo pasquale  e natalizio la chiesa Cattolica benedice le tavole dei credenti che consumano agnelli, conigli, tacchini, vitelli, maiali e tantissimi altri animali…


Filippo Mariani - Accademia Kronos


Agnelli costretti tre giorni nei mattatoi in attesa della morte - Il  richiamo della Foresta - Blog - Repubblica.it

Nessun commento:

Posta un commento