mercoledì 24 marzo 2021

Gli umani e l’Ecosfera

 


Le diverse idee di fondo sui rapporti fra la nostra specie e l’Ecosfera (se volete, la Terra) si possono sintetizzare come segue. La Terra è:

-        un pianeta che ha molti abitanti, animali e vegetali, e forma un insieme a nostra completa disposizione, perché ne siamo “al di sopra”, siamo di natura diversa, oppure perché siamo “i più bravi” (visione dell’Antico Testamento, della tradizione giudaico-cristiana-islamica, della scienza meccanicista e dei cosiddetti “pionieri”);

 -        la nostra casa, quindi ancora qualcosa di inerte: dobbiamo rispettarla e tenerla pulita e bella perché ci viviamo noi umani (visione dell’ecologia di superficie, della scienza “ufficiale” e del cattolicesimo più moderno);

 -        la madre-nutrice di un complesso di esseri viventi, fra cui noi umani: è Pachamama, la Madre Terra. E’ indispensabile alla nostra vita, dobbiamo rispettarla, ma è comunque un Essere distinto da noi (visione spesso presente nelle culture native);

 -        un Sistema Complesso (di esseri senzienti, di ecosistemi, di relazioni fra entità organiche/inorganiche) di cui facciamo parte integralmente come un tipo di cellule in un Organismo. Se vogliamo vivere, assieme a tutti gli altri esseri senzienti, dobbiamo avere come primo valore la salute di questo Organismo;

 -        un Essere Senziente (Gaia), forse anche cosciente, o con un tipo di coscienza diverso dalla nostra, in grado di autocorreggere le piccole deviazioni dalla sua condizione di salute (omeostasi). Noi umani siamo un tipo di cellule, come nella concezione precedente. La salute di Gaia è essenziale per la vita di tutti gli esseri che la compongono, compresi ovviamente gli umani. E’ un’estensione della visione precedente;

  Le ultime due visioni sono proprie dell’Ecologia Profonda, nelle sue diverse sfumature. Le attuali conoscenze scientifico-filosofiche ci dicono che la penultima voce ha un grado di certezza molto elevato, ma lasciano aperta anche l’ultima possibilità, quella di Gaia.



Un sistema immunitario

  Ogni Organismo, o sistema che si comporta come tale, tende a conservare la sua struttura e la sua buona salute: è quindi dotato di capacità omeostatiche, cioè di quello che siamo soliti chiamare sistema immunitario.

 Cosa sta succedendo attualmente nell’Ecosfera? Lo sviluppo economico, caratteristico di un modello umano che ha invaso la Terra, sostituisce materia inerte a sostanza vivente, mette strade, impianti, fabbriche, plastica, cemento, i tragici effetti del ciclo della carne, rifiuti indistruttibili, al posto di foreste, paludi, savane, ghiacciai, praterie, barriere coralline, che sono costituenti naturali dell’Ecosfera. Come si è evidenziato in tempi recenti, i processi della civiltà industriale disarticolano i cicli naturali e provocano estinzioni rapide degli altri esseri senzienti (altri animali, piante, esseri collettivi, ecosistemi), direttamente o indirettamente. Il ritmo delle estinzioni provocate dalla civiltà industriale è circa 10.000 volte più veloce di quello naturale. Pertanto la crescita demografica-economica è una grave patologia della Terra, che, per quanto sopra detto, cercherà di reagire per riportarsi in condizioni di salute, cioè nella sua situazione abituale quasi-stazionaria. Dato l’elevato stato di avanzamento di questa patologia, le probabilità che il Covid-19 sia il primo tentativo di guarigione della Terra sono piuttosto alte.



I vaccini

  Tutte le autorità e in genere il pensiero corrente pensano che i vaccini risolveranno il problema della pandemia e che presto tutto riprenderà come prima, cioè con l’andamento degli ultimi 100-200 anni, dimenticando che la normalità, per l’Ecosfera, è quella degli ultimi milioni di anni, non quella recente “della crescita”.

 Da un articolo di un esperto:

“I vaccini attuali per il Covid non sono vaccini “proteici” come quelli che conosciamo, ma vaccini “genetici” di nuova concezione. Mentre i primi usano il virus stesso attenuato o le sue proteine per suscitare la risposta immunitaria, quelli attuali usano il suo codice genetico.”     Questo discorso non mi piace affatto, anche se non so bene perché.

  Dato che si tratta di una novità non piccola, era proprio opportuno o lecito fare così in fretta a vaccinare tutti? Trovare, sperimentare e iniettare, tutto in pochi mesi? Inoltre, distribuendo quei farmaci a macchia di leopardo e impiegando vaccini notevolmente diversi, mi sembra che venga favorita la comparsa immediata di varianti del virus e quindi la possibilità che vengano fuori molto presto mutazioni insensibili ad ogni vaccino.  Del resto, anche tutti noi, compresi ricercatori e autorità, facciamo parte del Grande Complesso e quindi forse del suo sistema immunitario. Speriamo vivamente che il Covid-19 e le sue mutazioni riescano a far cessare la crescita economica senza  fare ammalare o morire molti umani. 



L’ultima chiamata

  C’è il fondato timore che la fretta sia dovuta alla “disperata” volontà di “ripartire”, cioè di riprendere la crescita economica: quindi si vuole rinforzare sempre di più la causa della malattia dell’Ecosfera.

  In genere qualunque istanza per cercare di arginare i fenomeni causati dai processi industriali e dal modo di vivere di questa civiltà viene trattata, anche dagli oppositori, facendo richieste ai politici, che, quando va bene, promettono green economy, investimenti verdi, sviluppo sostenibile, ma mantengono il primato e il linguaggio dell’economia. Non accenneranno mai a rinnegare la crescita e a mettere in discussione il primato dell’uomo, visto come esterno a tutte le entità naturali: ragionano cioè in base alla seconda delle premesse sopra elencate, che è stata ormai completamente falsificata dalle conoscenze attuali. Le autorità fanno sempre il possibile per continuare la crescita, quindi per aggravare la malattia della Terra, che ha causato l’insorgere del virus e della successiva pandemia.

  Qualcuno dice che l’anno prossimo sarà l’ultima chiamata per prendere provvedimenti validi per il clima, per evitare le estinzioni, per salvarci dall’inquinamento, e così via. In realtà è già largamente troppo tardi, oggi possiamo soltanto rendere meno grave il passaggio a nuovi modelli culturali, ben diversi dalla civiltà industriale. L’ultima chiamata è stata negli anni 70-80 del secolo scorso, quando ancora si parlava di questi problemi globali, quando sono usciti I limiti dello sviluppo, e gli scritti di Konrad Lorenz, Arne Naess, Gregory Bateson, Fritjof Capra, Ilya Prigogine, Raimon Panikkar, Joanna Macy, Ivan Illich, Edgar Morin, Rupert SheldrakeJames HillmannJane Goodall, Frans de Waal, e altri. Soprattutto, quando la popolazione mondiale era di 4 miliardi, la metà di oggi.

  L’ultima chiamata c’è già stata: nessuno ha risposto.

  Inoltre, nell’anno 2000 è stato pubblicato un libro di due studiosi italiani (Sandro Pignatti e Bruno Trezza), Assalto al pianeta, dove si dimostrava l’impossibilità di persistenza del sistema economico attuale.

  Reazione: silenzio totale. Ne riporto un brano:

  L’estate del 1972 non è stata particolarmente calda: non molti avranno notato che stava iniziando una fase nuova dell’assalto al Pianeta. Eppure, più o meno in quel periodo è avvenuto il grande sorpasso: per la prima volta l’energia prodotta dalle attività industriali ha superato il naturale flusso energetico che attraversa la Biosfera. …Dal 1972 diviene evidente che l’attività produttiva guidata dall’uomo è in conflitto con la persistenza dei cicli naturali e rappresenta un assalto alla struttura che sostiene la Vita sul Pianeta.                                                                                (Pignatti-Trezza, Assalto al Pianeta, Bollati Boringhieri, 2000)



I rimedi

 Forse i vaccini salveranno qualche vita umana, ed è già tanto, ma non terranno in piedi la civiltà industriale, che non può continuare, malgrado i disperati tentativi di tutti i politici, le multinazionali, le autorità.

  L’Ecosfera è molto più grande di tutti loro, e di tutti noi.

  La civiltà industriale ha gli anni contati. Secondo Serge Latouche: “Noi che siamo qui in questo momento abbiamo il privilegio fantastico di assistere al crollo della civiltà occidentale. Si tratta di un fatto rarissimo, paragonabile alla fine dell'Impero Romano. Con la differenza che questo si è svolto in un arco temporale di 700 anni, mentre il crollo della nostra civiltà si compirà in meno di trent'anni”.   (da: Scommettiamo sulla decrescita).

  Sorvoliamo sul “privilegio fantastico”. Sarà solo la civiltà industriale, o tutto l’Occidente? Cosa si può fare, per almeno attenuare i guai del periodo transitorio, prima di pervenire a nuovi modelli culturali? Controllo delle nascite, ragionamento sistemico, fine della competizione, alimentazione quasi-vegetariana, fine dei combustibili fossili, abolizione dei pesticidi, permacultura, abolizione della plastica, fine degli indicatori economici, fine dell’antropocentrismo. Con qualche gradualità. E non abbattere mai alberi. Per i trasporti: pochi spostamenti, poi treno, bici, gambe.

 Per l’energia: soltanto dal Sole, come fa la Terra.

 Il vero problema insormontabile sono gli 8 miliardi di umani nel mondo.

  E l’Italia? Si può cominciare con un nuovo Articolo uno nella Costituzione: L’Italia è una Repubblica fondata sul Mondo Naturale. Invece, come primo rimedio verso la pandemia, si è chiuso tutto ciò che è piacevole e amatoriale, cultura, istruzione, svago, passeggiate, ritrovi, conferenze, spettacoli, ma si è tenuto attivo tutto ciò che è “lavoro produttivo”, o competizione agonistica. Come al solito, si è data la precedenza all’economia. Si può provare a ribaltare questa strategia.

 Il nuovo, utopistico slogan: Aprire le scuole, chiudere le fabbriche.


Guido Dalla Casa 



Fonte: https://www.ariannaeditrice.it/articoli/i-vaccini-non-salveranno-questo-mondo

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