Identificare i rifiuti, implementarne la raccolta e favorirne il riciclo. Da studi effettuati si stima che ogni anno tra 5 e 12 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica vengono gettati in mare e quindi che ne siano già stati accumulati oltre 150 milioni di tonnellate negli oceani di tutto il mondo. Il 2-5 % di tutta la plastica prodotta finisce quindi negli oceani, di cui una parte sotto forma di microplastica; In particolare, nel 2017 l’ONU ha dichiarato che ci sono 51.000 miliardi di particelle di microplastica nei mari.
L’inquinamento delle acque del nostro pianeta è a uno stadio così avanzato che, secondo Greenpeace, sono almeno 170 le specie contaminate dalla plastica tra pesci, mammiferi marine, uccelli e tartarughe. Gli organismi marini ingeriscono sempre più plastica, e sempre più ne finisce, come conseguenza, nei nostri piatti, con gravi ricadute sulla salute umana.
Nasce così il progetto Maelstrom, finanziato dall’Unione Europea, che mira a sviluppare e testare soluzioni tecnologiche eco-sostenibili per l’identificazione, la rimozione e la trasformazione dei rifiuti recuperati da oceani, mari e ecosistemi fluviali.
Il progetto si occuperà di sviluppare un applicazione che consentirà di gestire:
1) La segnalazione e la geolocalizzazione di siti inquinati da parte del pubblico coinvolto o di associazioni.
2) Il tracciamento dei materiali recuperati sugli stessi siti con analisi qualitativa e quantitativa.
3) Seguirne lo smistamento ed il recupero effettuato dai partner di progetto.
Fonte: A.K. Informa - Aprile 2021
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