giovedì 29 luglio 2021

Proposte di aggregazione territoriale in chiave bioregionale

 


La Rete Bioregionale Italiana nel corso degli anni ha avanzato diverse proposte per la riorganizzazione amministrativa in chiave bioregionale, soprattutto per il centro Italia. In particolare, essendo la Rete nata in provincia di Viterbo (ad Acquapendente nel 1996) ed essendo io a quel tempo, referente della bioregione Tuscia e residente a Calcata, situata ai limiti della Provincia viterbese, mi occupai di promuovere l'idea bioregionale  in particolare presso le istituzioni  dell'area metropolitana di Roma e della Regione Lazio (vedi: https://www.google.com/search?q=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&oq=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&aqs=chrome..69i57j33i160.10916j1j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8).  



A titolo esemplificativo qui di seguito riporto alcune delle proposte avanzate durante la Tavola Rotonda "Città regione bioregione" che si tenne a Faleria il 4 ottobre 2008:

1)      Aggregazione delle aree omogenee e culturalmente affini dell’alto Lazio ed Umbria, in seguito alla costituzione della area metropolitana di Roma Capitale. In questo contesto si prefigura la formazione di una nuova bioregione, chiamata Etruria,   integrando le province storiche di Viterbo, Rieti, Perugia e Terni con le  nuove formazioni provinciali di  Agro Falisco (Civita Castellana),  Bassa Maremma (Civitavecchia) e Bassa Sabina (Monterotondo), da questa unione  ne risulterebbe una Regione dalle  ampie risorse e possibilità di sviluppo.

2)      Analisi programmatica  socio-economica  per la nuova Regione Etruria   in chiave di mantenimento delle potenzialità,  esaminando il necessario ridimensionamento delle dipendenze inquinanti funzionali alla soddisfazione delle esigenze metropolitane. Il territorio chiede autonomia e anche la città metropolitana deve autoregolamentarsi verso una sussistenza ecologica, che tenga conto della presenza  osmotica del territorio circostante.

3)      Aggregazione dei piccoli comuni in entità giuridiche più significative, per una facilitazione amministrativa e risparmio nelle spese generali, per un miglioramento dei servizi ed ottimizzazione delle risorse condivise, in tal senso si porta l’esempio di Calcata e Faleria che di fatto sono assolutamente unite, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista morfologico territoriale.

Durante  l’ultimo giorno del convegno, il 5 ottobre 2008,  furono  avanzate altre proposte ambientali e  culturali, come ad esempio l’ampliamento dell’area protetta della Valle del Treja, comprendendovi tutti i comuni del bacino imbrifero e delle forre. Come l’integrazione migliorativa ed il coordinamento delle attività produttive ceramiche. Come la valorizzazione delle risorse ambientali in quanto ricchezza condivisa e  polmone verde necessario alla sussistenza della vivibilità di Roma. Come la promozione di attività ludiche, artistiche, artigianali e culinarie che garantiscano vivibilità ecologica,  appetibilità turistica ed autonomia economica. Come la difesa della produzione agricola naturale e la salvaguardia delle sementi originarie. Ed altro ancora...

Paolo D'Arpini



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