Sono tante, vero? e aumenteranno sempre di più, anche perché nessuno le raccoglierà per la paura del contagio e nella migliore delle ipotesi, rimarranno dove sono, altrimenti voleranno col vento e planeranno sui campi, nei fiumi e nei mari.
Dall’inizio della pandemia, sono finite negli Oceani un miliardo e 600 milioni (circa 5.500 tonnellate) di mascherine, che non servono alla fauna marina, perché pesci, crostacei e anfibi non vengono contagiati dal Covid-19.
Le mascherine sono "biodegradabili" quanto le bottiglie di plastica e i pannolini, cioè tra 450 anni forse saranno riassorbite nell’ambiente e smetteranno di rilasciare sostanze chimiche e biologiche nocive, come il bisfenolo A, metalli pesanti e microrganismi patogeni. Le mascherine sono anche più pericolose delle bottiglie di plastica, perché a differenza di queste ultime, di cui circa il 25% viene riciclato, al momento sono smaltite come rifiuto solido.
Inoltre, quando si diffondono nell'ambiente, possono rilasciare microplastiche, in modo più facile e veloce delle plastiche sfuse come i sacchetti di plastica, un impatto che può essere aggravato da quelle di nuova generazione, le cosiddette nanomascherine.
Selene Calloni Williams - scw@selenecalloniwilliams.com
Nota - Giovedì alle 19, non perderti la nuova diretta su ClubHouse con Selene e Michaela K. Bellisario: https://www.clubhouse.com/event/PDeb3VNr. Si parlerà degli animali che continuano a soffrire e a essere uccisi dalla scelleratezza e dalla superficialità umana.
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