giovedì 30 dicembre 2021

Strenna di buon augurio per il 2022



Stiamo salutando l’inizio di un nuovo anno, questo dal punto di vista astronomico è corretto in quanto il momento corrisponde al solstizio invernale ed alla ripresa dell’allungamento delle giornate.  Tra l’altro, in chiave religiosa, la nascita di Gesù sta a significare l’avvio di una nuova stagione  umana e quindi si può dire che con lui nasce un  “nuovo anno”  morale.

“Il Figlio.   Siedi in silenzio e avvolgi le tue parole nella nebbia di dicembre, ascolta il vento mentre raccoglie le ultime foglie di un autunno fiorito e sposa gli occhi insonni della Madre, sul volto del Figlio. Lui, che ancora tace il fiume immenso del nobile verso a cui il Padre diede voce un tempo e che incontra da sempre l’incenso di umane preci strette nella morsa di lacrime nere, rivolte al cielo di un sacro Presepio, tra umili amanti che scrivono finalmente liberi il nome di Dio nel libro dell’umana storia.” (Antonella Pedicelli)

Ma dal punto di vista della natura il nuovo inizio  si avverte con la primavera ed infatti in tutto il mondo il principio del nuovo anno era coincidente con il mese di marzo ed in questo mese era posta la tradizione della “strenna”. 

Gli antichi romani erano solito regalare un vassoio bianco con fichi e miele,  sul vassoio erano posti anche ramoscelli di alloro chiamati appunto “strenne”. In realtà il nome “strenna” ha origini ancora precedenti, risalenti a quando (prima del 191 A.C.)  il calendario riportava il capodanno al primo marzo. In quella data, davanti alle porte del Rex Sacrorum, delle Curie e del tempio di Vesta,  venivano posti ramoscelli di alloro in sostituzione di quelli ormai secchi dell’anno prima, questi ramoscelli venivano staccati da piante lungo una via consacrata ad  una dea di origine sabina che si chiamava appunto Strenia.   Il termine latino “strena”: presagio fortunato, deriva probabilmente proprio dalla dea Strenia,  portatrice di fortuna e felicità. La leggenda attribuisce l’inizio di questa usanza a Tazio,  sembra infatti sia stato proprio il re dei Sabini ad avere per primo l’idea di questo dono. 

Ed ora  vi offriamo  una strenna poetica,  dedicata agli animali ed alla natura.



FILASTROCCA DI CAPODANNO  di Gianni Rodari 

voglio un gennaio col sole d’aprile,

un luglio fresco, un marzo gentile;

voglio un giorno senza sera,

voglio un mare senza bufera;

voglio un pane sempre fresco,

sul cipresso il fiore del pesco;

che siano amici il gatto e il cane,

che diano latte le fontane.

Se voglio troppo, non darmi niente,

dammi una faccia allegra solamente. 


Ciao a Tutti, Paolo D'Arpini




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