giovedì 5 ottobre 2023

Migrazioni di massa. Un'analisi di Vincenzo Brandi



Proseguono in Italia ed altrove dibattiti e polemiche sul problema dei migranti che sempre più numerosi premono alle frontiere dell’Europa. La “destra” affronta l’emergenza in modo vessatorio e demagogico, ma anche il centro “democratico-liberale” e talvolta anche la “sinistra” affrontano il problema senza riuscire ad uscire da una dimensione puramente umanitaria, che evita spesso di entrare nei problemi globali e di fondo, risultandone a volte una demagogia opposta.

 
La destra italiana – pur senza giungere agli eccessi delle destre al potere nei paesi europei dell’Est, che si limitano al divieto assoluto di ingresso dei migranti elevando muri, così come del resto fanno anche gli Stati Uniti nei confronti dei migranti latino-americani - ha sfornato delle iniziative legislative veramente incredibili. La più nota è quella di imporre ai migranti provenienti da paesi considerati “sicuri” (cioè quelli dove i migranti espulsi e ritornati non rischierebbero la vita) una cauzione di circa 5000 Euro se non vogliono finire nei Centri di Identificazione ed Espulsione (dove comunque sono rinchiusi tutti i migranti in attesa di identificazione e di controllo del loro diritto ad essere accolti come rifugiati). La Corte di Giustizia Europea aveva già bocciato in passato iniziative del genere.
 
D’altra parte non può nemmeno funzionare l’atteggiamento che talvolta traspare nelle esternazioni della “sinistra”, quello del “facciamoli entrare tutti”, con la prospettiva di finire anche preda di “caporali” senza scrupoli che li assumono a 2 Euro l’ora per i lavori agricoli, o finire in giri di prostituzione o criminali in caso di mancata possibilità di inserimento.
 
Il problema originario di base riguarda in realtà centinaia di milioni di persone, o forse miliardi, oppressi dalla povertà e da regimi autoritari al servizio delle vecchie potenze imperialiste e coloniali. Se tutte queste persone si mettessero contemporaneamente in moto (invece di quei gruppi limitati che si muovono attratti dal mito del paese di Bengodi che ai loro occhi è l’Europa) ne seguirebbe una totale destabilizzazione. Il profondo disagio economico di paesi dell’Africa e dell’Asia (o del Centro e Sud America nel caso americano) è l’effetto del mancato sviluppo indotto dal passato coloniale o semi-coloniale imposto a questi paesi, e dal permanere di fenomeni di sfruttamento neo-colonialista, o da fenomeni di aperta aggressione militare. Come esempio di ciò ricordiamo la situazione dei paesi dell’Africa Occidentale costretti ad usare un particolare tipo di Franco Francese prodotto dalla Banca Centrale di Francia, presso cui devono anche depositare l’85% delle loro riserve finanziarie. Sono inoltre obbligati a chiedere il permesso dell’ex potenza coloniale se vogliono commerciare o avere rapporti economici con paesi terzi. In caso di tentativi di ribellione possono intervenire le truppe francesi come nel 2011 in Costa d’Avorio, quando il presidente indipendentista Gbagbo e la moglie furono arrestati dalle truppe francesi e addirittura portati di fronte al Tribunale Penale dell’Aja (che solo dopo anni di detenzione li ha assolti dall’accusa di violazione dei diritti umani). Altri casi eclatanti sono quelli della distruzione della Libia nel 2011 (uno stato che il governo di Gheddafi aveva portato ad essere quello con più alto tenore di vita dell’Africa, ma che aveva commesso il peccato di progettare una Banca Africana in concorrenza con quella francese e con il Fondo Monetario Internazionale) e il tentativo di destabilizzare uno stato laico e socialista come la Siria (in parte fallito). Prima, dalla Siria e dalla Libia non fuggiva nessuno. Ora abbiamo milioni di profughi siriani e la Libia è diventata un buco nero che ha permesso l’espandersi del Jihadismo in Africa, con conseguenze devastanti e la creazione di torme di richiedenti asilo. Per fortuna qualcosa sta cambiando: vedi le rivolte antifrancesi in Burkina Faso, Niger, Mali, Guinea.
 
Quello che fa più rabbia è l’ipocrisia ed il doppio standard di certi “democratici” europei ed italiani (vedi PD), che sono quelli che hanno maggiormente spinto per le aggressioni a Libia e Siria ed oggi si stracciano le vesti sui poveri migranti da salvare (causati da loro). Un caso emblematico è quello della Ministra degli Esteri tedesca, la verde” Annalise Baerbock che è in Germania il politico più assatanato nel chiedere la continuazione della guerra della NATO alla Russia (d’altra parte i “verdi” tedeschi si muovono sulle orme insanguinate del loro ex Ministro degli Esteri Joschka Fischer, il più accanito sostenitore della guerra alla Jugoslavia negli anni ’90). Guarda caso, la ministra è quella stessa che finanzia le ONG tedesche che vanno a “salvare” i migranti che poi i Tedeschi si rifiutano di accogliere scaricandoli in Italia (che è quanto meno una cosa singolare al di là di ogni considerazione ideologica). Naturalmente ciò non significa che tutti coloro che affrontano deserti e pericolose traversate in mare per giungere in Europa non vadano salvati in un clima di piena solidarietà. Ma non basta. I militanti della sinistra sono chiamati a battersi per un mondo nuovo multipolare dove i rapporti tra gli stati avvengano ad un livello paritario, senza padroni imperialisti e stati vassalli e dove venga affrontato, con accordi internazionali di sviluppo e sostegno, il tema dell’uscita dalla povertà su cui già alcuni paesi (vedi la Cina) hanno operato con successo.
 
Vincenzo Brandi



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