martedì 28 novembre 2023

Emissioni climalteranti prodotte dal trasporto aereo...

All'attenzione dei Rappresentanti dei Governi che partecipano alla conferenza di Dubai sui cambiamenti climatici - UNFCCC COP 28 (30 novembre al 12 dicembre 2023)


L’obiettivo principale dell’ISDE Italia è quello di occuparsi della tutela dell’ambiente, sia a livello locale che globale, per prevenire e contrastare così le malattie e favorire, in un ambiente sano, condizioni di vita dignitosa e di salute per tutti.

E’ ormai evidente a tutti quanto inquinamento ambientale e l’emergenza climatica stiano portando il pianeta, la specie umana e tutte le altre specie viventi ad un punto di non ritorno. Si deve agire subito e su più fronti, come ci invita a fare la comunità scientifica internazionale, l’ONU nella persona del suo segretario generale António Guterres e anche la recente esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco.

Quindi dobbiamo intervenire bene e senza più colpevoli ritardi contrastando la perdita di biodiversità, l’alterazione degli habitat, e i cambiamenti climatici, attraverso processi produttivi industriali ed agricoli basati sull’economia circolare, con il ricorso a fonti energetiche veramente rinnovabili, un nuovo tipo di mobilità e più sani stili di vita individuali e collettivi. Preservare l’ambiente e contrastare le pandemie, come la recente da SARS-CoV-2 (Covid-19), passa anche nella incessante ricerca della pace attraverso le vie diplomatiche.

Tutte le guerre, come anche la guerra in Ucraina e il sanguinoso scontro in Medio - Oriente, hanno un pesantissimo impatto oltre che per la perdita di vite umane anche in termini di devastazione ambientale e di inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli.

Ed è da tenere  presente inoltre che il settore bellico mondiale contribuisce notevolmente ai cambiamenti climatici per l’utilizzo di combustibili fossili per le navi, gli aerei, i mezzi corazzati e lo spostamento di truppe e la produzione di bombe, razzi e munizioni.

Vogliamo richiamare qui la vostra attenzione in particolare sul trasporto aereo che per le sue emissioni nocive contribuisce in modo rilevante all’inquinamento ambientale e ai cambiamenti climatici e danneggia la salute delle persone.

Proprio per questa consapevolezza, più di quindici anni fa, abbiamo costituito un gruppo di studio specifico sul tema: "Il trasporto aereo come fattore di inquinamento ambientale e rischio per la salute", coordinato dalla dott.ssa Antonella Litta.

Il traffico aereo è infatti una rilevante fonte di emissioni di polveri (particolato-PM) e gas nocivi ad effetto serra e contribuisce fortemente non solo al cambiamento climatico e all'inquinamento atmosferico, ma anche all'inquinamento acustico ed elettromagnetico, come dimostrato da un sempre più vasto numero di articoli e ricerche scientifiche.

Negli ultimi decenni, il traffico aereo ha registrato una fase di crescita pressoché costante- fatta eccezione per i periodi di lockdown dovuti alla pandemia da Covid19-  soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche “mordi e fuggi” determinando così un incremento importante del suo impatto negativo sull’ambiente, soprattutto in termini di inquinamento atmosferico, acustico e importante contributo ai cambiamenti climatici.

Nel 2022, il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC ha rilevato che sono necessarie riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento a 1,5 °C e che il settore dell’aviazione è ancora ben lontano da provvedimenti utili ad ottenere questo contenimento.

Secondo il Report  European Aviation Environmental 2022

(https://www.easa.europa.eu/eco/eaer/downloads#download-summary-2022)

le emissioni di inquinanti atmosferici prodotte dal settore dell’aviazione sono aumentate nell’Unione Europea. In particolare le emissioni di CO2 di tutti i voli in partenza dagli aeroporti EU27+EFTA hanno raggiunto i 147 milioni di tonnellate nel 2019, con un aumento del 34% rispetto al 2005.

Sempre secondo questo Report il numero di voli dagli aeroporti EU27+EFTA è cresciuto del 15% tra il 2005 e il 2019 fino a raggiungere i 9,3 milioni, mentre i passeggeri-chilometri sono quasi raddoppiati (+90%). Tuttavia, i voli sono diminuiti a soli 5,1 milioni nel 2021 a causa della pandemia COVID-19.

Il 29 ottobre 2016 ISDE Italia ha promosso a Firenze la I Giornata nazionale di studio sugli effetti sanitari e ambientali del trasporto aereo. 

Il convegno ha voluto illustrare e proporre alla attenzione dell’opinione pubblica quanto dimostrato ormai da decenni di ricerca scientifica ovvero che il trasporto aereo contribuisce in modo rilevante ai cambiamenti climatici e che le strutture aeroportuali con le connesse attività sono fonti consistenti di inquinamento ambientale e rappresentano un rischio concreto per le popolazioni residenti in prossimità degli aeroporti e per gli stessi lavoratori di questo settore.

Anche Papa Francesco, nel suo discorso ai partecipanti all'incontro su "Economia di comunione" del 4 febbraio 2017, ha sottolineato come: "Gli aerei inquinano l'atmosfera ma, con una piccola parte del costo del biglietto, pianteranno alberi per compensare parte del danno creato”.

Purtroppo sia dal protocollo di Kyoto e finora anche dalle più recenti conferenze internazionali sul clima (Parigi COP 2015, Marrakech COP 2016 e Katowize COP 2018, Madrid COP 2019, Glasgow 2021, Sharm El Sheick 22), non è venuta alcuna disposizione e indicazione concreta e vincolante circa l’urgente necessità di ridurre il trasporto aereo e questo rende più difficile il raggiungimento dell'obiettivo di limitare l'aumento della temperatura globale media entro i 2 ° C, rispetto ai livelli di temperatura globale del periodo preindustriale.

Da segnalare inoltre che i piani di miglioramento della qualità dell'aria predisposti nelle principali città in Europa, USA e Asia, non inseriscono ancora la riduzione e la razionalizzazione del traffico aereo tra le misure per contrastare l’inquinamento dell’aria e i cambiamenti climatici.

Per quanto sopra esposto, riteniamo che i Paesi che partecipano alla prossima conferenza sui cambiamenti climatici dovrebbero predisporre programmi nazionali e internazionali di riduzione e razionalizzazione del trasporto aereo, al fine di contrastare concretamente i cambiamenti climatici e limitare il rischio sanitario per le comunità esposte.

Per queste importanti ed obiettive ragioni inviamo in allegato alcuni contributi scientifici su questo argomento.

L'articolo "Trasporto aereo e clima", in particolare, fornisce un quadro dettagliato dei problemi ascrivibili al trasporto aereo in Italia.

Inoltre segnaliamo la recente pubblicazione “Pulire l’aria. La vergogna di volare”, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2020 ed alleghiamo anche una rilevante bibliografia internazionale su questo argomento.

ISDE Italia auspica vivamente che la prossima Conferenza sui cambiamenti climatici (UNFCCC COP 28) che si svolge a Dubai porti a decisioni concrete che vincolino tutti i Paesi partecipanti a ridurre le emissioni prodotte dal trasporto aereo che tanto impatto negativo hanno su clima, ambiente e salute.

Grazie per l’attenzione,                                              

Dr. Roberto Romizi













Presidente dell'Associazione Medici per l'Ambiente


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