tanti anni fa ho vissuto periodo in un ecovillaggio sulle prime pendici del pollino in una valle a poca distanza dal mare di diamante in calabria. in una stanza di un vecchio edificio in cemento a due piani con mansarda e terrazzo. questa stanza era magica e forse il posto più bello dove abbia mai dormito. dalla finestra di questa stanza si vedevano il sole e la luna sorgere e le stelle brillare nello scorcio di cielo notturno. dalla finestra di questa stanza si sentivano le rane gracidare nel vicino torrente. la finestra di questa stanza si affacciava sul giardino dove si svolgevano le feste e dove si trovava il forno a legna per cuocere il pane e le pizze. in questa stanza ho ascoltato storie incredibili e racconti meravigliosi. in questa stanza, al mattino presto si sentiva carlo in cucina suonare la chitarra e cantare le canzoni di de andre. a volte ci pioveva pure dal piano di sopra. in questa stanza sembrava di vivere in una favola, dalla finestra comparivano asini cani gatti galline uccelli. in questa stanza ho capito il vero valore della vita e della diversità. in questa stanza mi sono illuminato… forse, e sono diventato uomo. al ramo che fuoriesce dall’albero dipinto sul muro è appesa la mia giacca da metal meccanico indossata per un decennio durante l estate nei laboratori con la terra cruda.
un altro periodo ho vissuto in un altro ecovillaggio il giardino della gioia e abitavo in una yurta, nei paraggi si manifestava spesso lo spirito della terra calibano feroce cinghiale, una sera fece un buco con una zanna nella pancia di tommy cane coraggioso che comunque sopravvisse… ariele lo spirito dell’aria come nella tempesta si manifestava attraverso i suoni della natura il frinire ossessivo delle cicale il fragoroso coro delle mucche podoliche, i richiami gutturali del pastore felice di nome e di fatto, il canto degli uccelli, il ronzare degli insetti, il vento tra le fronde degli alberi, il trillo rilassante dei grilli notturni e la risacca del mare. si dice che quando smette di cantare l’ultima cicala, nell’attimo prima che inizi a cantare il primo grillo la terra tiri un sospiro di sollievo. infatti al tramonto eravamo sempre la in silenzio seduti a sentire il respiro della terra e guardare i luminescenti tramonti del sole sul mare del gargano...
infatti, tutto è relativo se riusciamo a cogliere l’attimo tra le fratte profumate della vegetazione mediterranea al tramonto superiamo in un attimo timori e ansie e ci liberiamo ringraziando il cielo e la terra per la grazia ricevuta e anche di tutta la bellezza compresa la nostra sui prati freschi fradici di esistenza. talmente inebriati camminiamo a piedi nudi solitari nella campagna senza renderci conto persi nell’ebrezza del piacere dell’essere.
tu io noi un buon libro il cielo da guardare la terra da calpestare l’aria da respirare. abbiamo capito da tempo chi siamo e dove siamo, frammento in lento movimento: immagino incontri senza storia fuori dalla storia allora ecco che in un paesino a noi quasi sconosciuto un bel giorno mi capitò la piacevole avventura di imbattermi in Saul Arpino detto il Parmenide, un vero e proprio giramondo, un filosofo alla sua maniera, che ripeteva spesso… la memoria, la vita la cancella perchè si accontenta del presente. Siamo sempre presenti nel luogo in cui siamo… per il riconoscimento della coscienza nella coscienza… ed in questa coscienza noi sempre siamo…
Ferdinando Renzetti - Bioregionalista pescarese doc
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