“Mobilitare le immense risorse dell’Europa a difesa della democrazia e ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di farci del male” sono le parole scelte da Ursula von der Leyen per inaugurare le nuove politiche di riarmo dei paesi aderenti all’UE che prevedono, secondo le stime, oltre 800 miliardi di euro per ingrassare le tasche dei pescecani della guerra e per conformare ulteriormente l’indirizzo economico dei paesi UE alla produzione di guerra, il cosiddetto piano Rearm Europe.
Miliardi di euro utili a foraggiare l’economia di guerra che, in parole povere, significa aumento del carovita, chiusura delle aziende che non producono direttamente o indirettamente per foraggiare la Terza guerra mondiale, diminuzione di diritti e tutele per i lavoratori, erosione dei salari.
Ursula von der Leyen spinge affinchè sia l’UE a farsi carico di ciò che gli USA, tramite il sostegno militare di molti paesi NATO, non è riuscita a fare: continuare la guerra contro la Federazione Russa fino all’ultimo ucraino e fino all’ultimo centesimo che può essere spremuto dalle tasche dei lavoratori. Nei fatti, l’UE e i guerrafondai nostrani con il piano Rearm Europe non fanno altro che proseguire la linea tracciata dai vertici NATO e da Trump: aumentare la spesa militare di miliardi e miliardi di euro, investire in sempre più sofisticati strumenti di guerra e devastazione del pianeta, ingrassare ancor di più le tasche dei vari Lookheed Martin, RWM, Leonardo, Elbyt System, Boeing, BAE System, Raytheon Technologies e le altre aziende e multinazionali capofila della produzione di armamenti per lo più attivi con i propri affari nei paesi NATO e associati.
In Italia a fare eco alle fanfare di guerra di Ursula von der Leyen e a fare da stampella all’impegno militare del governo Meloni c’è Michele Serra e la direzione del quotidiano Repubblica, di proprietà del gruppo GEDI (quindi del fondo Exor nelle mani della famiglia Agnelli-Elkann con interessi diretti nella produzione di armamenti tramite la Iveco-Defence e altre aziende), attraverso la promozione della mobilitazione “Una piazza per l’Europa” del prossimo 15 marzo a Roma.
In nome della “libertà”, della “sicurezza”, della pace a suon di riarmo e promozione della Terza guerra mondiale, Partito Democratico e suoi cespugli, Calenda, Renzi, persino il sindaco di Roma Roberto Gualtieri invitano “a partecipare tutti coloro che si sentono europei e vogliono ritrovarsi sotto al solo colore che li rappresenta, il blu della bandiera dell'Unione Europea”. Quella stessa bandiera promotrice delle politiche lacrime e sangue di austerità del Governo Monti, dei vincoli di bilancio, dell’aumento a dismisura del debito pubblico, della privatizzazione dei servizi pubblici e della svendita della sovranità del nostro paese in nome di banche e speculatori di ogni latitudine.
La piazza convocata a Roma da Michele Serra e dal quotidiano Repubblica sostiene nei fatti la promozione della Terza guerra mondiale e il coinvolgimento del nostro paese nella spirale di guerra, in linea con le iniziative finora promosse dal Governo Meloni che non a caso, da finta sovranista di cartone, tace e quindi appoggia la linea imposta da Ursula von der Leyen.
La manifestazione “Una piazza per l’Europa” del 15 marzo 2025 a Roma va disertata, boicottata e contestata!
Coordinamento Nazionale No Nato - coordinamentonazionalenonato@
P.S. - Il Coordinamento Nazionale No Nato si unisce a tutti coloro intendono promuovere contro-manifestazioni, a tutti coloro che intendono, con iniziative di ogni tipo, contestare la manifestazione a sostegno dei guerrafondai UE!
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