giovedì 17 gennaio 2013

Cern e nuvole... per capirci qualcosa sui cambiamenti climatici

Foto di Gustavo Piccinini


Gli scienziati del Cern di Ginevra non fanno solo scontrare fasci di
particelle ad alta energia alla ricerca di altre particelle più rare.
E neanche passano il tempo a scrivere e girare film su una possibile
invasione di zombie all'interno del Large Hadron Collider. Per lo meno
non tutti. I ricercatori del progetto Cloud (Cosmics Leaving OUtdoor
Droplets) infatti lavorano per svelare uno dei più antichi enigmi
dell'Universo, quello della formazione delle nuvole.

Apparentemente la questione sembra abbastanza chiara, come spiega Fast
Company: la formazione delle nuvole avviene quando piccole particelle
nell'atmosfera diventano grandi abbastanza attraverso condensazione o
coagulazione per diventare nuclei di condensazione, ovvero semi da cui
si formano le nuvole. Ma questo processo di formazione dei semi non è
ancora ben compreso.

Per esempio, nella metà dei casi queste particelle di aerosol si
formano sulla superficie terrestre a partire da spray marino o da
polvere del deserto. “Nell'altra metà dei casi” spiega il responsabile
del progetto Jasper Kirkby in un'intervista a Yale e360 “avviene
invece la condensazione di piccolissime quantità di vapore
nell'atmosfera, che si condensano a formare piccoli cluster molecolari
che poi crescono e diventano abbastanza grandi da formare semi delle
nuvole”. Come funzioni questo processo ancora non è chiaro.

Lo strumento con il quale il team svizzero – in realtà internazionale
in quanto ne fanno parte fisici provenienti da ben nove paesi – punta
a svelare il meccanismo di formazione delle nuvole è un grosso bidone
di metallo, chiamato la Cloud Chamber. “In realtà”, sottolinea lo
scienziato, "è un bidone veramente high tech. Infatti è probabilmente
il più pulito bidone della spazzatura al mondo: ha un un numero
talmente basso di contaminanti che ci permette di ricreare le
condizioni che esistono alle altitudini alle quali si formano le
nuvole”.

Questo bidone, gli scienziati del Cern lo usano come una grossa
pentola nella quale mescolano diverse quantità di acqua, vapori, e
composti chimici per simulare il processo di formazione dei nuclei di
condensazione delle nuvole. Poi gli scienziati cuociono questa zuppa
con diverse intensità di raggi cosmici e la studiano con gli strumenti
che circondano la stanza. Capire l'influenza della radiazione cosmica,
il flusso di particelle cariche che dallo spazio esterno colpisce
continuamente la Terra, in questo meccanismo di formazione delle
nuvole, è l'altro enigma che il gruppo di Kirby vorrebbe spiegare.

Infatti alcuni scienziati e scettici del Climate Change hanno
recentemente suggerito che una riduzione della radiazione cosmica
nelle ultime decadi abbia causato una minore formazione di nuvole
nell'atmosfera e questo avrebbe invece fatto aumentare la quantità di
energia solare arrivata sul Pianeta.

L'effetto finale di questo processo sarebbe il riscaldamento globale.

Secondo il ricercatore britannico non ci sono prove a sostegno di
questa teoria, ma Kirby spera che il loro esperimento possa gettare
luce una volta per tutte sulla vicenda.


 Caterina Visco

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