domenica 3 agosto 2014

Ebola viaggia sulle carrette del mare?


Secondo il nostro Ministero della Salute non ci sono problemi (?!), tuttavia ammette l’esistenza di «un rischio remoto di importazione dell’infezione», ma ricorda che «l’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non ha collegamenti aerei diretti con i Paesi in cui è presente ebola e che altri Paesi europei stanno implementando misure di sorveglianza negli aeroporti». «Riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare - si legge ancora -, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione e sarebbero, a prescindere dalla provenienza, valutati per lo stato sanitario prima dello sbarco, come sta avvenendo attraverso l’operazione “Mare Nostrum”».

E qui già non siamo d'accordo, si perché se un immigrato manifesta l'infezione durante la traversata prima d'arrivare sulle nostre coste, finirà per infettare buona parte dei suoi compagni di viaggio.

Ebola infatti si trasmette per contatto diretto, immaginate quindi stipati come sono cosa vuol dire contatto. Arriva così il malato di ebola, viene subito messo in quarantena, mentre tutti gli altri che nel frattempo stanno bene, ma che stanno incubando la malattia, vengono dirottati nelle già affollate strutture di accoglienza. Immaginate cosa potrebbe accadere poi. Ormai alle dichiarazioni trionfalistiche e ottimistiche del nostro governo non ci crede più nessuno, visto che giorno dopo giorno precipitiamo sempre di più in un baratro sociale ed economico senza fine. Non siamo quindi tranquilli soprattutto se ebola, come teme l'OMS, diventerà una pandemia mondiale.

L'Inghilterra e gli USA invece sono più realisti di noi. Per questi Paesi il virus, che ha già ucciso circa 800 persone è infettato almeno altre 3000 individui, è diventato ufficialmente «una minaccia», secondo quanto ha dichiarato alla Bbc il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond.

Il comitato d'emergenza 'Cobra' (Cabinet Office Briefing Room A) sulla diffusione della malattia si è riunito il 30 luglio a Londra. Anche se non sono stati registrati casi nel Paese, il governo di Sua Maestà ha ritenuto necessario alzare il livello di guardia negli aeroporti e per chi proviene dall'Africa.

In particolare negli USA le autorità sanitarie, hanno messo in guardia gli addetti alle dogane e lo staff di servizio negli aeroporti, invitati a prestare la massima attenzione ai sintomi dei passeggeri che potrebbero rivelare l'insorgere della malattia. Un avviso urgente è stato diramato anche in Inghilterra soprattutto ai medici generici..

Intanto in Africa la Liberia ha sospeso tutte le partite di calcio per limitare i rischi di contagio (che nel Paese ha già colpito 300 persone uccidendone 139), la presidente Johnson Sirleaf ha ordinato la chiusura delle frontiere e la messa in quarantena delle comunità più colpite. E la principale compagnia aerea della Nigeria ha deciso di non effettuare più voli né in Liberia, né in Sierra Leone. Altri Paesi vicini al focolaio del virus stanno per chiudere le frontiere.

Da noi la Farnesina sconsiglia di intraprendere viaggi nell'Africa Sub - sahariana, ma chi per lavoro non né può fare a meno, consiglia di evitare il contatto con malati e/o i loro fluidi corporei ed evitare il contatto con i corpi e/o fluidi corporei di pazienti deceduti, oltre alle altre semplici e generiche precauzioni è consigliato di evitare in maniera tassativa contatti stretti con animali selvatici vivi o morti, di evitare di consumare carne di animali selvatici, di lavare e sbucciare frutta e verdura prima del consumo, e, infine, lavarsi frequentemente le mani.

Ma se la situazione dovesse degenerare in maniera incontrollabile, come la mettiamo con il continuo traghettamento di migranti dalle coste africane alle nostre? Che facciamo, respingiamo tutta questa povera gente in mare aperto o cos'altro? Il nostro governo ha pensato a tutto questo? Ha predisposto un piano B? Oppure, come spesso accade, si resta nel vago, nell'indecisione più completa, sperando che qualche buon Dio provveda ad affrontare problemi che noi non riusciamo a risolvere.

Accademia Kronos

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