martedì 18 settembre 2012

Bioregionalismo - Salviamo l'agricoltura contadina dalle rapaci mani delle multinazionali del cibo

Nutrire con amore - Collage di Vincenzo Toccaceli
 
 
La Ue e con lei le lobbies dell'agribusiness contro l'agricoltura contadina.

Non se ne può più, ogni mese, quasi  ogni settimana, ogni giorno? Hanno cominciato condannando l'associazione francese e internazionale Kokopelli nella vertenza che l'aveva vista contrapposta lla ditta sementiera Baumaux, la corte costituzionale ha deciso che non è possibile la commercializzazione delle sementi non iscritte nel catalogo ufficiale delle varietà.
 
Poi hanno continuato con l'imposizione ai governi del mais Ogm, quindi, il governo Monti, in Italia ha dato addosso all'agricoltura a km zero... cos'altro aspettiamo? Che ci vietino di fare l'orto e che sia obbligatorio mangiare l'insalata del supermercato?
 
Leggo tante prese di posizione, di informazione nei siti "alternativi" ce n'è anche troppa, si susseguono le parole e i buoni propositi, a me pare che una riflessione seria, approfondita , foriera quindi di una risposta il più possibile forte e condivisa non sia ll'orizzonte.
 
Sui temi della sovranità alimentare, dei beni davvero comuni che sono quelli inalienabili come l'acqua, il cibo non è possibile limitarsi a mettere un "mi piace" su Fbook.
 
Davvero occorre che tutta una pluralità di soggetti si mobiliti.
Primo: a Bruxelles esiste una rete di lobbisti che lavora incessantemente solamente per questo: fare gli interessi delle grosse corporation e ostacolare, impedire in ogni modo qualunque rinascita, qualunque risorgimento di un mondo contadino autonomo, libero, centrato su propri valori e su proprie pratiche di sostenibilità e il più distante possibile dal mercato globalizzato, fuori dalla mercificazione plastificata e , invece, molto prossimo a pratiche di baratto, di autoaiuto e condivisione di cose e di saperi.
 
E' ovvio che se ci scambiamo le sementi e che queste siano buone sementi riproducibili, esenti da qualunque brevetto, tutto ciò alle corporation non può che nuocere.
 
Ora siamo una nicchia ma chi può dirlo? La crisi spinge tanta nuova gente all'orto, se non altro per risparmiare e, sappiamo benissimo, che per gli strateghi del mercato anche uno spostamento del virgola qualcosa, nei grandi numeri, significa perdita elevate per chi comanda il vapore dell'agribusiness, oggi.
 
Si dicono liberisti in tutto, vogliono privatizzare scuola, sanità, pensioni e... vogliono guardare nel mio orto?
 
Sono dei falsi liberisti e dei pessimi liberali, i governi asserviti a queste lobbyes, incluso il nostro, cianciano di "preservazione e difesa della biodiversità": chiacchiere, nei fatti sono solamente chiacchiere che nascondono, ed i fatti lo dimostrano, la loro totale soggiacenza ad interessi altri, molto forti.
 
Facile obiettare che si può continuare a far finta di niente, che si può continuare a riprodurre la propria semente come si è sempre fatto e che difficilmente si vedranno i marescialli bussare all'uscio del nostro orto. Questo è un ragionamento miope, se coltivi mais lo devi sapere che i pollini Ogm volano e possono contaminarti il tuo granoturco a 2 km di distanza  e, attestato nella Valle del Rodano, anche a 4.
 
Come fai a difenderti dall'inquinamento dei campi Ogm dei tuoi vicini?
 
Non puoi certo alzare reti di 10 metri e non tutti hanno la fortuna che io di vivere in una valle dove il mais non lo coltivano che in pochi e non hanno interesse all'Ogm solamente perchè su superfici troppo limitate e dunque non redditizie.
 
Ci vuole una levata di scudi collettiva, occorre una riflessione comune per una risposta forte che sia : primo, disobbedienza civile , chiara e manifesta, noi non ci stiamo e dichiariamo pubblicamente, tramite i giornali locali, noi in Vallassina l'abbiamo fatto sul nostro quotidiano più letto, che continueremo a coltivare le antiche varietà e ce ne infischieremo di ciò che dice la Ue. Nell'ambito delle associazioni di cui facciamo parte, la Rete Semi Rurali, Civiltà Contadina ne fa parte, la Rete Bioregionale, in tutti i forum e le occasioni possibili, anche rimbeccando e rinfacciando il politico della nostra zona in parlamento: tu cosa fai per contrastare queste schifezze?
 
Cosa fanno gli eletti a tutti i livelli per salvaguardare la biodiversità locale che è poi, sommandole, la biodiversità italiana ed europea?
In Francia si continua con il movimento dei liberi falciatori di Ogm, ero a Valence a fine agosto ed erano in prima pagnia sul Dauphinè Libèrè, in azione contro mais Ogm nella zona del Rodano. Qui si dorme? La contaminazione da Ogm è inquinamento, ciò che provoca è noto e sono noti anche gli studi indipendenti, oltre che quelli commissionati dalle stesse corporation e che valgono per buone per i politici dell'Unione Europea.
 
Lobbisti, multinazionali, governanti a destra e sinistra assortiti, questi fanno bene il loro sporco lavoro, vicendevolmente alimentando il loro business, siamo noi, galassia ecologista, libertaria, persone e reti non eterodirette, siamo noi che leviamo o non leviamo neanche flebile una risposta.
 
Direi che è il casi di alzare la voce e che in Italia abbiamo un patrimonio troppo grande, immenso di biodiversità, di piccola agricoltura locale ancora debordante di buoni sapori, di buone pratiche da difendere e salvaguardare con le unghie con i denti. Non aspettiamo il nostro Josè Bovè, siamo tutti Josè Bovè! Per chi  lo avesse dimenticato era  il contadino francese che entrandovi dentro con un trattore  devastò un Mc Donalds e poi, con la sua Confèdèration Paysanne ha dato l'avvio alla distruzione dei campi coltivati ad Ogm, attualmente è deputato europeo per Europe Ecologie.

Teodoro Margarita, salvatore di semi. 
Rete Bioregionale Italiana 

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