lunedì 5 gennaio 2015

Il Piano Nazionale della Prevenzione, su Ambiente e Salute, dovrà essere adottato dalle Regioni entro il 31 maggio 2015



Nell'elaborazione del Piano Regionale di Prevenzione (PRP), che dovrà essere adottato entro il 31 maggio 2015, le Regioni dovranno applicare la visione, i principi, le priorità, la struttura del PNP che, fissando pochi obiettivi generali, lascia a queste il compito di integrarli con quelli più adeguati alle specifiche realtà territoriali. É prevista per le Regioni una programmazione frazionata in due periodi temporali, con una valutazione periodica centrale e regionale dello stato di realizzazione degli interventi programmati.

Tra le 5 priorità considerate per l'individuazione dei macro obiettivi dal nuovo PNP 2014-2018, e cioè la riduzione del carico di malattia, l'investimento sul benessere dei giovani, il rafforzamento e del patrimonio comune di pratiche preventive e la lotta alle diseguaglianze e il rafforzamento degli interventi per la prevenzione di disabilità, viene considerata anche quella ambientale. Nel nuovo PNP la tematica è intesa come promozione di un rapporto salubre tra salute e ambiente per contribuire alla riduzione delle malattie in particolare di quelle croniche non trasmissibili anche sviluppando tutte le potenzialità di approccio inter-istituzionale del servizio sanitario.

L' argomento “ambiente e salute” è dunque presente, nel nuovo piano della prevenzione, sia all'interno di altri macro obiettivi, come quello relativo alla “riduzione del carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili”, dove tra i determinanti di salute viene individuato anche l'ambiente e le relative politiche ambientali, sia come specifico macroobiettivo consistente nella “riduzione delle esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute” .

Si tratta di un macro obiettivo importante, che era atteso da tempo. Prima di giungere a quest'ultima formulazione, si è passati, infatti, dall’esperienza del primo Piano Nazionale della prevenzione 2005-2007, dove mancavano alcune tematiche chiave della prevenzione, prima fra tutte quella del rapporto fra ambiente e salute e delle conseguenti attività di vigilanza e controllo, al PNP 2010-2012 che nella macroarea “Prevenzione universale” conteneva quella della prevenzione delle esposizioni ad agenti chimici, fisici e biologici e che fra i requisiti di sistema da garantire menzionava il coordinamento e l'integrazione con altri soggetti, fra cui le ARPA.

Il piano, dunque, prevede specifici obiettivi per la prevenzione e riduzione dalle esposizioni ambientali, fra cui quelli relativi al controllo e alla formazione in materia di REACH/CLP su sostanze chimiche, all'impatto dell'amianto, alle buone pratiche per il radon negli edifici, al corretto uso del cellulare, ai rischi legati alla eccessiva esposizione a radiazioni UV.

Oltre all'esposizione agli inquinanti, il PNP 2014/2018 individua, tra i fattori di rischio, anche gli “inadeguati strumenti a supporto delle amministrazioni per la valutazione e la gestione degli impatti sulla salute di problematiche ambientali” e indica come strategia quella di “implementare gli strumenti che facilitino l'integrazione tra Istituzioni ed Enti che si occupano di ambiente e salute, perché possano così supportare le Amministrazioni nella valutazione degli impatti sulla salute”.

Gli obiettivi individuati sono:

realizzare attività di supporto alle politiche ambientali di miglioramento qualità aria, acqua, suolo secondo il modello della “salute in tutte le politiche”;
migliorare la conoscenza del rapporto inquinanti ambientali/salute attraverso il monitoraggio degli inquinanti ambientali cui è esposta la popolazione, e il potenziamento della sorveglianza epidemiologica;
sviluppare percorsi e strumenti interdisciplinari per la valutazione preventiva degli impatti sulla salute delle modifiche ambientali;
sviluppare modelli, relazioni interistituzionali per la valutazione degli impatti sulla salute dei fattori inquinanti;
sviluppare le conoscenze tra gli operatori della Salute e dell'Ambiente, i medici di base e i pediatri di libera scelta sui temi di integrazione ambiente e salute, sulla valutazione di impatto sanitario e sulla comunicazione del rischio

La comunicazione del rischio rappresenta altresì un obiettivo centrale a sé stante. Il PNP distingue tra la attività ordinaria di comunicazione rivolta ai cittadini, tesa a diffondere una conoscenza di qualità, e quella esaustiva e puntuale che deve essere attuata nei casi di criticità ambientali laddove si ritiene necessario che i protocolli di comunicazione in ambito di ambiente e salute debbano tendere alla determinazione di un unico canale condiviso di comunicazione, al fine di fornire un'informazione, chiara, certa e univoca ai cittadini.

Il sistema agenziale sarà quindi chiamato a coordinarsi e integrarsi con le Istituzioni preposte al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e gestione delle tematiche riguardanti la salute, auspicabilmente fin dalla fase di elaborazione dei rispettivi PRP.

Fonte: ARPATnews

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