Almeno dieci euro al mese per l’acqua minerale, se non di più. E tre famiglie su dieci che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua l’Istat ha fornito nel dossier un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche in Italia. Secondo il dossier, in Italia nel 2015 è andato disperso il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia (dal 35,6% del 2012), non raggiungendo pertanto gli utenti finali.
La perdita giornaliera reale, al netto degli errori di misurazione e degli allacciamenti abusivi, ammonta a circa 50 m3 per ciascun chilometro delle reti di distribuzione: un volume che, stimando un consumo medio di 89 metri cubi annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche di un anno di 10,4 milioni di persone.
Nel 2016, il 9,4% delle famiglie italiane lamenta un’erogazione irregolare dell’acqua nelle abitazioni, una percentuale comunque in diminuzione. 91,9% delle acque di balneazione vanta una qualità eccellente nel 2015, in significativo miglioramento rispetto al 2013 (85,8%). La quota più elevata si registra in Puglia (99,4 da 85,4% del 2013), la più bassa in Abruzzo (59,6% da 53,2% del 2013).
Tra il 2001 e il 2010 si è mediamente registrato un aumento del 6% della quantità di risorse idriche rinnovabili rispetto al periodo 1971-2000. La media della precipitazione nel periodo 2001-2010 è superiore dell’1,8% al valore del trentennio 1971-2000. A partire dagli anni ’80 i ghiacciai alpini sono in graduale regresso culminato nel 2007 con il 99% dei ghiacciai monitorati in ritiro, quota che è ridiscesa nel 2014 all’88%.
Dei circa 250 Km3 di ghiaccio presenti sulle Alpi al culmine della Piccola età glaciale (anni 1820-1850) ne restavano circa 150 Km3 negli anni ’70 e soltanto 80 Km3 nel 2011. Il ghiaccio perso sull’arco alpino dall’80 a oggi corrisponde a circa quattro volte la capacità del Lago Maggiore. Il volume di acqua erogata agli utenti delle reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia è stato di 1,63 chilometri cubi nel 2015 (circa dieci volte la capacità massima dell’invaso del Vajont), che corrisponde a un consumo giornaliero di 245 litri per abitante (23 litri in meno rispetto al 2012).
Prof. Luigi Campanella
(Accademia Kronos)
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