venerdì 20 settembre 2019

Bioregionalismo. L'etica della reciprocità e la piramide del potere gerarchico


Risultati immagini per etica della reciprocità

Caro Paolo, il tappeto disteso alla base della piramide contiene tutti noi,  e ognuno di noi con le sue ipotesi convenzionali, utili al bene dell'umanità. Ai piani superiori, fino al vertice, viene trasmesso il messaggio che tutto va bene e una voce, dice al piano successivo: "Tutto tranquillo si riuniscono per cose loro". Un modo per dire, come occorra farsi carico dell'interpretazione che  il potere dà alle ipotesi di cambiamento dei movimenti civili, ritenendoli un dato di fatto irrilevante, anche perché, nella peggiore delle ipotesi, è sufficientemente attrezzato per ritenere che possa essere controllato, dividendo il campo con l'elargizione di qualcosa, distogliendo in nuce l'insorgenza del pericolo dell'affermarsi di una coscienza collettiva.

Così il campo della realtà, qui da noi, sul pianeta Terra, è solo quello della Natura, mentre quello dell'uomo è solo artificiale e convenzionale e come tale, l'interpretazione della realtà nasce dall'accettazione o meno di convenzioni.

La piramide dimostra che la divisione del campo convenzionale, ignorando l'armonia proposta dalla Natura, è una divisione continua dell'umanità, che reagisce solo al pericolo e non al benessere.

Come fare per affermare una realtà convenzionale che rovesci la piramide? 

Logica vorrebbe che gli irrilevanti si unissero per interpretare la realtà delle convenzioni, ricostruendo l'unicum armonico che permetterebbe alla Natura e all'Umanità di vivere a casa nostra, anche perché non c'è una ragione al mondo che giustifichi la sofferenza di un essere umano, imposta per convenzioni.

E qui entrano in gioco l'assetto giuridico delle convenzioni (tra politica e neoliberismo), frutto dell'organizzazione sociale per Nazioni, governate da "accordi" a validità globale che, ai giorni nostri, sulle tecnologie digitali e sulla moneta, separano il campo della complessità della realtà, che sul piano naturale e delle convenzioni umane, si traducono in danni per la quasi totalità del genere umano.

Così, occorre interpretare la realtà convenzionale per poterne produrre altre, che siano armoniche con quella interpretazione, che include la protezione della natura e la sua biodiversità, l'unica casa comune effettiva che abbiamo, con l'obiettivo della mitigazione dei danni alla maggior parte dell'umanità, in attesa di una nuova era.

Si tratta, quindi, di costruire la casa comune che non c'è, per il bene dell'umanità, alla scala che ci appartiene.
Per farlo, il primo passo sarebbe convenire sull'ipotesi e il metodo di primo tempo, poi, sarebbe  semplice e immediato e rivolto a raccogliere attorno alla "coscienza collettiva", le adesioni coscienti degli irrilevanti, per costruire una "rilevanza" politica tra cittadini, convinti di partecipare all'ipotesi di lavoro per la costruzione della casa comune in armonia con la Natura.

Da qualche parte, potrebbe chiamarsi anche etica della reciprocità, per mantenere al "sistema" da realizzare, l'insieme degli Oggetti e degli Obiettivi per cui si costituisce una "irrilevanza", giusto per ribadire le convenzioni adottate dal potere costituito. La rilevanza etica, invece, costituisce l'ipotesi di lavoro comune, che contiene l'apporto programmatico delle cose da risolvere dal "sistema", cui gli "irrilevanti" dovranno mettere mano.

Potrebbe essere un'ipotesi di lavoro plausibile?

Che la buona vita sia con te. Giovanni Tomei  

Risultati immagini per etica della reciprocità

Articolo collegato:  

Nessun commento:

Posta un commento