mercoledì 1 gennaio 2020

Il territorio bioregionale è curato da pastori e contadini, non dai tipografi

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In questi giorni si è celebrato il quarantennale della edizioni carsa fondata da due antropologi con una ulteriore pubblicazione ecco per alcuni la carsa ha svolto un lavoro encomiabile sulla divulgazione e sulla conoscenza di arte e ambiente del'Abruzzo in un certo senso hanno creato una nuova iconografia ambientale e culturale.  Secondo altri hanno canalizzato tutti fondi pubblici su editoria grafica e stampa con immagini e soprattutto informazioni di dubbia qualità. nel senso che non è stata fatta una informazione aperta e radicale direttamente sul campo. Faccio un esempio: oggi se si va in un qualsiasi centro visite di un parco di una riserva veniamo sommersi da materiale cartaceo e un enorme apparato iconografico senza fare formazione di una nuova leva di operatori culturali attività commerciali aziende agricole associazioni agricoltori custodi pastori e contadini che operano direttamente sul territorio bioregionale. 

Faccio un esempio ancora più specifico, qualche anno fa il parco del Gran Sasso e il parco della Maiella hanno ricevuto più di mezzo milione di euro di finanziamento per il progetto biodiversità ecco la maggior parte dei fondi sono stati utilizzati per stampe di materiale cartaceo di ogni genere opuscoli libri pieghevoli e altro fino a un grosso stand che portavano in giro per fiere del turismo ecc praticamente se ci si fermava allo stand si riceveva una borsa piena di tutto il materiale compresi a volte gadget come penne spille adesivi e una scatoletta con una zolletta di humus e alcuni fagioli, forse l’unica cosa simpatica, voglio dire che di tutti quegli euro forse neanche uno è andato a finire nelle tasche dei contadini agricoltori custodi per finanziare veramente progetti di biodiversità quindi non c'è stata nessuna ricaduta sul territorio se non esclusivamente immaginaria cioè il censimento di tutte le varietà tipiche accertate anche se poi mi è capitato di andare in alcuni paesi a chiedere informazioni a riguardo e o nessuno ne sapeva niente o cera ancora un solo contadino che aveva pochi semi di quello specifico ecotipo quindi grande divertimento di fotografi e tipografi grafici impaginatori e nessuna formazione o divulgazione continua trasversale radicale sul territorio.

 Spesso poi in questi vuoti di potere o informazione ci si sono infilate le associazioni private come per esempio il wwf slow food e in ultimo civiltà contadina e altre che nel tempo si sono trasformate in lobbies di potere, certe volte anche molto potenti, come il wwf che gestiscono direttamente o indirettamente enormi fondi pubblici. questa un po la critica negativa alla carsa e a tutti quelli come loro che hanno fatto questo tipo di divulgazione e informazione. altra cosa che mi viene in mente avendo frequentato un po il museo delle genti dabruzzo l’archivio e analizzato il suo apparato di ricerca sul campo effettuato negli anni 70 e 80 praticamente ricercatori di una vecchia scuola di antropologia che ha fatto più danni che altro vantandosi pure di essere stati gli unici a fare quel tipo di ricerca lasciandoci notizie di testimonianze manufatti e altro. una ricerca spesso veramente prevaricante cioè una ricerca svolta con gli occhi di un ricercatore dotato di uno status superiore che si avvicinava a una comunità o a un fenomeno culturale con una lente di ingrandimento per analizzare fenomeni culturali. faccio un esempio. il regno di napoli per millenni è stato il più grande produttore di lino e canapa quindi vele e corde per le marinerie di tutta la flotta del regno di napoli, delle repubbliche marinare in particolare quella di venezia, tutto l’Adriatico era un enorme stato liquido denominato golfo di Venezia fino alla marineria inglese. poi la filatura la tessitura e tintura di stoffe e lane per l'uso quotidiano stoffe vestiti corredo e altro. 

Fino a 50 anni fa ogni paese aveva censito tra le attività economiche e commerciali i telai della filatura presenti nel comune, ho consultato pure le pagine di questi registri nell'archivio di stato di Chieti. Ecco praticamente le donne da un semplice seme lino o canapa sapevano coltivare la pianta sapendo i tempi di raccolta e semina conservazione del seme e trasmissione alla generazione successiva come forma di cultura al limite tra materiale e immateriale nel senso che non avendo libri da dare trasmettevano semi e cultura orale come una forma di biblioteca popolare poi sapevano battere e ricavare la fibra sapevano colorarla con tinture naturali sapevano tesserla nei telai e trasformarli in abiti lenzuola ecc mentre facevano tutto questa opera, cantavano pure e che hanno fatto quei ricercatori che sono andati da queste donne negli anni 60 e 70 hanno registrato i canti e hanno trascritto modi di fare e modi di dire e tutto il resto della piramide esperienziale conoscitiva è andata irrimediabilmente perduta, semi compresi, perché queste donne dotate di uno splendido sapere erano autentiche scienziate sono state scalzate perché ritenute ignoranti dalla nuova scienza che le andava a intervistare e quindi i ricercatori dell epoca invece di calarsi nella situazione integralmente e diventare loro stessi testimoni viventi di quella cultura fenomeno evento da ritrasmettere in quanto tale, nel giusto modo alle future generazioni. 

Questo volevo dire anche se non so se si capisce il filo del mio discorso, ecco questa notte dopo le abbondanti libagioni innaffiate da un buon montepulciano e musiche anche tradizionali tarantelle del gargano dei cantori di carpino pizziche degli officina zoe, taranta virus e tecnopizzica di cesare dell anna, un brano degli al darawish un altro di shamal, tarantata tarantà di antonio infantino che riconosco come maestro poi altri brani che non ricordo, herbie hancock come scrivevo ieri sera e un bellissimo disco di cannonball adderley che ha suonato pure con coltrane e miles davis, che sto ascoltando a loop da tempo, definito come il musicista più sottovalutato del secolo nel disco pure il mio tastierista preferito joe zawinul fondatore dei weather report quindi blues be bop soul e fusion e jive samba mercy mercy mercy work song. black market dei weather report è stato il brano per anni usato nella sigla dei notiziari di radio popolare, questo quanto mimai tirato fuori questa notte.

Lo stesso Alan Lomax che frequentava i salotti degli intellettuali romani pure di sinistra alla meta degli anni 50 si lamentava della chiusura de mondo accademico italiano di quegli anni e quando mostrava le foto e faceva ascoltare le sue registrazioni sul campo effettuate nel suo famoso viaggio in Italia definito dal titolo del suo libro come l'anno più bello della mia vita migliaia di chilometri con un vecchio furgone wolkswaghen un registratore a bobine e l suo fido scudierio Carpitella su e giù per litania di strade bianche sgarrupate e scoscese soprattutto nel meridione , si sentiva rispondere da quegli intellettuali : dacci ilblues lomax non questa musica barbara. 

il lavoro di Lomax è rimasto negli archivi 50 anni e solo negli ultimi anni per merito di alcuni ricercatori c'è una forte revisione del suo lavoro, per esempio a Scanno nessuno sa niente di Alan Lomax e mi sa che in tutto il paese non ci sia una sola copia del suo volumetto con libricino foto e cd della sua ricerca svolta a scanno nel 1954.  Anche quando sono arrivato a Casalincontrada 15 anni fa tutti gli architetti avevano fatto quel tipo di ricerca che descrivevo prima interessandosi esclusivamente delle case di terra come manufatti architettino disinteressandosi completamente di chi le aveva costruite e abitate per centinaia di anni e tuttora continua questa forma di scoperta e conoscenza anzi è peggiorata perché stanno completamente espropriando questa tecnica ai detentori originari escludendoli completamente dalla nuove opportunità di sviluppo offerte dalla bio edilizia e dalla bioarchitettura quindi l'architettura in terra cruda si sta trasformando in una nuova scienza e quindi una nuova forma di mercato da offrire al consumismo alternativo finto ecologico. 

D’altra parte già HASSAN FATHI (1900 - 1989) ha trattato abbondantemente nei suoi libri di questi argomenti e riferiva che aveva costruito interi quartieri sperimentali in terra cruda come forma di edilizia popolare solo i poveri consci dell artificio si erano rifiutati di abitarle ed erano diventate una originale forma di edilizia per la nuova borghesia emergente.

Ferdinando Renzetti

       ferdinandorenzetti@libero.it



 “Non abbiamo bisogno di una grande crescita bensì di una grande visione e di semplicità...” (Lao Tzu)

1 commento:

  1. Commento ricevuto via email da un amico di Ferdinando: " con me, sulle edizioni Carsa non sfondi una porta, apri una voragine. Conosco il direttore, figlio di una dinastia di costruttori, con i muri nella testa. Collabora con lui un pseudo intellettuale di sinistra presente in tutte le trasmissioni delle tv locali. Si ritiene anche esperto di calcio..e mi reca molta tristezza. Non so se lo fanno in buona o malafede; investire sulla crescita dei contadini locali porta a lungo termine dei guadagni superiori delle loro brochure, penne, adesivi ecc. ecc. Pare che sia un vizio dei nostri tempi. I politici invece di puntare su progetti a lungo termine puntano a promettere di ricoprire una buca, rimettere l'asfalto, le luci, potature alberi. Tanto domani è un altro giorno e allora via col vento!

    Il museo delle genti d'Abruzzo è un ritrovo di aristocratici decaduti, snob con la puzza sotto le ascelle, guidato da un reazionario classista che crede i contadini come degli esseri inferiori. Figuriamoci se possiamo aspettarci una ricerca scientifica ed antropologica seria..."

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