Pescara, 12 marzo 2020 - ....sono sulla spiaggia, fa caldo, sono mesi che non piove quasi mai e passeggio sul bagnasciuga a piedi nudi, ora mi sono seduto sulla sabbia già calda e prendo il sole, ripenso a quanto di strano sta accadendo in questo periodo. Da un po' di giorni siamo in pieno coronavirus, il cigno nero. Ieri sono arrivati pure gli americani e in città si sono visti passare carri armati e truppe varie. Mi ha ricordato quanto mi raccontava mio padre del 1943 quando gli americani erano venuti a liberarci, mi chiedo questa volta che saranno venuti a fare? Mah! che siano sbarcati i marziani? In città è tutto chiuso le strade, sono deserte, il virus ha sconfitto pure il consumismo! Su un quotidiano leggo …della bibbia che Guthemberg stampò nel 1453 a Magonza sono rimasti solo 48 esemplari. Ognuno con una storia appassionante che diventa romanzo, storie ricostruite andando dietro nei secoli. Passaggi e peripezie tra nobili ecclesiastici banchieri impostori.
"Un libro è la vita che gli passa intorno"
Mi viene in mente di fare una messa a fuoco della realtà quotidiana in cui mi trovo nel qui e ora, quindi sono a Pescara, città sul mare Adriatico, regione Abruzzo, appartiene alla nazione Italia, che sua volta fa parte del continente Europa e della Terra, terzo pianeta del sistema Solare, galassia Via Lattea, nella spirale cosmica dell’insieme delle galassie del Gruppo Locale e infine lo spazio infinito e il cosmo. Potrei continuare con le definizioni, il significato e l’etimologia di tutti i termini che mi sono venuti in mente, tipo: mare, spiaggia, fiume, città, regione, nazione, continente, pianeta, sistema, spirale, cosmo, gruppo…mi chiedo a chi potrebbe interessare!
ho preso un granchio, faccio il cascatore per il cinema, si guadagna bene
magnifica ossessione dell’energia infinita, contatto con la sorgente, al di là delle tenebre
Il fiume i Latini lo chiamavano Aternus accostato al latino ater scuro. Da questo nome derivò quello di Aternumcon cui si indicava, in epoca romana, un villaggio posto alla foce del fiume (l'odierna Pescara), porto dei Vestini e dei Marruccini; successivamente il villaggio sarà denominato Vicus Aterni o Ostia Aterni, città romana della Regio IV Samnium, con riferimento alla tipicità del luogo ( ostia vuol dire appunto "foce"), prima di venire distrutto dai Longobardi. Aternus dava inoltre il nome alla città sabina di Amiternum (da Amnem-Aternum, ovvero "presso l'Aterno"), fondata lungo il corso del fiume nella piana ad ovest dell'odierna L’Aquila.
A partire dal medioevo la parte finale del fiume fu chiamata Piscaria per la pesca che vi si faceva e da esso prese il nome il nuovo villaggio sorto sul luogo della vecchia Aternum, poi diventato definitivamente Pescara. Secondo alcuni studiosi il toponimo potrebbe derivare anche dal greco di epoca bizantina “pescos” pino o “pescasis” pineta, luogo coperto di pini.
Il borgo storico di Pescara (la zona nota come Pescara Vecchia) sorge sui resti dell'antica Ostia Aterni, e fino all’unità d’Italia sarà rinchiuso all'interno della fortezza spagnola voluta da Carlo V, nel XVI secolo a protezione dei confini settentrionali del Regno di Napoli. Agli inizi del XIX secolo, durante la breve parentesi napoleonica del regno, Pescara fu divisa in due comuni distinti e inscritti in diverse province; l'artificiosa creazione del nuovo comune di Castellammare Adriatico, a nord della foce del fiume, generò rivalità fra le due località già minacciate da colera, tifo e altre malattie per le aree paludose e malariche circostanti, e per la mancanza di infrastrutture essenziali come fognature e acquedotti.
Nel 1927 fu ricostituito il comune di Pescara con la riunificazione dei due centri, diventando inoltre capoluogo della neoistituita omonima provincia. Dopo i bombardamenti del 1943, che distrussero gran parte del centro abitato, Pescara seppe rialzarsi, rinascendo come nuovo centro moderno della regione e godendo di un notevole sviluppo economico, industriale e turistico per la felice posizione geografica di cerniera fra nord e sud, formando una vasta area metropolitana che in pochi anni diventerà il baricentro della regione abruzzese e dell'area del medio adriatico.
La maggioranza degli storici concorda che il nome Adriatico derivi dalla città di Adria, già veneta ed etrusca, quindi colonia siracusana, che per i greci era considerata l'estremità settentrionale dell'Adriatico, il cui nome verrebbe così a significare "mare che termina ad Adria". Adria era allora terminale di importanti vie carovaniere che scendevano dal Baltico, attraverso il Brennero, e dal Mar nero attraverso il Danubio, mettendo in comunicazione commerciale l'area mediterranea con tali regioni e permettendo gli scambi di ambra, stagno e argento.
I Greci diedero quindi il nome di Adrias Kolpos (golfo di Adria) inizialmente alla parte settentrionale del mare (dalla foce del fiume Poal golfo del Quarnero), poi gradualmente il nome venne esteso per tutta la sua lunghezza, dal caput Adriae fino al canale di Otranto. Quando i Romani conquistarono il Nord Italia alla fine del III secolo a.C. il nome si era già consolidato.
Lo storico longobardo Paolo Diacono riporta tuttavia che il nome del mare Adriatico derivi da quello della città abruzzese di Atri (anticamente Hadria e poi Hatria), che per i Romani era punto di arrivo di uno dei principali itinerari tra Roma e l'Adriatico.
Secondo Varrone (116-27 a.C.), la parola Adria deriverebbe dall'etrusco atrium, giorno/luce/est, ad indicare la posizione ad oriente del mare e della città di Adria, abitata dagli Atriates Tusci (etruschi orientali - civiltà post-villanoviana con centro a Felsina), rispetto all’Etruria.
Il nome del mare Adriatico conserva la stessa radice etimologica in tutte le lingue dei popoli che vi si affacciano: Jadransko morje in sloveno; Jadransko more/ Јадранско море in croato, bosniaco e montenegrino (secondo alcuni tale parola farebbe invece riferimento al nome latino della città di Zara, Iadera, ma ciò non è possibile secondo l'evoluzione fonologica) e Deti Adriatik in albanese.
La regione comincio a chiamarsi Aprutium nel medioevo anche se nessuno tra gli studiosi moderni e contemporanei, ne' le fonti classiche hanno chiarito l'origine del nome dei Praetutii, anche se è certo che da questa parola sia derivata la versione tardo latina di Pretuzium, da cui a sua volta è derivato il termine di abprutium da cui sono discesi i termini Abruzzo e Aprutino. Il popolo dei Praetutii, come tutti i popoli italici del centro, era prevalentemente un popolo dedito alla pastorizia e alla transumanza. Alcuni gruppi stanziali praticavano l'agricoltura, soprattutto nelle colline. A riguardo si ricorda che Annibale, una volta superato il Trasimeno e giunto sull'Adriatico, curo' i cavalli dalla scabbia con il vino del Praetuzio (Plinio il Giovane, Historiae Naturalis).
Il Diploma di Alife di Carlo I d’Angiò del 1273 stabilì la suddivisione dell'allora Giustizierato d’Abruzzo in due parti, al di là (Abruzzo Ultra) e al di qua (Abruzzo Citra) la parte finale dell'Aterno-Pescara; tale suddivisione — confermata, a partire dal XIX secolo, con l'istituzione delle province dell’Aquila e di Teramo a nord e di Chieti a sud - rimase in essere fino allanascita della provincia di Pescara nel 1927.
La prima testimonianza epigrafica dell'uso del nome Italiasi ha nella monetazione della guerra sociale, coniata dai popoli italici in rivolta contro Roma: sui pezzi monetali emessi, accanto alla personificazione dell'Italia come dea elmata, faceva la sua comparsa la legenda ITALIA (in alfabeto latino) o VITELIU in alfabeto osco.Si tratta della prima testimonianza epigrafica dell'uso del nome Italia.
"Italia" condivide l’etimologia con il nome Italo, che tuttavia ha un significato diverso (ovvero "dell'Italia"), sebbene in alcuni casi "Italia" venga indicato come la sua forma femminile. Il nome Italia, tuttavia, è già presente negli storiografi greci del V secolo a.C.: esso ricorre in alcuni frammenti di Ellanico di Mitilene e viene citato in più occasioni anche da Tucidide.
Italo è un eroe eponimo dell’Italia, che avrebbe regnato sul popolo italico degli Enotri. Le sue vicissitudini possono essere fatte risalire alla tarda età del ferro.
Esistono varie leggende sul personaggio di Italo, vissuto, secondo il mito, 16 generazioni prima della guerra di Troia. Da lui deriverebbe il nome Italia, dato prima alla regione corrispondente al suo regno, ovvero quasi tutta la Calabria ad esclusione della zona settentrionale, e poi esteso a tutta la penisola, come riporta Tucidide: quella regione fu chiamata Italia da Italo, re arcade.
Anche Aristotele parla di Italo, re degli Enotri che da lui successivamente presero il nome gli Itali, il quale fece degli Enotri da popolo nomade un popolo stabile che si stanziò nell'estrema propaggine delle coste europee.
Il più antico padre della pittura italiana, sugli altissimi ponteggi della Basilica Superiore di Assisi – la grande chiesa nata sulla tomba di Francesco, che d’Italia divenne il patrono – Cimabue dovette rappresentare in poco spazio, e in modo che fosse visibile dal pavimento, proprio l’Italia. Anzi l’«Ytalia», come si scriveva allora.
Europa deriva secondo alcuni studiosi da una parola semitica “eres”, occidentale. con cui i fenici (1500-600 a.C.) avrebbero indicato i paesi ad ovest delle coste del Libano, loro luogo di origine. Secondo altri è di origine greca, in un primo momento per l’antica civiltà dei greci la parola avrebbe indicato solo le terre a nord dell’Egeo e in seguito anche i luoghi a nord del Mediterraneo. In origine Europa e Asia compaiono nel VII sec a.C. nella “Teogonia” di Esiodo, nella quale corrispondono a personaggi mitologici. Nell’antichità dunque le terre poste a nord del mediterraneo presero il nome di Europa anche se per molti secoli tale parola nonindico mai il concetto di continente ben delineato. La prima testimonianza del termine infatti sembra risalire al VI sec d.C. mentre l’idea politica di Europa intesa come grande entità,comprendente diversi popoli di culture affini, inizio a svilupparsi ai tempi di Carlo Magno che infatti fondo il Sacro Romano Impero. Per altri “ereb” significa tramonto, per altri ancora pare che derivi dal greco antico “euros” che significa ampio.
Il termine "terra" deriva dall'omologo latino terra, che probabilmente era originariamente (materia) tersa, vale a dire secca, arida, correlata al verbo torreo presente in "torrido"; dalla radice indoeuropea tars- con il significato di essere secco, disseccarsi che trovasi nel sanscrito trsyami, nel tedesco Durst, nell’inglese thirst.
Earth deriva dalla mitologia Norrena, infatti deriva dalla divinità del paganesimo germanico Nerthus associata alla fertilità
Il Sole (dal latino: Sol) è la stella madre del sistema solare, attorno alla quale orbitano gli otto pianeti principali (tra cui la Terra), i pianeti nani, i loro satelliti, innumerevoli altri corpi minori e la polvere diffusa per lo spazio, che forma il mezzo interplanetario: il materiale che riempie il sistema solare e attraverso cui si muovono tutti i corpi del sistema solare, come i pianeti, gli asteroidi e le comete.
La massa del Sole, che ammonta a circa 2 × 10 30 Kg, rappresenta da sola il 99,86% della massa complessiva del sistema solare.
L'etimologia della parola sole è da ricondursi alla radice vedica svar- cioè risplendere, da cui il sanscrito svaryas (successivamente suryas) = sole. Dalla stessa radice vedica, trasse origine l'aggettivo greco σείριος ( séirios) = splendente che veniva usato dagli antichi poeti del tempo per attribuirlo al sole (ὁ Σείριος = colui che risplende). Ultima derivazione della suddetta radice, il latino sol, solis.
Fu solo nel XVI secolo che Niccolò Copernico propose la visione moderna del sistema solare, con al centro il Sole e i pianeti conosciuti allora a orbitare intorno. Gli unici corpi del sistema solare conosciuti erano però solamente i quattro pianeti terrestri, Giove, Saturno, il Sole e la Luna. Nel secolo successivo, con l'invenzione del telescopio di Galileo Galilei, vennero scoperti altri corpi minori, come i satelliti medicei, gli anelli di Saturno e alcune comete e per circa 200 anni non si pensava che potessero esserci altri oggetti nel sistema solare, in particolare era ferma la convinzione che i pianeti fossero solo quelli allora conosciuti.
La parola "galassia" deriva dal termine greco che indicava la Via Lattea, Γαλαξίας ( Galaxìas) per l'appunto, che significa " latteo", o anche κύκλος γαλακτικός ( kyklos galaktikòs), col significato di " circolo galattico". Il nome deriva da un episodio piuttosto noto della mitologia greca. Zeus, invaghitosi di Alcmena, dopo avere assunto le fattezze del marito, il re di Trezene Anfitrione, ebbe un rapporto con lei, che rimase incinta. Dal rapporto nacque Eracle, che Zeus decise di porre, appena nato, nel seno della sua consorte Era mentre lei era addormentata, cosicché il bambino potesse bere il suo latte divino per diventare immortale. Era si svegliò durante l’allattamento e si rese conto che stava nutrendo un bambino sconosciuto: respinse allora il bambino e il latte, sprizzato dalle mammelle, schizzò via, andando a bagnare il cielo notturno; si sarebbe formata in questo modo, secondo gli antichi Greci, la banda chiara di luce nota come "Via Lattea".
Quando William Herschel compilò il suo catalogo degli oggetti del cielo profondo, usò la locuzione nebulosa spirale per descrivere le caratteristiche di alcuni oggetti di aspetto nebuloso, come la Galassia di Andromeda; queste "nebulose" furono in seguito riconosciute, quando si iniziò a scoprirne la distanza, come immensi agglomerati di stelle estranei alla Via Lattea; ebbe così origine la teoria degli "universi-isola". Tuttavia, tale teoria cadde presto in disuso, poiché per "Universo" si intendeva la totalità dello spazio, con all'interno tutti gli oggetti osservabili, così si preferì adottare il termine galassia. Di fatto, da un punto di vista strettamente etimologico, per ironia della sorte i termini "galassia" e "Via Lattea" sono sinonimi.
Il termine Gruppo Locale fu introdotto nel 1936 da Edwin Hubble nel VI capitolo del suo libro “The Realm of the Nebulae” dove lo definisce com un tipico gruppo di nebulose isolate nello spazio più ampio. Nel libro egli mise in ordine decrescente di luminosità le 11 galassie allora conosciute e identificò IC 10 come possibile membro del gruppo.
Ferdinando Renzetti
ferdinandorenzetti@libero.it
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