lunedì 2 novembre 2020

Macerata. Rivitalizzazione del centro storico: la proposta bioregionale

 


La nuova  amministrazione Parcaroli di Macerata, nella figura dell'assessore Paolo Renna,  ha ritenuto opportuno,  a partire dal 2 novembre 2020,  di riaprire  il centro storico al traffico automobilistico. Questo  nel tentativo di aiutare il commercio e la ripresa economica. E' normale che una amministrazione  sensibile  ai problemi della cittadinanza cerchi di risollevare le sorti della città e dei suoi abitanti. Ma una soluzione diversa può essere trovata senza dover ricorrere ai fumi delle marmitte.


Secondo me al centro storico dovrebbe essere consentito il solo accesso a mezzi ecologici, come ad esempio cavalli, asini, monopattini, biciclette, risciò elettrici o a pedali,  et similia... tutti mezzi di trasporto non inquinanti. Come fare? Semplice... le macchine vanno lasciate fuori dalla cerchia urbana in appositi parcheggi e da lì partono le "navette"  biologiche alternative. Il traffico veicolare automobilistico dovrebbe essere relegato alle aree periferiche della città in modo così da alleggerire il tasso d’inquinamento ed inoltre incentivare  nel cuore della città professioni  fantasiose: artigiani, artisti, sarti,  operatori manuali,  contadini urbani,  ecc. insomma tutte attività qualificanti per la buona qualità della vita e per lo sviluppo  di Macerata, città d'arte e cultura!

Il problema della rivitalizzazione  delle comunità  che vivono nei centri storici  è molto sentito da noi bioregionalisti, ma la soluzione  non sta nell'aumento da traffico automobilistico. Soprattutto in tempi di epidemie e di malattie respiratorie un ritorno alla  natura può essere d'aiuto. Non dico  con ciò che il centro storico  di Macerata debba essere sigillato, tutt'altro, ma occorre trovare sistemi ecologici per riviverlo in modo pulito...

Paolo D'Arpini


















P.S. A questo proposito  avevo proposto anche a Treia una soluzione "alternativa" e prima che a Treia anche  a Calcata ed a Roma, città in cui sono nato.  

Nota d'agenzia collegata:

Archivio – Politica: Roma, 2 dic. 1997.- (Adnkronos)- ”Nel momento in cui 165 paesi sono riuniti a Kyoto, in Giappone, per adottare misure atte a tutelare le popolazioni dall’inquinamento -che ”ha modificato il clima della terra e mette sempre più in pericolo la vita del genere umano”- occorre che il nostro Paese adotti misure esemplari. E, in attesa di misure governative, dovrebbero dare il buon esempio le regioni e gli enti locali. In particolare, nella nuova politica dell’ambiente i sindaci delle città italiane dovrebbero assumere iniziative, coraggiose quanto esemplari”.
Lo sostiene il Gruppo per l’Attuazione del Bioregionalismo,   riunitosi oggi a Roma, con il coordinamento di Paolo D’Arpini, Presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.. Il Bioregionalismo ha due obiettivi: recuperare e tutelare al massimo l’ambiente naturale; ridisegnare nuovi confini delle regioni, tenendo finalmente conto delle loro caratteristiche etniche, ambientali, linguistiche, sociali e produttive. Il tutto in una visione della Stato che ”invece di amministrare se stesso, attraverso la sola tutela della burocrazia, (tra le più arretrate del mondo), si occupi finalmente e seriamente dei grandi problemi nazionali e della tutela dei cittadini”
Il Gruppo ha rivolto un invito esplicito ai Sindaci della grandi città, a cominciare dal Sindaco di Roma, Francesco Rutelli che nel suo secondo mandato ”dovrebbe portare a soluzione il problema ‘psicofisico’ della circolazione -che ha raggiunto livelli intollerabili di congestione- e quindi dell’inquinamento, realizzando un efficiente servizio di trasporti pubblici nell’intera area metropolitana. Il caos attuale, malgrado le prime rilevanti misure adottate, mette continuamente in pericolo la salute dei cittadini e riduce di fatto del 50 per cento le funzioni sociali, culturali e produttive della capitale nonché le attività extra-territoriali che implicano la presenza a Roma.


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