L'anno del "contagio" ha ulteriormente messo in evidenza gli impatti negativi della inarrestabile urbanizzazione degli ultimi decenni, assunta globalmente come paradigma inevitabile e con la previsione che il genere umano nel 2050 per il 70% avrebbe potuto concentrasi nelle aree urbane. L'immediato forzoso diffondersi delle nuove tecnologie che hanno accelerato homeworking, educazione a distanza, telemedicina, acquisti online, etc. ha accelerato in pochissimi mesi processi che si prevedevano a regime non prima di 15/20 anni.
Questi
cambi, riducendo la necessità di molti spostamenti fisici, influisce sull'intero modello della vita
quotidiana nei grandi agglomerati urbani (nella stessa New York interi grattacieli di uffici si sono
spopolati ) e sono arrivati per rimanere. Le preoccupazioni sanitarie, la necessità di alloggi più grandi, di
maggiore spazi verdi, di luoghi di aggregazione accessibili e quant'altro stanno spingendo in tutto il
mondo quote crescenti di "cittadini" ad allontanarsi dai grandi centri e cercare nuove alternative di
localizzazione. La possibilità di risiedere altrove, riducendo l'attuale gap di servizi ed accessibilità grazie
agli avanzamenti tecnologici, sta rivalutando il ruolo del borghi e centri rurali per ridivenire poli di
aggregazione sociale a scala umana con una migliore qualità di vita.
L'Italia per le sue caratteristiche
geografiche, sociali e storiche dispone di un numero assai rilevante di centri e borghi, di cui oltre 5800
con meno di 5000 abitanti, può in tempi brevi avviare una riduzione sostanziale dei fenomeni di
urbanizzazione, favorendo come alternativa l'adeguamento, recupero e riutilizzo di questi insediamenti.
Il turismo responsabile rivisto con un modello rispettoso di ambiente, patrimonio e tradizioni può essere
un importante elemento per lo sviluppo dei borghi, inteso non come soltanto seconde residenze
temporanee, ma integrato nella economia locale e interagire con le comunità ospitanti in un rapporto
diretto e senza le molte intermediazioni attuali. Ma si tratta di avviare un profondo cambiamento dell'intero modello di sviluppo territoriale, non solo per gli aspetti insediativi, ma di molti altri come:
ambientali, sociali, economici, infrastrutturali, produttivi, turistici e così via .
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