Il 4 aprile 2025 la NATO compie 76 anni, costellati da guerre, operazioni di spionaggio, militarizzazione dei territori, corsa al riarmo, produzione di armamenti altamente distruttivi e inquinanti, provocazioni militari in ogni angolo del mondo, coinvolgimento in stragi di Stato, dapprima giustificati con la “lotta al comunismo” e successivamente in nome dell’esportazione di democrazia e progresso.
Per il nostro Paese, 76 anni di NATO hanno significato finora 76 anni di collaborazione con crimini di ogni tipo e occupazione militare del nostro territorio: dalle oltre 120 basi e installazioni militari Usa-Nato disseminate su tutto il territorio nazionale agli accordi tra le università italiane e le agenzie e aziende militari pubbliche e private degli Usa e dello Stato d’Israele, dai percorsi didattici per i giovani studenti all’interno delle caserme all’uso del nostro territorio per l’addestramento degli eserciti dell’Alleanza Atlantica (che rendono, ad esempio, i poligoni Nato in Sardegna delle vere e proprie zone contaminate), il nostro Paese è un retroterra strategico della Nato, principale promotrice della guerra mondiale a cui l’Italia partecipa ogni giorno di più, impoverendo e affamando i lavoratori del nostro Paese.
Sempre più risorse vengono destinate alla corsa al riarmo, alla conversione industriale in funzione bellica, ad accordi economici internazionali legati alle logiche di guerra che colpiscono sempre di più i lavoratori che vivono del nostro paese: dal caro energia all’inflazione sui beni di consumo, allo smantellamento di tutte quelle aziende che non fanno lauti profitti con il sistema della guerra lasciando a casa decine di migliaia di lavoratori. Di contro, i salari sono fermi al palo, la precarietà del lavoro è sempre più diffusa e le politiche sociali sono vuota propaganda del governo Meloni che fino ad oggi ha obbedito, ossequiosamente, ad ogni direttiva e indicazione di NATO e UE nell’imporre al nostro paese politiche economiche di guerra sempre gravose, pur di garantire a guerrafondai e speculatori lauti profitti nella guerra mondiale in corso.
L’attività della NATO e quindi l’ubbidienza del governo Meloni alle direttive imposte dalla NATO, contrasta infine con uno dei principi fondamentali della Costituzione, l’articolo 11, nella misura in cui esso statuisce che “l’Italia ripudia la guerra come strumento d’offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Mobilitiamoci per dire NO alla NATO, per lottare contro il governo Meloni esecutore delle politiche di guerra imposte da USA e NATO!
Nei giorni che vanno dal 4 al 6 aprile, mobilitiamoci in ogni città con presidi, cortei, flash mob di fronte a installazioni/basi militari (ove presenti nelle città), università che hanno accordi di ricerca e didattici con la NATO e Israele, ambasciate e consolati di USA, Israele, Ucraina, oppure di istituti ad essi collegati (fondazioni, enti di ricerca privati, agenzie di sicurezza, ecc.), aziende produttrici di armi.
Ogni territorio definisca il proprio obiettivo di protesta in base a specificità del proprio contesto e obiettivi della propria lotta unendosi sotto le parole d’ordine del NO alla NATO, NO alla propaganda di guerra, NO alle politiche di guerra, dalla repressione del dissenso all’economia di guerra.
Dove non è possibile organizzare mobilitazioni di piazza, l’appello è a organizzare volantinaggi (mercati, piazze centrali, ecc.), banchetti informativi o iniziative pubbliche che facciano delle giornate del 4-5-6 aprile giornate di lotta e mobilitazione contro la NATO.
Coordinarsi è necessario!
Fare rete non è più sufficiente. Ogni singola realtà sente l’esigenza di alimentare una mobilitazione contro la guerra più generale e diffusa. Per farlo, è necessario innanzitutto coordinare in ogni angolo del paese le decine e decine di organismi che vogliono opporsi alla guerra e all’occupazione militare del nostro paese: siamo tanti, anche se sparpagliati, e dobbiamo organizzarci e coordinarci.
Per questo l’appello è a costruire assemblee, riunioni, confronti territoriali allargati a quante più realtà possibili, senza veti rispetto alla partecipazione di altri organismi, per coinvolgere in ogni territorio ogni forza disponibile a spendersi nella lotta contro la NATO, a contribuire con la propria esperienza e il proprio bagaglio politico a queste giornate di mobilitazione.
Il Coordinamento Nazionale No Nato si fa promotore di questa mobilitazione che ogni territorio può e deve far propria, con i propri simboli e striscioni di lotta, con i propri obiettivi specifici, con i propri contenuti ma che si collegano con una mobilitazione generalizzata in tutto il paese.
Dichiariamo il 4 aprile Giornata contro la NATO e la guerra!
Avanti nel fare fronte comune nella lotta contro le basi USA-NATO!
Coordinamento Nazionale No Nato <coordinamentonazionalenonato@
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