“Nella terra dell’olio si fa scempio degli ulivi e, con l’autorizzazione della Regione Puglia e col placito assenso del Comune di Bitonto, gli oliveti secolari e ben 1950 alberi di olivo vengono espiantati, sradicati. Si tratta di piante sanissime, ma in Puglia adesso non si espianta solo per la Xylella, ma anche per lasciare il posto a una enorme macchia nera, un impianto fotovoltaico che si estenderà per 14,85 ettari. Tutto questo è assurdo, è una vergogna”.
Ci va giù duro Gennaro Sicolo, senza giri di parole. Il vicepresidente nazionale e presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia mette nel mirino il grande impianto fotovoltaico che sta per sorgere in agro di Bitonto, in località Pozzo delle Grue, per opera della società GDR SOLARE S.R.L.
L’impianto che sta per sorgere è denominato “Torre delle Grue”. Produrrà una potenza nominale prevista pari a 11,9712 MWe. Nel cuore del territorio bitontino, alla fine dei lavori di realizzazione, l’infrastruttura si caratterizzerà per un’estensione di quasi 15 ettari di pannelli e cemento. “E poi si parla di fermare il consumo di suolo”, aggiunge Sicolo. “Gli espianti sono iniziati e vi assicuro che non è uno spettacolo piacevole: olivi secolari vengono disastrati, sembra il luogo in cui è accaduto un disastro naturale, e invece questo disastro è tutta opera dell’uomo e della politica. È questo il futuro che vogliamo dare a territori come quello di Bitonto?”.
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OLIVI ESPIANTATI PER IL FOTOVOLTAICO, FRACCHIOLLA: “COSÌ SI SRADICA CIÒ CHE CI IDENTIFICA”
del Bio-Distretto delle Lame – Comunicato del 16.05.2025
Il Bio-Distretto delle Lame (https://www.distrettobiolame.it/) è un progetto che unisce gli ambiti territoriali di quattro comuni a forte vocazione agroalimentare: Ruvo di Puglia, Bitonto, Corato e Terlizzi. Mette insieme coltivatori diretti e imprese agricole, cooperative e aziende di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, attività della ristorazione e dell’accoglienza turistica, associazioni e gruppi di persone che animano il tessuto creativo del territorio promuovendo la fruizione dell’immenso patrimonio agroalimentare, ambientale, storico e culturale di quest’area della Puglia. Come Bio-Distretto, a proposito della famigerata vicenda dei circa 2mila olivi espiantati a Bitonto per far posto a un parco fotovoltaico di quasi 15 ettari, e più in generale riguardo a tutte le iniziative similari, restiamo basiti e disorientati. Ci chiediamo quale senso possa avere la trasformazione dei nostri paesaggi, da secoli dominati dalla millenaria cultura e coltura dell’ulivo, in una tetra e nera distesa di pannelli tra plastica, silicio, vetro e cemento.
Ai rappresentanti delle istituzioni, inoltre, poniamo una domanda: nell’avallare un numero crescente e sempre più invasivo di impianti cosiddetti “agri-voltaici”, con tutto il consumo di territorio che ne deriva, si sono chiesti quali possano essere i costi reali di una siffatta “mutazione genetica” del nostro territorio? Chiediamo e ci domandiamo, inoltre, se sia giusto che i terreni agricoli, un tempo primariamente deputati alla produzione agroalimentare, diventino ora semplicemente delle superfici da occupare con migliaia di neri pannelli. Non stiamo alienando soltanto delle superfici, poiché assieme ad esse stiamo alienando anche la nostra capacità di coltivare con passione, sapienza e intelligenza un sistema biologicamente e culturalmente complesso rappresentato dalla terra. Sia ben chiaro: noi non rinunciamo affatto alla modernità o alla necessità di utilizzare ricerca scientifica, tecnologie e competenze più avanzate per innovare la nostra capacità produttiva. Il nostro piano di sviluppo è intimamente ispirato e connesso alla sostenibilità, inoltre riconosciamo che la disponibilità di energie da fonti rinnovabili è un fattore importante di questo processo. Tuttavia, crediamo che la tutela della biodiversità e il rispetto delle vocazioni produttive e delle caratteristiche ambientali di un territorio non possano conciliarsi con lo sradicamento delle radici culturali, economiche e perfino biologiche (materiali) che caratterizzano le nostre aree rurali, le nostre campagne, le distese di olivi che da sempre sono la quintessenza della nostra identità e storia collettiva. Sradicando quegli olivi sanissimi si toglie il terreno sotto i piedi su cui poggia la nostra identità. Questo significa sprofondare. Crediamo che queste riflessioni debbano essere un monito per le istituzioni e le amministrazioni di tutti i livelli, dal locale al regionale e al nazionale.
La Regione Puglia, il suo territorio e la sua storia sono intimamente, profondamente e indissolubilmente legate alla cultura che forgia la nostra agricoltura e il suo immenso patrimonio. Il simbolo stesso della Regione Puglia è un olivo. Si può sradicare, idealmente e materialmente, un emblema che ci identifica? Per questo, ci interroghiamo e chiediamo quale sia la visione degli Enti di Governance territoriale che da una parte favoriscono e normano iniziative come il nostro Bio-Distretto, e dall’altra gli sottraggono il substrato per svilupparsi coerentemente con i suoi obiettivi autentici.
Benedetto Fracchiolla, presidente Bio-Distretto delle Lame
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