domenica 25 settembre 2016

Gli alberi parlano... ora abbiamo le prove scientifiche



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Gli scienziati iniziano ad avere sempre più conferme del fatto che gli alberi sono capaci di comunicare fra loro e soprattutto di imparare. Già da molto sappiamo che gli alberi sono in grado di sentire dolore quando ad esempio si intacca la loro radice. È anche noto che si organizzano in comunità e si prendono cura dei loro vicini, ad esempio mandando nutrimento in aiuto ad alberi malati o bisognosi.

Molti sono gli studi condotti su foreste e alberi ma naturalmente, come per le ricerche sugli animali, per l’uomo non è facile capire come funzioni un sistema diametralmente opposto al suo. Chiunque passi abbastanza tempo in mezzo ai boschi però avrà di certo notato certi piccoli comportamenti degli alberi che sembrano insoliti. Come ad esempio il fatto che sulla carcassa di una vecchia pianta a volte possono nascere germogli della stessa specie.

La vita segreta degli alberi

Anche in Italia, all’università di Torino, dei ricercatori lavorano tutti i giorni su questi argomenti. Il professore Massimo Maffei ha svolto una ricerca che dimostra come gli alberi possono distinguere le radici di alberi della loro specie da quelle di altri tipi di piante. Inoltre possono anche districare le loro radici e farle crescere altrove se non vogliono venire in contato con uno specifico esemplare. Alcuni intrecciano le loro radici in modo così fitto da morire insieme nel caso uno dei due si ammali.

Sembra quindi che gli alberi, nonostante quello che potremmo pensare vivano in comunità organizzatissime, come ad esempio quelle dei formicai. Hanno anche una sorta di comportamento di auto-aiuto. Sono in grado di individuare se una pianta è bisognosa di nutrimento o ammalata e con le loro radici decidono di raggiungerla per evitare che muoia da sola.

Come parlano gli alberi

Un’altra interessante ricerca invece è stata condotta a Vancouver. All’università British Columbia la dottoressa Suzanne Simard da anni studia il comportamento delle piante nei boschi del Canada. Ha scoperto che gli alberi possono inviare tra di loro dei segnali di allarme. Questo attraverso impulsi elettrici e segnali chimici inviati nel sottosuolo, dove sono presenti network di funghi che abitano tra le radici.

Questo sistema viene chiamato “Wood Wide Web” e si basa interamente sui filamenti dei funghi che si trovano nel terreno. Le loro particelle hanno una densità elevatissima nella terra e gli permettono di arrivare molto lontano, funzionando quasi come i cavi a fibra ottica che noi usiamo per internet. Attraverso questa rete gli alberi riescono a mandare segnali anche grazie all’aiuto degli insetti.


Fonte: Pixabay
A.K. Informa - N. 39

4 commenti:

  1. Commento di Clenz Domus Venece:

    “...confermo, un grande albero di olivo aveva sotto di se un piccolo albero di pruno, figlio di un altro pruno poco più in là (ormai abituato a innaturali potature).. beh quando il giovane pruno si alzò, nella sua forma piramidale naturale, era come se chiedesse spazio all'Olivo grande che, lo scorso inverno, ruppe il suo grosso ramo che ombreggiava il pruno e cadde senza danneggiare quest'ultimo.. puoi immaginare la mia meraviglia! come poteva quell'Olivo generoso aver permesso la rottura di un suo ramo che impediva la crescita del pruno giovincello? l'unica risposta che io trovai e che spiegai ad amici come Patrizio Gagliardi ed altri, era che l'Olivo aveva comunicato col Pruno o meglio, aveva recepito il bisogno di quest'ultimo di crescere in altezza ed accedere al sole, avendo lui stesso, l'Olivo, ricevuto da me il permesso di crescere in altezza indisturbato, non più costretto negli schemi della potatura di produzione, tanto che oggi si avvia a divenire un maestoso Olivo monumentale! E questo è solo un piccolo esempio, tra altri minori...”

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  2. Si sapeva dell'intellignza degli alberi.... e di tutti gli altri sensi attraverso Alberologia ===> www.alberologia.it

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  3. Commento di Giuseppe Moscatello:

    "Giuseppe Moscatello Le piante hanno la percezione e la memoria, Cleve Backster, ex agente Cia addestrato per interrogatori con il poligrafo, la macchina della verità, usava tra le varie tecniche quella delle minacce verso il sospettato per misurarne la risposta emozionale. In un esperimento ha attaccato gli elettrodi dello strumento ad una pianta. Cercando cosa la pianta avrebbe considerato come una minaccia, ha pensato di applicare un fiammifero ad una foglia. Senza neanche fare il movimento, il solo suo solo pensiero ha innescato una forte risposta nella pianta. Backster iniziò così a fare esperimenti anche sulle piante.
    Il più noto esperimento di C. Backster che non include il fattore umano è quello dei gamberi in salamoia che vengono gettati in acqua bollente ad intervalli predeterminati nei pressi delle piante che reagiscono 'emotivamente' ogni volta che avviene il massacro. Le piante rispondono perché hanno coscienza, anche se non hanno un sistema nervoso, del resto anche nei primati la coscienza non ha sede nel sistema nervoso, il sistema nervoso è solo la macchina, le piante mostrano anche una capacità di memoria, anche la memoria non ha la sede nei tessuti, ma nel corpo eterico e nell’etere."

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  4. Commento di Roberto Salustri:

    “...veramente non è una novità, e solo l'ennesima prova scientifica, io studiavo i comportamenti delle piante 20 anni fa e facevamo esperimenti sulla comunicazione su situazioni di pericolo, se un ungulato mangiava le foglie e i rami di un albero, arbusto, pianta dopo un poco le piante a qualche km di distanza ricevevano il messaggio e pompavano tossine sui rami...”

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