giovedì 15 settembre 2016

Ecologia sociale e di genere - Maschile o femminile.... restiamo quel che siamo




Restare  quel che siamo.....

Lorella Zanardo,   nel suo documentario  dal titolo "Il corpo delle donne",  ci  fa riflettere sull’attuale rappresentazione delle donne nei media.  Il suo lavoro parte dalla riflessione di come “le donne vere stiano scomparendo dalla tv e di come siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante.  “La perdita - continua la Zanardo - ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime”.

E la riprova l'ho avuta non molto tempo fa, sfogliando le pagine del pretenzioso "Corriere della Sera" in cui si mostravano alcune immagini di donne intente a radersi il viso, come maschi, per sancire una nuova cultura del "maschile/femminile". Lo vediamo anche nelle icone burlesque alla Lady Gaga, Madonna, Pussy Riot, o di quell'ibrido israeliano con la barba di cui non ricordo il nome, etc.

Se la scomparsa delle “donne vere” è dovuta alla presenza massiccia delle donne completamente rifatte o ridotte a soprammobile, o "ri-settate" (come si dice nel web),  ci  si potrebbe chiedere se con l’invasione dei trans, etc.  non stia scomparendo anche l’uomo! L’uomo inteso in generale, come individuo pensante, che ha delle cose da dire e delle riflessioni da fare, a prescindere dal suo corpo, che sia nudo o vestito, che sia naturale o rifatto, che sia in vendita o no, che sia trans o no.

Forse -saltando su un tema di attualità-   osservando il degrado verso cui la società si sta indirizzando  per via delle spinte comportamentali indotte da una  impetuosa ed incontrollata suggestione mediatica  nella vita della gente (vedi anche i  flash mob unisex cretini), andrebbe studiata  una  "patente" di capacità operativa per chi lavora nel sociale e nella comunicazione.  Proprio come i medici hanno un organo di controllo che tutela loro ed i pazienti, così anche l'informazione pubblica dovrebbe averne uno che, se ci si comporta 
diversamente ai dettati di certi principi ed una certa etica, si riservi di ritirarla.

Vieppiù un tale "patentino" di capacità operativa andrebbe studiato per coloro che gestiscono la cosa pubblica  che è la  matrice del comportamento sociale,   invece di prevedere il carcere per i giornalisti che "offendono" i politici, andrebbe prevista la rimozione dei politici che non sono in grado di gestire l'ecologia sociale, l'educazione sessuale ed i costumi nella nostra società.

Smettiamola di essere dei passivi mutanti. Qualcuno ci sta iniettando un virus: crediamo che stiano  "liberando" i nostri corpi e i nostri costumi"  e invece stanno mutando le nostre menti e le nostre coscienze, rendendoci simili a burattini.


Paolo D'Arpini

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Integrazione:

"Ma questi modelli falsati di uomo e di donna e la "pubblicità" che si fa sui gusti sessuali dell'uno o dell'altro personaggio (uomo politico, artista, ecc.) come fosse un merito o un demerito a cosa servono? A fare sentire le persone normali (e con questo intendo le persone comuni, qualsiasi siano le loro propensioni sessuali o la loro taglia di pantaloni e la lunghezza dei capelli) delle persone miserevoli, che devono adeguarsi ad uno standard completamente al di fuori dell'umano, pena il senso di inferiorità. Ma la gente è stanca, è vero che sembra quasi che le donne come dice la Zanardo non abbiano il fegato di ribellarsi, ma è proprio necessario guardare la televisione? 

Le donne vere esistono ancora e tutti i giorni si alzano per fare il loro dovere cercando magari anche di avere un aspetto piacevole, per se e per gli altri, ma non siamo mutanti e non lo saremo mai! Basta guardarle queste donne, negli occhi, e vedere che sono ancora capaci di essere se stesse e sorridere, nonostante i chili di troppo, la stanchezza che sento sempre più diffusa, il tempo che non basta mai, anche per godersi i propri affetti, ma si riesce sempre a strappare a tutte loro un sorriso!"

Caterina Regazzi

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