sabato 23 novembre 2019

Piano d'azione per raggiungere la quota emissioni zero entro il 2050


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In occasione della Settimana di Mobilitazione per il clima, è stato pubblicato l’Exponential Road Map, un rapporto che presenta 36 soluzioni economicamente valide per ridurre le emissioni globali di gas serra del 50% entro il 2030, step necessario se si vuole raggiungere l'azzeramento entro il 2050.

Il report è stato redatto congiuntamente da 55 autori provenienti dal mondo accademico, industriale e finanziario, ma anche del no profit; tra i firmatari anche WWF internazionale e l’importante programma mondiale di ricerche sulla Global Sustainability Future Earth. Costituisce un solido piano d'azione per implementare soluzioni in linea con gli obiettivi di Parigi e dimostra come queste siano attuabili in tutti i settori chiave dell'economia, in primis quello energetico.

Una riconversione dell'intero sistema produttivo è possibile, afferma il pool di esperti, e non si tratterebbe nemmeno di un evento senza precedenti, in passato infatti ci sono state transizioni significative operate da parte del settore industriale anche in minor tempo.

La sfida maggiore di oggi non è la velocità ma è che avvenga su scala mondiale; per il raggiungimento degli obiettivi di Parigi saranno i prossimi dieci anni ad essere di cruciale importanza.

La richiesta rivolta agli stati è di aggiornare i propri Contributi Nazionali Determinati con le 36 soluzioni prospettate che sono fattibili dal punto di vista economico e che hanno un potenziale di crescita rapida, secondo le stime pubblicate nella roadmap “esponenziale”.

Sei i settori individuati dagli esperti nel proporre le soluzioni per contenere il riscaldamento globale entro il target di 1,5°C: energia, industria, trasporti, costruzioni, consumo del cibo e comportamenti individuali più ecosostenibili, tra questi il primo è il più promettente in termini di risultati ed è quello su cui occorre agire con maggiore incisività. Una riconversione verso energie rinnovabili viene prospettata nel report come non solo fattibile ma anche competitiva e capace di generare maggiori profitti rispetto a carbone, petrolio e gas, proprio grazie agli sviluppi tecnologici più recenti.

L'unico ostacolo che impedisce ancora una vera trasformazione all’energia pulita è il sostegno e gli investimenti destinati all'energia prodotta da combustibili fossili, che frenano una crescita esponenziale delle rinnovabili, allo stesso modo degli investimenti in impianti ormai obsoleti e maggiormente inquinanti.

Se invece prendesse piede il sostegno all’utilizzo di veicoli elettrici, questi potrebbero rapidamente occupare il 90% della quota di mercato entro dieci anni, riducendo di molto le emissioni legate al traffico, mentre un ulteriore discorso viene fatto per quanto riguarda il trasporto marittimo e la spedizione di merci, che potrebbe, una volta cambiati il tipo di carburante e le rotte seguite, dimezzare le emissioni. Sempre secondo le stime pubblicate, fermare la deforestazione mondiale e migliorare la gestione delle foreste diminuendo il consumo di suolo ridurrebbe l’equivalente di 9 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno, entro lo stesso lasso di tempo.

Quattro i punti di forza evidenziati dal rapporto, che potrebbero agire da elementi trainanti per accelerare la trasformazione economica necessaria. In primis c’è la crescita dei movimenti sociali per il clima che si sono rivelati in grado di cambiare il dibattito pubblico, tra questi vengono esplicitamente citati Fridays for Future e Extinction Rebellion. Tra gli altri driver in grado di accelerare il ritmo del cambiamento, gli esperti individuano il crescente sostegno politico da parte degli stati nei confronti dell’adozione di leggi per un 2050 no-carbon, la maggiore economicità dell'energia eolica e solare rispetto a quella prodotta da fonti fossili e in ultimo la digitalizzazione delle comunicazioni su scala globale in grado di garantire un'inedita facilità e velocità di diffusione di tali trasformazioni.

Tre sono gli obiettivi dichiarati di questo documento, il primo e prioritario è di fermare la crescita delle emissioni nel 2020 affinché siano progressivamente dimezzate entro il 2030. In ragione di questo seguono gli altri due target: trovare modalità per rendere le 36 soluzioni proposte scalabili e diffuse esponenzialmente, e creare le condizioni politiche che permettano all'economia circolare di prendere piede.

Le ultime dichiarazioni contenute nel documento non lasciano dubbi sul tipo di avviso rivolto ai leader mondiali: una lenta politica di decarbonizzazione che impieghi più di trent’anni per realizzarsi non è più tra le opzioni sul tavolo, solo azioni rapide e incisive possono ridurre il rischio di un cambiamento climatico di dimensioni catastrofiche e contemporaneamente migliorare la qualità della vita di milioni di persone.

Per approfondire, contestualmente all’ Exponential Roadmap, lo stesso gruppo di esperti ha pubblicato un altro documento Meeting the 1.5°C Climate Ambition, che individua le prossime fasi nel percorso di mitigazione del clima.


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(Fonte: Arpat)

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