venerdì 1 novembre 2019

Anche i mistici indiani sono preoccupati per la distruzione della Natura e per l'estensione del degrado


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L’aumento della popolazione mondiale ha portato alla necessità di un numero sempre maggiore di terreni ai fini dell’urbanizzazione, della produzione alimentare, del legname per gli alloggi e delle risorse minerarie. Ciò ha portato alla distruzione indiscriminata degli ambienti e alla perdita della biodiversità su scala mondiale. La lotta al degrado del suolo e al ripristino delle terre degradate è una priorità urgente per proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici vitali per tutta la vita sulla Terra e per garantire il benessere umano. 

Un rapporto pubblicato all’inizio del 2018, prodotto dalla Piattaforma Intergovernativa per la Scienza e la Politica sui Servizi per la Biodiversità e l’Ecosistema (Intergovernmental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services - IPBES), che ha rappresentanti di 129 Paesi, conteneva un’allarmante valutazione sull’estensione del degrado del suolo a livello mondiale. Alcuni risultati chiave sono: attualmente, attraverso le attività dell’uomo, il degrado della superficie terrestre ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone, spingendo il pianeta verso una sesta estinzione di massa di specie e costando oltre il 10% del prodotto annuo lordo mondiale in perdita di biodiversità e servizi ecosistemici; se non viene intrapresa un’azione urgente e concertata, il degrado del territorio peggiorerà con la crescita della popolazione, il consumo senza precedenti, un’economia sempre più globalizzata e il cambiamento climatico; nelle economie sviluppate, lo stile di vita ad alto consumo, combinato con quello in aumento nelle economie emergenti, sono i fattori dominanti che portano al degrado del territorio a livello mondiale; un’azione tempestiva 4 per evitare, ridurre e invertire il degrado del suolo può aumentare la salvaguardia di cibo e acqua, contribuire in modo sostanziale all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici e ridurre o evitare casi di conflitto e migrazione. 

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La perdita di copertura forestale ha conseguenze negative a livello locale e mondiale. A livello locale, gli alberi contribuiscono a mantenere i livelli d’umidità, forniscono ombra e habitat, temperatura moderata, assorbono l’inquinamento e ci forniscono frutti e prodotti in legno preziosi. A livello mondiale, le foreste assorbono CO2 e rilasciano ossigeno come parte integrante del mantenimento del delicato equilibrio della nostra atmosfera nel sostegno della vita, compresa il contenimento della temperatura globale. Le foreste ospitano anche un gran numero di specie animali e vegetali, che forniscono di tutto, dai prodotti farmaceutici ai pesticidi naturali, e contribuiscono in modo sostanziale alla biodiversità della Terra. Secondo gli indicatori di sviluppo del 2016 della Banca Mondiale, il mondo ha perso ogni ora, dal 1990, l’equivalente di 1000 campi da calcio di foreste. Si tratta di 1,3 milioni di chilometri quadrati di foresta: un’area più grande del Sudafrica. 

Negli oceani del mondo, il fitoplancton ha un ruolo simile a quello delle foreste sulla terra nell’assorbire CO2 e immagazzinare carbonio. Gli scienziati ci dicono che il fitoplancton produce la metà dell’ossigeno che respiriamo, abbassa l’anidride carbonica di superfice e sostiene la vita marina fungendo da fondamento per la catena alimentare oceanica. Esso è parte integrante di un pianeta sano, ma i cambiamenti climatici e quelli delle condizioni oceaniche si traducono in un declino del fitoplancton che, secondo gli scienziati, produrrà un impatto più drammatico sull’equilibrio della Natura rispetto alla perdita delle foreste pluviali tropicali. Attualmente è necessario e urgente capire che cosa stia danneggiando le foreste, gli oceani e la terra, e questo per agire subito per poterli salvare. Per affrontare il cambiamento climatico, è altresì vitale piantare più alberi ovunque sia possibile, beneficiare delle condizioni locali e servire la biodiversità. Allo stesso tempo, per noi è importante scoprire modi alternativi di provvedere ai bisogni delle persone in tutto il pianeta, evitando allo stesso tempo di danneggiare i nostri simili. 

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Sathya Sai Baba, il mistico erede del grande Sai Baba, ha spiegato che: “Poiché la deforestazione avviene in misura allarmante, nell’atmosfera è aumentata considerevolmente la quantità di biossido di carbonio. Pertanto, il rimedio a questa situazione è l’imboschimento intensivo, la crescita di più alberi dappertutto e la protezione di quelli esistenti senza distruggerli per altri scopi. In ogni momento del giorno interagiamo con l’ambiente, direttamente e indirettamente. Le scelte che facciamo e le nostre azioni, come scegliere il cibo che mangiamo, come spendiamo i nostri soldi e il nostro tempo, l’energia e le risorse naturali che utilizziamo, e persino i pensieri che abbiamo, hanno un impatto sull’ambiente.

Essendo consapevoli delle nostre azioni, possiamo apportare semplici cambiamenti che riducono il nostro impatto negativo sull’ambiente e ci aiutano a servire meglio e a valorizzare la Natura. 

L’“Obiettivo 12”, facente parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, richiede “produzione e consumo responsabili”, il che necessita che ciascuno di noi sia conscio, informato e consapevole degli acquisti che fa e dell’impatto che questo ha sull’ambiente. Sathya Sai Baba ci ha insegnato come vivere in armonia con la Natura con il proprio esemplare stile di vita, ma ci ricordava anche che la Madre Terra sta perdendo la pazienza... 

Maria Gabriella Lavorgna  

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Fonte: AK Informa n. 44 

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