lunedì 7 maggio 2012

Treia - I primi giorni della Festa dei Precursori (2) narrati da Nelly Gozzi

Dipinto di Giuseppina Mazzocco


Porto la mia testimonianza della Festa dei Precursori

Caro Paolo, devo ringraziarVi per l’accoglienza e la cordialità tua e di Caterina, il vostro sorriso luminoso mi trasmette quella leggera ebrezza di vita gioiosa e pace che altro non è che la base del mio essere.

Apprezzo lo sforzo organizzativo in linea con il sistema di vita odierno, nulla c’è di fisso; da un programma iniziale continuamente si aggiusta si modifica si corregge, ogni persona che si aggiunge fa cambiare l’insieme e si continua a modellare la giornata come l’artista fa con la sua opera d’arte.
Questo mi ricollega al filo comune degli argomenti trattati dagli invitati:
inventarsi un nuovo modello di vivere, di socialità comune, in linea con la madre terra partendo dal passato, (poiché l’uomo deve ricordare dalle esperienze passate il meglio per salvarlo e il peggio per non ricadere sui propri errori),
elaborare un sogno o una possibilità diversa nel presente da realizzare nel futuro prossimo.

INSOMMA LA SPERIMENTAZIONE che passa dalle piccole cose materiali, alla sfera delle relazioni, per poi continuare nell’interno della nostra anima, ed infine riunire tutti i filtri, e come in un calendoscopio guardarci dentro con meraviglia.
La Festa dei Precursori, come il tuo Giornaletto di Saul sono per me, essere curioso, una grande fonte di scoperte, essendo cittadina da sempre ed impiegata da sempre, il mio mondo cadenzato da obblighi monotoni e futili, mi spinge ad avventurarmi in sogni ed in realtà diverse come ad esempio quella agricola e rurale, di cui però non mi sento di avere sufficienti conoscenze per interpretarla.


IN CONCLUSIONE:
un nuovo modello sociale, basato sul rispetto di chi ci ospita e tra il genere umano, dove non c’è potere ma solo libertà, uguaglianza e comprensione per i singoli individui. La propria libertà di espressione non deve pesare sugli altri _ la propria creatività deve portare alla condivisione con altri come un dono non come una imposizione.

Nelly Gozzi

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Rispostina di Caterina Regazzi:

Cara Nelly, é stato un piacere per noi avere qui te e la tua amica Adele e condividiamo le tue riflessioni.

La gioia di vivere é una componente della vita, appunto che mai dovrebbe mancare, un po' come il "sale della vita" della performance a cui abbiamo assistito. Purtroppo spesso, chi più chi meno, ci dimentichiamo che grande dono é essere al mondo e gli eventi esterni ci fanno di volta in volta gioire o cadere in depressione. Ed allora ci mettiamo a cercare, un nuovo lavoro, un nuovo compagno di vita, nuove amicizie, nuove pratiche, nuove terre, ma quando abbiamo fatto un cambiamento, anche radicale, abbiamo sempre trovato la felicità?

Forse per un po' di tempo può sembrare così, ma poi subentrano altri fattori, la noia, il disagio, il non sentirsi comunque a casa o nella propria pelle. Ci pervade un senso di incompletezza. Forse dobbiamo percepire che noi non siamo il nostro corpo e neanche la nostra mente, che dentro a tutto ciò c'é il nostro essere, la nostra coscienza, che é sempre lì, immutabile, non influenzabile, pulita, se riusciamo a dimenticare le sovrastrutture che ci hanno condizionato dalla nascita. E se ci riconosciamo per un momento, saremo sempre più capaci di ritrovarci e di riconoscerci di nuovo e ancora ed allora, tutto quel che c'é fuori di noi avrà si importanza, ma solo perché aspiriamo al bene dell'umanità, pur nel fiume della vita, che non é certo, esteriormente, uguale per tutti.
Con noi stessi non saremo mai più soli e infelici, ma completi.

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Rispostina di Paolo D'Arpini:

Ingegneria psichica.. forse potrà essere una nuova specializzazione alla quale potrai dedicarti. In fondo ogni costruzione nasce prima come immagine/disegno e poi viene realizzata come struttura. La stessa cosa si può dire del comportamento umano rispetto alle tendenze e forme pensiero. Costruire non è difficile, in fondo, quando si è on the move, in movimento, costante... è come camminare che non richiede alcuno sforzo malgrado l'apparente instabilità che viene "corretta" passo dopo passo.

Star fermi è più difficile che camminare, Per questo nelle discipline militari fanno stare i soldati sull'attenti, immobili. La loro immobilità è il risultato di una grande tensione.
Tu, cara Nelly, sei "on the move", come noi tutti precursori,  verso  un nuovo andamento.. Precursori che abbandonano la posizione stabile dell'appoggiarsi su quattro zampe, che inoltre superano l'ergersi su due piedi per tentare di eleversi al cielo (con la virtualizzazione del pensiero). Tu sei una dei precursori che hanno compreso che la vita è solo movimento, solo spettacolo passeggero. Lavoro, impegni, fatica, serietà d'intenti, finalità e scopi da raggiungere....? Stanno tutti nel film della vita... Goditi il momento e sappi che ogni considerazione sull'utile od inutile, sul bello e sul brutto è semplice immaginazione! 


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Commento di Giuseppina Mazzocco:

Caro Paolo
con piacere ho visto che hai inserito nella risposta a Nelly, la riproduzione di un mio dipinto ad acquerello, ti ringrazio perché tu l'hai scelto, per cui ti ha comunicato "qualcosa".
Esso è la "forza del perdono" dove puoi notare quella parte negativa e scura, che rappresenta la malvagità e la negatività umana che viene quasi coperta dalla luce e dall'amore di coloro che lo sanno perdonare  Talvolta è difficile è perdonare ma se ci compenetriamo e pensiamo che nel volere divino  siamo tutti fratelli, non sarebbe così impossibile.
Ci costa ma ciò che entra nel nostro cuore è uno spirito di pace e armonia.
Un caro saluto da Pinuccia.

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