Come giustamente detto dall’amico Dan Keying, sappiamo bene che coloro che non vogliono rivelare certe verità, hanno qualcosa di estremamente scottante da nascondere al pubblico. Il numero crescente di meteoriti infuocati che sfrecciano sopra i nostri cieli e che impattano sulla Terra aumentano i sospetti che possa realmente esserci, in fase di avvicinamento, un temibile “elemento scatenante” provenire dallo Spazio oscuro. Una forza gravitazionale misteriosa che sprigiona un’energia indefinibile sta spingendo numerosi frammenti rocciosi spaziali verso la Terra. Dietro quel velo di segretezza si nasconde un’incredibile realtà: la presenza di un piccolo sistema stellare poco al di fuori del nostro sistema solare.
A dare consistenza a questa teoria, la dichiarazione fatta dall’astrofisico Jim McCanney dell’osservatorio australiano di Learmonth.
UN “MINI SISTEMA SOLARE” STA ATTRAVERSANDO IL NOSTRO PIANO DELL’ECLITTICA!
Dalla foto Iras 05471-0411 del mini sistema solare, binario al nostro sistema, il nucleo centrale risulta attorniato da diversi satelliti a lui orbitanti. La natura “anomala” di questo “oggetto” è veramente particolare, non è facile definirne la sua tipologia, infatti questo lascio’ sconcertato lo stesso Gerry Neugebauer che, durante la sua intervista al Washington Post il 30 Dicembre del 1983, non seppe definire se il corpo centrale poteva essere un grosso asteroide, o una nana bruna, oppure una stella a neutroni. Questo è il commento di McCanney: … ”il suo nucleo esterno sembra essere di tipo “poroso”, caratterizzato da fessure o aperture, con una consistenza del tipo “barriera corallina”; la composizione della sua struttura esterna è di carattere minerale / ferroso. Un gas o una “polvere rossa” fuoriesce dal nucleo, attraverso delle fessure”.
“C’è un “mini sistema solare” costituito da “compagni” cometari, piccole lune satelliti e meteoriti, in entrata, assieme al Planet X / Ison, in arrivo entro la fine di giugno”.
Lo studio di questo mini sistema solare risale al periodo del lancio della sonda ad infrarossi Iras 1983. In questo periodo era stato rilevato dalla sonda un corpo “indefinito” che divenne subito oggetto di studio. Il codice di questo “oggetto” è: Iras 05471-0411, coordinate: 05;49;15.66 � 04;02;33.8.
Quindi le coordinate presentavano declinazione negativa; questo stava a significare che “l’oggetto” era in arrivo da sud, nel cielo australe.
Il sud del mondo divenne cosi’ meta di scienziati, astronomi e militari; de facto in Australia, nel 2003, fu avviato un progetto comune inerente la costruzione di un’Osservatorio; il Learmonth Solar Observatory (Project Wormwood).
Scopo dei militari US è quello di difendere gli Stati Uniti, questo è sempre stato il loro obbiettivo.
Ma se ora un governo come gli Stati Uniti lavora, spalla a spalla con un altro governo, quello Australiano, si potrebbe dire che il progetto ha a che fare non piu’ con la difesa interna di una nazione ma, bensì, con una difesa esterna o, per meglio dire, planetaria; a causa di questo “oggetto” in entrata.
A questo “oggetto” è ora possibile assegnare un nome: Wormwood, o Progetto Assenzio.
Il link di questo progetto, che sta compiendosi in questi giorni, è:
http://www.ips.gov.au/IPSHosted/neo/
Il termine Assenzio si può ritrovare anche nella Bibbia:…”Il terzo angelo suonò la tromba e una grande stella, ardente come una torcia, cadde dal cielo su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti d’acqua, Il nome della stella è Assenzio ( o Wormwood)”… Revelation 8 :10 -11.
In questo suo ultimo annuncio radiofonico, Mc Canney si rende portavoce di questa sconcertante notizia, occultata da almeno 30 anni e di cui sono seguite scomparse anomale di eccellenti Astronomi “ribelli” al dictat imposto dalla Nasa, in cui un mini sistema solare risulta essere entrato all’interno del nostro sistema solare.
Ma cosa intende piu’ precisamente Mc Canney?
Egli conferma che tale corpo celeste è la stella binaria al nostro sole, chiamata anche Nemesis (Dark Star); essa è identificata nei cieli australi e presenta un’orbita, estremamente allungata e molto inclinata rispetto al piano dell’eclittica, di almeno 3200 / 3600 anni.
La Ison è una delle “compagne” piu’ esterne di questo “mini sistema solare”.
Questo “mini sistema solare” proviene dal quadrante della costellazione dell’Acquario e in questo momento sta intersecando il piano dell’eclittica dove orbitano i pianeti del nostro sistema solare.
Nel 2009 tale corpo celeste era stato identificato nella costellazione Pictoris, salendo da sud, per raggiundere la costellazione dell’acquario, attraversando il piano dell’eclittica e proseguendo poi verso la direzione della costellazione di Ercole e Draco.
Quindi lo studio che stanno portando avanti in queste settimane presso l’Osservatorio Learmonth, in Australia, si concentra sull’osservazione e il monitoraggio di questo corpo celeste di “passaggio”; gli scienziati coinvolti in questo progetto hanno ripreso le ricerche del compianto Harrington, che divenne noto per le sue pubblicazioni sul planet X / Hale Bopp, edite nel data base del Smithsonian center / the International Astronomical Union’s Central Bureau for Astronomical Telegrams.
All’epoca Hale Bopp era in realtà un mini sistema, di piccolissime dimensioni, composto da un compagno satellite; all’uscita della cometa dal sistema solare, verso la fine del 1997, questo “compagno” rimase prigioniero nelle immediate vicinanze del sole, vedi link the Orca:
http://www.tmgnow.com/repository/solar/orca.html
Quindi Planet X / Hale Bopp si ripropone oggi con planet X / Ison; con la differenza che quest’ultimo presenta delle dimensioni ben maggiori ( il nucleo di Hale Bopp era di 70 Km, mentre il nucleo stimato della Ison è di circa 2.300 Km / 1 arcsec / pixel, H. Sato Astronomer, link:http://www.csc.eps.harvard.edu/2012S1/index.html ).
Come fece negli anni 90 lo stesso Harrington, che organizzo’ una spedizione, nel periodo di Maggio / Giugno del 1991, a Black Birch, in Nuova Zelanda, per osservare otticamente l’evento della futura Hale Bopp, cosi’ ora si stanno organizzando i preparativi per monitorare un altro evento similare, ma di portata ben piu’ grande nel sud del mondo, in Australia.
Ecco quindi spiegato il perché di tutto questo via vai registrato dalla popolazione del luogo, nei pressi dell’Osservatorio Learmonth.
Cio’ si puo’ mettere in relazione anche con l’evento, accaduto recentemente sul suolo russo, dove sono cadute le “avanguardie meteoriche” di questo mini sistema solare; staremo a vedere cosa ci riserveranno le prossime future novità…
Skywalk Survey
La Stella Binaria del Sole (Parte 1 di 2) � L’ombra del Pianeta X dietro la pioggia di meteoriti
I corpi rocciosi spaziali che colpiscono la Terra fanno ormai parte di una “nuova realtà” divenuta normale nel mondo in cui viviamo. Ma questa nuova realtà nasconde “un’ombra” assai più imponente di un qualsiasi corpo roccioso, un destino che molto presto potrebbe prendere parte all’intrigante scena planetaria. Un misterioso “astro” sta riducendo senza tregua le distanze tra sé e le orbite interne del Sistema Solare e trascinerebbe proprio quei detriti rocciosi dentro l’atmosfera terrestre. Da sempre lo definiamo Pianeta X.
La realtà dei fatti dimostra quanto siano pericolosamente aumentate le rocce spaziali infuocate che piovono dal cielo su tutto il mondo. Ciò che non sappiamo è fino a che punto arriveranno a danneggiarci.
Qualcosa di grosso viene custodito sotto il timbro del “Cosmic Top Secret”
Sappiamo bene che coloro che non vogliono rivelare certe verità (cover-up) hanno qualcosa di estremamente scottante da nascondere al pubblico. Il numero crescente di meteoriti infuocati che sfrecciano sopra i nostri cieli e che impattano sulla Terra aumentano i sospetti che possa realmente esserci, in fase di avvicinamento, un temibile “elemento scatenante” provenire dallo Spazio oscuro. Una forza gravitazionale misteriosa che sprigiona un’energia indefinibile sta spingendo numerosi frammenti rocciosi spaziali verso la Terra. Dietro quel velo di segretezza si nasconde un’incredibile realtà: la presenza di un Pianeta X dentro il Sistema Solare.
Un evento come quello del meteorite russo, precipitato il 15 Febbraio 2013, non era mai accaduto nella storia moderna, per trovarne uno antecedente a questo dobbiamo risalire all’evento di Tunguska del lontano 30 Giugno 1908, accaduto anch’esso in un’area distante da zone abitate (una coincidenza?). Le cadute di rocce infuocate provenienti dallo Spazio non possono essere tenute nascoste, risulta impossibile nascondere ciò che può essere visto ad occhio nudo o ripreso da videocamere e telefonini. Durante la caduta del grossissimo meteorite del 15 Febbraio 2013, abbiamo potuto assistere addirittura a qualcosa di unico nel genere; da più fonti video possiamo chiaramente notare come sia avvenuto, su quella “bomba spaziale”, un intervento mirato e deciso da parte di “Guardiani Extraterrestri”. Un “disco volante” ha colpito il grosso meteorite russo frantumandolo e deviandolo in una zona lontana dai centri abitati.
La “palla di fuoco” precipitata in Russia e tutti gli altri casi di esplosioni e bagliori che avvengono in ogni parte del mondo, sono casi destinati probabilmente ad aumentare. Non sappiamo fino a che punto potremo contare sull’aiuto di queste “forze invisibili extraterrestri”. Tutte le agenzie governative mondiali mostrano una più che evidente preoccupazione riguardo l’insidiosa minaccia rappresentata dai corpi spaziali ( e detriti spaziali) come meteore, asteroidi e comete, provenienti dallo Spazio.
Torniamo sul Crop Circle di Santena
Ora più che mai è d’obbligo fare un piccolo passo indietro nel tempo e tornare al crop circle comparso a Santena (TO) il 17 Giugno 2012. Non è necessario per ora sapere se la costellazione situata sul lato destro del pittogramma raffiguri o meno quella del Cancro. Ciò che è fondamentale capire è se il cerchio più grande, che dalla rappresentazione pare provenire proprio da quella costellazione, sia la Stella Binaria del Sole, una Nana Bruna; i sospetti a riguardo cominciano a diventare sempre più credibili.
Non possiamo sapere con esattezza quanti pianeti orbitano attorno a questa stella, ma uno di questi viene qui rappresentato in modo preciso e sembra essere quello che orbita nella zona più estrema di questa stella: il Pianeta X, che silenzioso ed invisibile si avvicina alle orbite interne del nostro Sistema Solare. Sappiamo bene che, in questo crop circle, la formazione dei nostri pianeti (Mercurio, Venere, Terra e Marte) raffigurava la data del 23 Dicembre 2012, ma questo non significa che si sarebbe verificato tutto in quel giorno, astronomicamente parlando è impossibile; quella data rappresentava il “passaggio di un confine” di grandi cambiamenti per l’umanità, connessi anche ad un possibile inasprimento climatico/atmosferico futuro, dovuto proprio a questa imponente presenza planetaria in fase di attraversamento.
Il messaggio di questo preziosissimo pittogramma sembra ora parlare chiaro. Le Entità Extraterrestri Multidimensionali ci hanno messo in guardia da un “periodo” di insidiose piogge di rocce spaziali che anche la Terra avrebbe dovuto incontrare, non possiamo sapere però quanto potrà durare tale periodo. In questo schema vi è rappresentato anche il “colpevole” di questo pericolo: il pianeta che orbita nella zona più lontana dalla propria stella, che per primo entra di fatto dentro al nostro Sistema Solare. Potrebbe quindi non essere l’unico pianeta ad avvicinarsi a noi in futuro.
Cerchiamo di capire come il Pianeta X potrebbe muoversi dentro il nostro Sistema Solare.
Forse non si tratta di un singolo pianeta errante che attraversa ciclicamente le nostre rotte, ma di un sistema stellare completo, forse meno “ingombrante” del nostro ma pur sempre composto da una stella coi propri pianeti orbitanti.
Abbiamo scelto di fare un paragone puramente casuale tra il pianeta più lontano (escludendo i pianeti nani) del Sistema Solare, Nettuno, ed il primo esopianeta, 2M1207 b, scoperto nel 2005 in orbita attorno ad una nana bruna. Da sottolineare che 2M1207, una nana bruna, è visibile nella costellazione del Centauro a circa 173 anni luce dalla Terra e pertanto non può assolutamente trattarsi del sistema stellare (la nana bruna compagna binaria del Sole) che “sarebbe” in fase di attraversamento col nostro Sistema Planetario. Questo paragone lo facciamo per portare esclusivamente dei reali dati astronomici e scientifici dentro ad un concetto che vorremmo assolutamente approfondire, al fine di sviluppare un’idea più o meno precisa su di un “movimento” plausibile da parte di un ipotetico “corpo celeste extrasolare” di passaggio dentro al nostro Sistema Solare.
Facendo un confronto tra due sistemi stellari “esistenti” differenti tra loro ed inserendoli in un possibile sistema binario (dentro il quale ci troveremmo), potremmo avvicinarci a capire meglio cosa esattamente starebbe avvenendo all’interno del nostro Sistema Solare.
Una simulazione di una stella binaria, le cui componenti hanno masse simili e orbitano intorno al comune centro di massa secondo orbite ellittiche.
Dicevamo che il pianeta più lontano del Sistema Solare è Nettuno; esso si trova ad una distanza dal Sole di 30.06 unità astronomiche ed impiega circa 165 anni per compiere una orbita intorno ad esso. Nettuno ha 17 volte la massa della Terra.
2M1207 b è un oggetto di massa planetaria (foto sopra) che orbita intorno a 2M1207, una nana bruna, ad una distanza da essa di circa 40 unità astronomiche, il che implica un periodo orbitale di circa 1700 anni. 2M1207 b ha un massa piuttosto elevata, compresa tra 3 e 10 volte quella di Giove. Tuttavia gli scienziati sono dell’idea che 2M1207 b andrebbe classificato come sub-nana bruna (oggetto di massa minore di una nana bruna) piuttosto che come pianeta, poiché presenta caratteristiche simili alla compagna attorno alla quale lui stesso orbita.
Da notare come la distanza orbitale della “sub-nana bruna 2M1207 b” dalla propria “stella nana bruna” sia addirittura maggiore rispetto alla distanza dell’orbita di Nettuno da quella del Sole (Nettuno:30 U.A. � 2M1207 b:40 U.A.); pertanto se una nana bruna risultasse essere in una fase di incrocio col nostro Sistema Solare, o più precisamente se l’ipotetica Stella Binaria del Sole (teoria ben più attendibile) dovesse trovarsi “nei pressi” del punto più vicino al comune centro di massa del sistema binario nel quale ci muoviamo (quindi in una zona piuttosto a ridosso del nostro Sistema Solare) allora ci troveremmo più di un singolo pianeta in fase di entrata dentro il nostro Sistema. Questo dipenderebbe dalla precisa quantità dei corpi celesti orbitanti e dal periodo di rivoluzione di ogni singolo pianeta appartenente a questo sistema stellare capitanato proprio da una nana bruna.
Sappiamo (dall’esempio sopra citato) che anche le nane brune possono avere pianeti dalle orbite molto distanti e che di logica conseguenza impiegano moltissimi anni a compiere una rivoluzione completa attorno alla propria stella; questo non può che rivoluzionare i “classici concetti di movimento” di un ipotetico Pianeta X presente nel nostro Sistema Solare, rendendo praticamente durissimo il compito di tracciarne una precisa rotta, fondamentale per identificarne i futuri passaggi ravvicinati al nostro sistema planetario.
Un “improbabile” singolo Pianeta Errante che si muove su di una orbita ellittica molto allungata
Nell’immaginario collettivo si crede, spesso troppo frettolosamente, che il Pianeta X possa essere semplicemente un grosso corpo celeste che percorre una lunghissima orbita ellittica e che questo arrivi a passare, come una cometa di lungo periodo, tra le orbite più vicine alla Terra e che spinto poi dalla gravità del Sole continuerebbe il suo cammino verso le profondità dello Spazio oscuro, allontanandosi lentamente dal nostro Sistema Solare. Certamente non si tratterebbe poi di una teoria così impossibile, sappiamo bene che esistono dei pianeti erranti nell’Universo che vengono “catturati” da altri sistemi stellari; tuttavia questa ipotesi definirebbe un concetto di movimento poco idoneo nell’offrire sviluppi sui quali approfondire ricerche credibili, e che se confrontata con gli ultimi studi pubblicati dagli astrofisici J. J. Matese e Daniel Whitmire, sulla ipotetica nana bruna (stella binaria del Sole) denominata “Tyche”, non troverebbe alcuna attendibilità.
Ricordiamo infatti che nel Novembre 2010, la rivista scientifica Icarus pubblicò un documento dei due astrofisici, in cui proponevano l’esistenza di una compagna binaria al nostro Sole, più grande di Giove, nei pressi della “Nube di Oort”, un lontano deposito di piccoli corpi ghiacciati ai margini del nostro Sistema Solare. Questa compagna del Sole denominata Tyche potrebbe avere fino ad un centinaio di lune, alcune abbastanza grandi da essere corpi come Plutone, Eris, MakeMake o Sedna e che trascinerebbe con sé anche un numero elevatissimo di meteoriti, asteroidi e comete. I dati relativi a Tyche sono in possesso da diversi anni del team di WISE (Wide-Field Infrared Survey Explorer), tali dati avrebbero dovuto smentire o confermare gli studi di Matese e Whitmire, ma ancora oggi, dopo approfondite analisi, non sono ancora stati resi pubblici. Tutto questo accentua i sospetti riguardanti una scottante realtà tenuta segreta, difficile (se non impossibile) da rendere pubblica.
L’ipotesi Nibiru
Fin dai tempi più remoti l’uomo è stato attratto dal cosmo; numerosi frammenti di antichi calcoli astronomici sono giunti integri fino ai giorni nostri. Un antico testo mesopotamico narra di un allineamento di sette pianeti “che irruppero nella fascia celeste”. Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone e Nibiru. Curioso ciò che affermò Berosso, sacerdote di Bel, astronomo storico babilonese: “quanto ereditato dalla terra verrà consegnato alle fiamme quando i cinque pianeti si riuniranno nel Cancro disposti in un’unica fila. Quando lo stesso allineamento avrà luogo nel Capricorno noi correremo il pericolo del diluvio”. Quanto alla storia umana, il diluvio universale rappresenta lo spartiacque tra due epoche ben distinte: i dieci sovrani antidiluviani avevano regnato per tempi lunghissimi, misurati in saroi, ossia in periodi di 3600 anni.
Altre ipotesi sono affiorate nel corso del tempo, alcune di esse sostengono che il pianeta Nibiru possa fare parte di un sistema stellare composto da ben sette pianeti che orbitano attorno alla propria stella. Spesso ci troviamo a pensare che il Pianeta X rappresenti Nibiru, il pianeta dell’antica cosmologia dei Sumeri, e che ogni 3600 anni compia la sua completa fase di attraversamento all’interno del nostro Sistema Solare…questa però potrebbe essere un’altra storia, uno tra diversi eventi che ciclicamente (o anche non necessariamente) il nostro Sistema Solare incontra. In realtà, di corpi celesti che incrociano le nostre orbite planetarie, potrebbero essercene altri e di eventi simili potrebbero accaderne molti di più di quanto pensiamo.
Non un singolo Pianeta X ma “differenti eventi” connessi a diversi periodi orbitali
Proviamo a focalizzarci soltanto sul concetto del Sistema Binario nel quale dovremmo (quasi certamente) trovarci. Se la stella binaria del Sole, una nana bruna, si trovasse davvero in una fase ravvicinata, potremmo seriamente ritrovarci uno dei suoi pianeti (precisamente quello dall’orbita più estrema) già dentro al nostro Sistema Solare… (fine prima parte)
Dan Keying
(Fonte: Segni dal Cielo)
Nessun commento:
Posta un commento