L’elettrodotto ad altissima tensione
380.000 V per il tratto Fano – Teramo, proposto dalla società Terna spa che
prevede anche la realizzazione di due
stazioni elettriche nel territorio della Provincia di Macerata, è di fatto
il raddoppio di quello esistente, che da Fano si collega ad Ancona nella
zona di Candia per poi proseguire verso sud, ma con un nuovo tracciato.
Si tratta di tralicci che possono
andare da 35 a oltre 50 metri di altezza
(con punte sino a 70 metri in alcuni attraversamenti), con una larghezza di circa
20 metri
in alto, ove sono ancorate le terne dei cavi.
L’ipotesi di tale progetto risale al 2002,
seguito nel giugno del 2005 da un protocollo di intesa tra Regione Marche,
Province, Comuni, Comunità Montane delle Marche e Terna; risale poi al 25 giugno
del 2007 la delibera n.689 della Regione Marche che definisce il tracciato del
‘corridoio’ preferenziale; dal 2008 ad oggi si sono susseguiti numerosi tavoli
tecnici tra amministrazioni comunali, Province e Terna (25 incontri plenari e
43 tavoli tecnici alla fine del 2011).
In considerazione della intensa
attività delle amministrazioni coinvolte e della completa assenza di informazione nei confronti dei cittadini
interessati dal tracciato, si sono costituiti in tutte le province della
Regione Marche numerosi comitati, i quali hanno svolto una capillare attività
di informazione e sensibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni
locali attraverso numerose Assemblee pubbliche.
Ad oggi numerosi Comuni interessati dal passaggio dell’elettrodotto hanno espresso con atti formali parere
critico o negativo sull’opera; inoltre anche la seconda Commissione Consiliare della Provincia di Ancona,
dopo l’audizione di Sindaci e del comitato locale, ha
presentato un ordine del giorno,
approvato dal Consiglio provinciale il 5/4/2012, che recepisce considerazioni
e istanze del comitato, di seguito esposte.
1) L’EFFETTIVA
NECESSITA’ DELL’ OPERA NON E’ STATA ADEGUATAMENTE DIMOSTRATA
- I motivi
indicati dalla società Terna nella documentazione presentata alle
amministrazioni locali a sostegno del progetto sono riconducibili a:
-previsioni di notevole incremento
di consumi di energia elettrica nella Regione;
-grande deficit della produzione di
energia elettrica nelle Marche;
-conseguente rischio di black out.
In realtà:
- i consumi di energia elettrica della Regione Marche sono fortemente diminuiti nel periodo
2007-2011; vi è stata infatti in questo periodo una variazione di circa il - 4% ,
poiché si è passati dai 7.763 GWh del 2007 (anno di maggior
consumo) ai 7.467 GWh del 2011, attestandosi su consumi di energia elettrica analoghi a quelli sostenuti nell’anno 2004
(7.432 GWh) (fonte: dati statistici
TERNA 2011 - consumi Regione Marche).
Per l’anno 2012, pur non essendo stati pubblicati i consuntivi relativi alle Marche, il valore
aggregato relativo ai consumi delle regioni centrali (Marche, Abruzzo, Molise,
Lazio e Umbria) registra una variazione del - 3,5% rispetto all’anno precedente.
Tali dati rendono poco realistiche
le ipotesi di incremento del 2,5 % annuo
a suo tempo indicate da Terna;
- negli ultimi anni la Regione Marche ha visto un
grande sviluppo delle energie da fonti rinnovabili: in particolare sono stati attivati nel territorio impianti fotovoltaici
per 789 MW come si evince dai dati
GSE (dato al 23 febbraio 2012), potenza quasi doppia rispetto
a quella indicata come obiettivo per il 2015 nel Piano Energetico Ambientale
Regionale. Nel 2011 la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici è
stata di 658 GWh, pari ad oltre l’8% del consumo annuale della regione
Marche e nel 2012, pur non disponendo ancora di dati ufficiali, è lecito
attendersi un ulteriore significativo aumento. Questo importante
contributo dato dalla produzione di
energia elettrica dal fotovoltaico,
unito alla consistente diminuzione dei consumi già descritta, contrasta con il
dato sul deficit elettrico della Regione Marche, che paradossalmente in base ai
dati forniti da Terna registra un consistente aumento (dal 47% del 2010 a quasi
il 55% del 2011) e fa supporre che alla base dello stesso vi siano motivazioni
diverse da una non idoneità in termini di capacità produttiva della Regione a
produrre sul proprio territorio energia elettrica per il suo fabbisogno.
- la stessa Terna ritiene non più prioritaria l’opera
come può efficacemente desumersi dal documento Terna “Piano di Sviluppo 2012” ove la realizzazione
dell’opera viene definita con la dicitura “anno
da definire” rispetto al piano di sviluppo 2011 ove era definita “a lungo termine” e ancora diversamente
nel piano di sviluppo 2010 ove l’opera era definita per l’anno 2015.
L’elettrodotto,
quindi, nonostante sia ufficialmente motivato da Terna per
“aumentare la magliatura della rete a 380 kV, migliorare la sicurezza e la
continuità di alimentazione del carico elettrico della Regione Marche ed
ottimizzare la gestione della rete stessa”,
più che rispondere ad una effettiva necessità per la Regione Marche ,
sembra configurarsi come struttura di mero trasporto e scambio di energia
elettrica da/verso il Nord e il Sud Italia e da/verso paesi esteri.
In tal senso il comunicato
stampa di Terna del 23/06/11 esplicita
l’obiettivo di ‘..fare dell’Italia
un vero e proprio “hub elettrico” del Mediterraneo per la trasmissione
dell’energia elettrica, piattaforma ideale – data anche la sua conformazione
geografica – per “connettere” tra loro il Nord Africa e la sponda sud del
bacino del Mediterraneo con il centro e il nord Europa.’
E’ opportuno inoltre sottolineare
come tale progetto contrasti con il
Piano Energetico Ambientale Regionale che la Regione ha emanato nel 2005.
Tale piano individua nel risparmio
energetico, nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, e nella realizzazione di
piccoli impianti di cogenerazione i fondamenti della politica energetica
regionale, e in particolare viene affermato che (PEAR, cap. 1 paragrafo
4.2): ‘la generazione distribuita e
cogenerazione con predilezione di impianti di piccola media taglia localizzati
in aree considerando parametri come quelli utilizzati, con successo, per la
definizione dei distretti industriali, mira quindi ad aver bisogno di ridotte
necessità di trasporto dell’energia elettrica con minori perdite nella rete di
trasmissione e distribuzione, nonché minori necessità di potenziamento e
accrescimento della rete ad alta tensione’.
Si ricorda infatti che gli
elettrodotti ad altissima tensione come quello in questione (380.000 V, sono
finalizzati alla trasmissione di energia
elettrica (si possono paragonare a delle autostrade elettriche), mentre per
le utenze locali (industriali, commerciali, private, ecc.) si rende necessaria
una rete elettrica di distribuzione
a tensioni più basse (inferiore ai 132.000 V)
2) NON E’ DIMOSTRATA
CHE LA
SOLUZIONE AEREA SIA LA
MIGLIORE TRA PIU’ MACROALTERNATIVE, come invece
prevede la normativa nazionale e europea.
La normativa europea recepita da
quella italiana prevede per ogni fase e
livello del progetto – livello strategico, strutturale e attuativo -
l’esame e la considerazione di più alternative per l’adozione di un piano o
programma e non di una sola opzione
(elettrodotto aereo: 3 fasce di
fattibilità proposte da Terna non equivalgono ad alternative di progetto) nel
rispetto del ricorso alle migliori
tecnologie, intese come di minor impatto, meno invasive sia dal lato ambientale
che sanitario e meno inquinanti.
3) L’OPERA COSI’ COME PROPOSTA AVRA’ UN EFFETTO DEVASTANTE SUL PAESAGGIO
DETURPANDOLO IN MANIERA IRREPARABILE,
CON IMPORTANTI RIFLESSI SUL
TESSUTO ECONOMICO E SOCIALE DEI
TERRITORI COINVOLTI
Il progetto dell’elettrodotto
prevede l’attraversamento della zona
della media collina di tutta la regione Marche.
Territori che hanno visto in questi ultimi anni il progressivo
ripopolamento, con il recupero di gran
parte del patrimonio fondiari;
territori sostanzialmente integri, con
forte vocazione alla agricoltura e zootecnia di qualità, arricchita dall’offerta di gastronomia e
ricettività turistica.
I dati di incremento nazionale del
turismo rurale e del turismo enogastronomico vedono infatti ai primi posti la
nostra regione. Regione che registra
anche un considerevole incremento nell’export dei cibi “tipici locali”.
La realizzazione di una opera a così alto impatto sul
paesaggio come quella proposta da Terna comporterà quindi un pesantissima ricaduta negativa
per le attività collegate ai settori
sopra citati, al turismo e alle attività che si basano sulla valorizzazione del
territorio.
Tutto ciò si pone sia in totale
antitesi con la politica di promozione turistica delle ‘colline
marchigiane’ che le Marche portano
avanti da anni, sia con quanto affermato dal Presidente Spacca nella
intervista dedicata alla questione
dell’elettrodotto del 22 luglio 2011:
‘abbiamo fatto del paesaggio il principale asset delle Marche del
futuro’.
L’elettrodotto non potrà non avere
anche impatto sulla capacità attrattiva
e sul conseguente ripopolamento delle
zone rurali che negli ultimi anni hanno portato alla riqualificazione di esse,
traducendosi il tutto in fonte di gettito per gli enti locali.
4) SONO TUTELATI I DIRITTI DEI CITTADINI COINVOLTI ?
L’INFORMAZIONE-CONCERTAZIONE
L’iter procedurale fin qui effettuato è stato caratterizzato da assoluta
assenza di informazione ai cittadini e concertazione con loro, come invece previsto dalla normativa europea e italiana, né ai
fini dell’approvazione della delibera del 25/06/2007 con cui “la Regione Marche ha
condiviso il corridoio della linea a 380 kV “Fano – Teramo”, né con riferimento
ai successivi tavoli tecnici tra Terna
S.p.A e le amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, per la
individuazione delle fasce di fattibilità.
IL DIRITTO ALLA SALUTE
L’eventuale realizzazione
dell’elettrodotto potrebbe comportare un pericolo per la salute dei cittadini
che si verranno a trovare in prossimità dell’opera, con particolare riferimento
alle fasce più deboli come i bambini ed i malati.
Si ricorda in proposito che nel 2001 l’Agenzia Internazionale per le
Ricerche sul Cancro (I.A.R.C.), che opera sotta l’egida della OMS, ha
classificato i campi elettromagnetici come ‘possibili agenti cancerogeni’
nell’uomo.
La stessa I.A.R.C. afferma
che ‘ mentre per la maggior parte
dei bambini con esposizioni residenziali
a bassissima frequenza (ELF), per
esposizioni inferiori a 0,4 microtesla c’è scarsa evidenza di un aumento dei
rischi di leucemia, per esposizioni superiori a 04, microtesla i dati prodotti da un notevole numero di
studi ben condotti mette in evidenza un
aumento statisticamente significativo e piuttosto costante di rischio di
leucemia infantile’.
In base alla normativa italiana
(DPCM 8.7.2003) il valore
considerato ‘obiettivo di qualità’ è di 3 microtesla, quasi 8 volte superiore.
E’ inoltre innegabile ormai il
fenomeno della elettrosensibilità con le sue conseguenti patologie (dall’insorgere di emicrania ai disturbi del
sonno, dalla cataratta alla sterilità che colpisce maggiormente il genere
maschile, etc) malesseri sicuramente prima che malattie, ma che richiedono però
un ricorso continuativo di cure, palliativi o anche interventi, con un costo
sicuramente fisiologico perché ne va del benessere individuale, ma che a lungo andare è destinato a diventare un
costo sociale e pubblico che è quello sanitario.
Nei tavoli tecnici non è stato preso
in considerazione l’applicazione del
principio di precauzione e
neanche la necessità di procedere alla Valutazione di Impatto Sanitario
della stessa.
Come noto, il principio introdotto dal diritto europeo
stabilisce che, di fronte all’incertezza scientifica e alla esigenza del dovuto
tempo per le indagini epidemiologiche, è
indispensabile il ricorso alla
precauzione e alla cautela proprio per la necessaria tutela della salute dei
cittadini. Nel permanere del dubbio debbono essere pertanto adottate a
livello di rischio le impostazioni più restrittive perché si deve essere
orientati alla minimizzazione del rischio.
IL DIRITTO ALLA PROPRIETA’
L’eventuale realizzazione dell’elettrodotto comporterà un notevole
deprezzamento del valore dei beni
(abitazioni, terreni), e delle attività imprenditoriali (agriturismi,
strutture di ricettività diffusa), che
si verranno a trovare nella zona dell’opera, con pesanti danni economici e patrimoniali.
Nei tavoli tecnici si è spesso parlato delle ‘compensazioni’ per
le amministrazioni, ammettendo quindi che vi è un ‘danno’ per il
territorio, ma non è stato mai preso in considerazione il risarcimento del danno patrimoniale per
i cittadini direttamente coinvolti, né il progetto di Terna è accompagnato dal
piano finanziario che preveda congrue
misure di indennizzo.
Viene in tal modo leso il diritto alla proprietà che è un diritto
incoercibile e inalienabile.
PER LE CONSIDERAZIONI SOPRA ESPOSTE I COMITATI CHIEDONO A
TUTTI I SOGGETTI DECISIONALI COINVOLTI:
- che si proceda
a una riconsiderazione e revisione complessiva del progetto relativo
alla realizzazione del nuovo elettrodotto FANO-TERAMO, verificando la effettiva
necessità dell’opera e la preventiva
valutazione di tutte le alternative per la sua eventuale realizzazione;
- che vengano in ogni caso rispettate le
procedure e i diritti dei cittadini coinvolti,
richiedendo quindi alla società
Terna spa:
1) la Valutazione di Impatto
Sanitario dell’opera e l’acquisizione del
parere dei servizi dell’ASUR Marche;
2) la valutazione dei danni ai
terzi e la relativa proposta
risarcitoria;
3) che venga evitata qualsiasi
alterazione del paesaggio;
4) il coinvolgimento dei cittadini,
associazioni, comitati, ecc., del
territorio, in quanto direttamente interessati all’impatto derivante dalla
eventuale realizzazione dell’opera,
secondo quanto previsto dalla procedura di V.A.S.
e, di conseguenza,
a tutela dei cittadini e degli enti rappresentati, non vengano
rilasciati pareri favorevoli alla realizzazione dell’elettrodotto in oggetto
qualora il progetto fosse carente delle valutazioni e dei criteri sopra
menzionati.
I DIRITTI COSTITUZIONALI
•
Art. 9 della Costituzione: “La Repubblica … tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
•
Art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela
la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività…”
•
Art. 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica
privata è libera. Non può svolgersi in contrasto
con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà,
alla dignità umana…”
•
Art. 42 della Costituzione: ...La proprietà privata
è riconosciuta e garantita dalla legge. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti
dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale”
I comitati avvieranno le necessarie azioni affinché
le amministrazioni preposte si adoperino per la tutela dei diritti
costituzionalmente sanciti.
Per contatti e/o maggiori informazioni:
Comitati in rete – www.comitatinrete.it
Comitato territorio attivo – provincia
di Pesaro e Urbino (PU) – e-mail: giuliano.cinzia@tiscali.it
Comitato territorio sostenibile (AN) – e-mail:
terrsostenibile@libero.it
Comitato S. Amico – Morro d’Alba (AN) – e-mail:
ilgranaio.piera@libero.it
Comitato
permanente per la salvaguardia di Belforte – e-mail: francogrifi@hotmail.com
Comitato "I lupi dei
Sibillini" - Gualdo (MC) – e-mail: anzideigiocondo@gmail.com
Comitato
Alta Fiastrella – San Ginesio (MC) –
e-mail: b.archeri@alice.it
Comitato intercomunale territorio
attivo provincia di Macerata - telefono:
349 7757317 -
- email: e.porfiri@email.it
Oppure visitare il sito www.noelettrodotto.it
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Con l'adesione di Rete Bioregionale Italiana e Circolo Vegetariano VV.TT.
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Con l'adesione di Rete Bioregionale Italiana e Circolo Vegetariano VV.TT.
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Commenti
ricevuti:
Caro
Paolo, sono stata l'altra mattina a Morro d'Alba all'incontro tra i comitati e
alcuni candidati alle prossime elezioni. Devo dire che sono rimasta molto
impressionata dalla capacità professionale e dalla chiarezza di esposizione
delle persone tutte. Ma ciò che più conta è la dimostrazione di un impegno serio
e profondo che ha riconfermato nel mio animo che, forse, il tempo dei soprusi
delle macro imprese e delle connivenze e corruttele politiche sta davvero
finendo. Certo forse non potremo avere dei risultati eclatanti, ma di sicuro la
forza che stanno dimostrando gli abitanti TUTTI delle Marche, finalmente uniti
per un unico, importantissimo obiettivo, è davvero fantastica.
Teniamo
incrociate le dita: per ora un'ordinanza regionale ha promesso di rivedere i
modi con cui realizzare questa inutile linea elettrica, ma fra poco saremo in
grado di contestarne a ragione l'utilità e soprattutto l'incostituzionalità,
relativamente alla salvaguardia della salute pubblica, del patrimonio naturale e
non solo! E tutto questo perché la signora TERNA deve vendere a caro prezzo
energia al Montenegro!!! A noi questa linea porterebbe unicamente bruttura e
sventura e loro, come al solito, delinquono ai danni degli inermi per un
business lontanissimo dai nostri interessi.
A.M.P.
.....................
Paolo,
cosa possiamo fare? Questa è una cosa inaccettabile che mi riempie di disgusto e
sopratutto di tanta tristezza. Vorrei credere che possiamo fare qualcosa per
impedirlo. Sai a che punto stanno con la progettazione?
Farò
girare la notizia ma mi piacerebbe sapere qual'è lo stato attuale del progetto
per capire meglio quanto è reale e imminente questa cosa.
Grazie
come sempre per il tuo impegno. A,W.
.............................................
In merito alla pericolosità degli elettrodotti di questa
portata, da tutto il materiale letto nel
passato, so che si possono avere pochi dubbi sul fatto che facciano male alle
persone ed agli animali che si trovano nel raggio di qualche centinaio di metri.
C.P.
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