venerdì 1 maggio 2015

Il bioregionalismo ed il progetto Eygenos di Piero Caffaratti



Treia ..non ci sono mai stato, ne ho sentito parlare.   E' Caterina  Regazzi che mi ha consigliato, sapendola sensibile al bello ed al buono, di mettermi in contatto con Paolo D'Arpini che potrei aver conosciuto in qualche incontro del lontano passato. 

"Mala tempora corrono", con il latino non ho dimestichezza .C'è un qualcosa che Hilmann chiama  "Codice dell'anima " che ci fa muovere anche se noi siamo  recalcitranti .Secondo me condensa bene questo stato Guido Ceronetti nella Lettera per un Raduno dei Refrattari  "un requisito fondamentale per poterci capire è l'apertura verso tutto quel che non è Prigionia del Finito, che non precluda un'attesa, una conversione spirituale".  

A colui che è piacendo  ho intenzione di partecipare all'incontro sul bioregionalismo che si svolge a  Montecorone di Zocca dal 20 al 21 giugno 2015 (http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/11/montecorone-preparazione-degli-eventi.html). 

Con gli anni si fa fatica, gli anni si fan sentire, forse avremo l'occasione di conoscerci . Nel frattempo vi invio l'intento dell'associazione Eygenos, che ha tenuto la sua prima assemblea il 7 Marzo 2015 a Torino:

Ci sono strade che conducono ad aderire al progetto di Eygenòs, “l'amore per le cose che brutalmente si sacrificano sugli altari insanguinati di questo mondo", così si esprimeva Guido Ceronetti stilando le note al tentativo dell'associazione "La parete di Carta nel lontano 2000". Concludeva: “il problema dei finanziamenti troverà soluzioni via via, con l'aiuto degli angeli”. Non fu neppure richiesto, la storia non ebbe seguito, cosa mancò a mio giudizio non si manifestò: entusiasmo e reale affinità di intenti (all'incontro 18 su 18 erano del segno della Vergine, pare non porti bene!).

Vedete cari amici, già Torri mi affascinò, sono soggetto a certe fascinazioni. L'incontro con il mio vicino di casa Stefano mi condusse alla conoscenza degli intenti di Eygenòs, il mio Codice dell'anima risvegliò il visionario che è in me, amando "l'apertura verso tutto quel che non è Prigionia del Finito che non preluda.......". Ho sempre, o quasi, operato nel settore edile  conservativo, l'idea di essere di una qualche modesta utilità mi rallegra.

Uno dei progetti che più mi intriga è l'Alta Langa e suoi oltre 4.000 mq di strutture ed i suoi 100 ettari da rimettere a culture, un borgo ! con chiesetta ! Questi recuperi sono molto apprezzati e frequentati in Europa, visti come fari di cultura, di diversità possibili, modelli, laboratori umani, parecchi sono presenti sia in Italia che in altri paesi europei, si può pensare a solleticare il nascere di una filiera comunicativa... è da qualche tempo che se ne parla.

Mi diceva un amico che "i luoghi sono dei veri Talismani per chi li sappia trovare", lumini nella tenebra, trincee a fronte della barbarie.


L'associazione a cui stiamo dando vita, esprime un modulo di intervento ripetibile sul territorio, vedi Alta Langa Porcavio, Scansano (terreni da coltivare in un qualche modo, vigna o altro, e ruderi da ristrutturare e armonizzare ad un certo utilizzo possibile. Bisogna dirsi che i luoghi su cui si pensa possibile agire, pur essendo luoghi molto belli, non arriva il tram! Oltre una bellissima azienda agricola da mettere a cultura, ci sono miglia di mq da ristrutturare secondo un certo utilizzo e far vivere, ri-vivere. Ci sono esperienze di tale natura, nate in Europa, potrebbero essere un riferimento. Io personalmente sono assai critico verso l'ideologia ambientalista degli eco-furbi. Questi recuperi possono essere parti di una filiera di un' altro turismo in Europa ,conservando dentro l'iniziativa l'anima profonda per cui è nata.

Piero Caffaratti  - pierocaffaratti@yahoo.it

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