...sto scrivendo una storia che si intitola Moringa e Marracuoccio. Moringa foggiana dopo aver studiato filosofia e dopo tanti anni e tentativi falliti si è ritrovata a Sulmona senza lavoro e disperata ha iniziato a fingersi ucraina e a fare la badante a tanti anziani, per lavorare rendersi e sentirsi utile a se stessa e alla collettività. Marracuoccio cilentano dopo aver studiato scienze naturali e aver fatto il botanico diversi anni come precario si è ritrovato anche lui senza lavoro e ha lavorato parecchi anni in nero come finto rumeno in diverse aziende agricole e con i soldi messi faticosamente da parte ha comprato un terreno nella valle Peligna e ha iniziato a coltivare e sperimentare una decina di varietà di fagioli, che nel frattempo aveva recuperato, tre varietà di mais, giallo, arancione e rosso scuro, tre varietà di ceci, neri, rossi e pizzuti, la solina, un antico grano e l aglio rosso e dopo aver ristrutturato il grande casale in pietra ha avviato un campo sperimentale. nel frattempo ha avviato anche una attività commerciale portando due volte alla settimana il mercoledì e il sabato i suoi legumi e i suoi prodotti su un banchetto nella grande piazza del mercato di Sulmona.
Moringa nel frattempo sempre più impegnata con gli anziani che chiedono il suo aiuto si fa in quattro ogni giorno per portare un sorriso ascolto pane e medicine a tutti i suoi assistiti. infatti va quasi sempre pure lei in quella grande piazza del mercato di sulmona, qui un giorno incontra due vecchi amici mezzopollo della statistica e spargimiele rigagnocchi. mezzopollo poeta scrittore, spargimiele musicista pittore e quel giorno mentre spargimiele si divertiva a suonare tutte le pentole esposte su una grande bancarella e mezzopollo declamava le sue poesie al metro, nei paraggi marracuoccio, con il suo banchetto di legumi, se la rideva e alla fine della performance si è formato un crocchio di persone e moringa e marracuoccio hanno potuto conoscersi. dopo il primo incontro hanno iniziato a vedersi con più frequenza prima al mercato dove moringa acquistava i suoi legumi poi avevano iniziato a incontrarsi e a uscire assieme ed era nato l’amore. dopo un po hanno deciso di sposarsi e moringa è andata a vivere con marracuoccio nel grande casale della campagna sulmonese. solo che appunto non voleva abbandonare i suoi amici anziani e hanno avuto l’idea di attivare una casa accogliente dove alcuni anziani potessero risiedere e altri partecipare alle varie attivita praticate. gli anziani possono stare e collaborare come vogliono e come si sentono alle attività sia agricole sia culturali sia culinarie o artigianali. quindi si è creato un grande tavolo di ascolto dove ognuno tira fuori le sue idee quindi in seguito si sono avviati diversi laboratori dal piccolo artigianato seminari corsi pubblicazioni dedicati alla cucina tradizionale moderna e fusion cioe come cucinare i diversi legumi come sfruttare al meglio le tre varietà di mais e farine derivate come fare il pane la pasta e i dolci con il grano di solina ed ora la loro grande casa funziona a meraviglia e negli ultimi tempi la cicogna ha portato anche due splendidi bambini. questa un po l'idea di base comunque se hai qualche idea a riguardo possiamo anche scriverla assieme.
l’ascolto reciproco è condizione indispensabile della comunicazione, e non c’è autentico ascolto senza attento silenzio interiore per farsi disponibili a riconoscere i lineamenti di chi è diverso e perciò a comprendere. maestri del silenzio, inteso come apertura dialogo e stupore, sono stati i solitari i contemplativi e i sognatori… uomini e donne che hanno fatto del dialogo col passato una risposta ai disagi del presente che intendono il dialogo con il loro tempo come condivisione del peso della vita degli esclusi. che vivono il dialogo con il futuro come forza di immaginazione di giorni nuovi. penso agli uomini e alle donne del silenzio e della tenerezza della condivisione e del dialogo che camminano in mezzo a noi. essere uomini e donne riconciliati puo significare capacità di recupero di quelle che sono le strutture di solidarietà del nostro popolo, del sentimento e dei luoghi del dialogo, della partecipazione, della dignità. essere uomini e donne di pace significa saper dialogare col presente nell’unica forma possibile quella del ricoscimento delle pari dignità delle culture. significa credere che riprendendo a parlarci avendo fiducia nella bellezza del reciproco fecondarsi dei diversi saperi di questa terra crocevia di civiltà possiamo essere gli autori di un progetto di nuova convivenza e più umana. in un mondo dove l’uomo crede di avere in mano il suo destino, corriamo un grande rischio non ammettere che il filo rosso dell’esistenza si possa indebolire e spezzare senza comprendere gli aspetti positivi di ogni trasformazione a partire dalla bellezza di invecchiare. la vecchiaia come capitolo originale dell’esistenza e non come un età malata. chi ha danzato a lungo col tempo ha maggiore capacità di sperimentare la gioia e considerare il piacere. talvolta è sufficiente un sorriso o qualcuno che si mostra interessato ad ascoltare, l’affiorare di un sentimento puro. il piacere si lega alla tenerezza a una nuova intimità alla lentezza di un gioco che impegna tutto il corpo e che si fa sempre piu creativo slegato dai modelli prestazionali della cosiddetta vita attiva. siamo passati dalle generazioni biologiche a quelle psicologiche e infine a quelle digitali che hanno ribaltato i rapporti tra giovani e vecchi, mettendo in crisi l’idea di saggezza e di autorevolezza. è solo recuperando il ruolo cruciale dell’ultima età che possiamo iniziare a riparare la società in cui viviamo, sostituendo ai concetti meccanici di salute e malattia una nuova dimensione del bene di esistere.
nessuna volontà prevaricante a livello culturale nella scelta dei personaggi come falsamente rumeno o ucraina una specie di paradosso letterario per puntare l’attenzione sul fatto che la nuova manovalanza agricola è tutta di origine rumena e le badanti sono tutte ucraine e in un certo senso andrebbero educati pure loro a svolgere con più attenzione il lavoro che fanno e comunque non è detto che possa essere solo una loro esclusiva fare di questi lavori anzi con la crisi economica che si preannuncia il ritorno alla terra è una delle vie più da seguire perchè pare che il cibo buono non manca anche appunto se manca la manodopera e nessuno si presta a questa nuova opportunità neanche chi è disoccupato oppure chi sta in cassa integrazione.
il marracuoccio è un antico legume Cilentano e la moringa è una specie di ciboche si produce da un albero nelle zone tropicali
La piazza è una delle più suggestive d'Abruzzo, perché vi si affacciano vari monumenti storici della città, tra i quali lo spettacolare acquedotto medievale, inoltre dal lato ovest offre una panoramica del gruppo del Monte Morrone. Ha impianto ellittico, e introduce, da nord verso sud, ai tre "borghi" del centro storico sulmonese: Borgo Pacentrano, Borgo San Salvatore e Borgo Santa Maria.
Massimo: come idea e' fantastica. Sarebbe una novita' nel panorama letterario italiano e non solo, dove ormai abbondano racconti esistenzialisti, di una noia mortale e dove non si scova sul sociale e su mondi altri.
le mie storie sono brevi e pure banali e di più non riesco a tirarci fuori!
Massimo: come ti viene in mente che la storia possa essere banale? corta? Parto da un mio umile giudizio. I racconti corti sono più leggibili, intelleggibili e attraenti. Piccoli e buoni come i confetti di Sulmona. Il racconto come sempre, come tutti i tuoi racconti ti portano in un mondo bellissimo altrove, con un linguaggio bellissimo e alla fine ti lascia quella sensazione di buon dolce in bocca e nell'anima e soprattutto di speranza. I due sono una metafora e coinvolgi tutti in questa avventura in campagna; scommetti sulla bellezza dei frutti della terra e del coinvolgimento degli anziani in un progetto di lavoro orizzontale. Fantastico! Questa società e questi giovani annebbiati dalla tecnologia hanno rimosso gli anziani dal loro orizzonte. Per me, bambino e ragazzo, che vivevo in una via lunga, dove gli anziani/E si mettevano fuori con la sedia erano come dei guru, dei trasmettitori di saggezza. E non solo per me, anche per i nei amici. Quando parlavano e raccontavano provavamo un piacere assoluto; le loro parole erano sacre. Non li vedevamo come "vecchi" bensì come saggi. E' diverso. Capivamo il loro ruolo. Poi in casa avevo mia nonna che mi ha trasmesso racconti della prima guerra mondiale; consigli per la vita ancora attuali
sto cuocendo il pane e dal forno arriva l’odore, ho appena fatto tre teglie di pizza bianca patate pomodoro
come al solito sono stato di poche parole!
Ferdinando Renzetti
|
Nessun commento:
Posta un commento