lunedì 20 aprile 2020

Ciro, gatto rosso bioregionale, racconta...



Aria di casa. Mi chiamo Ciro e sono un gatto trovatello, un po’ anarchico e solitario. La casa in cui abito si trova in campagna dove le stagioni hanno ancora il loro fascino e il sapore delle cose antiche. Da questa ampia vallata si scorgono le cime svettanti e spesso innevate della Maiella e del Gran Sasso. Qui vicino, ci sono molti terreni incolti adatti per il pascolo e durante la stagione invernale arrivano le pecore. In questo periodo amo osservare i pastori che emettono fischi assordanti e mi incuriosiscono le manovre dei pastori abruzzesi, una razza di cani enorme e candidi come la neve. L’inevitabile olezzo del letame degli ovini disturba non poco gli olfatti dei più raffinati, ma madre terra ringrazia per tanta letizia.
A fine marzo ritornano le rondini ad annunciare la primavera e l’erba ti cresce letteralmente sotto i piedi. Dopo un periodo di letargo, tutto si risveglia e diventa incontenibile, i campi, qui intorno, sembrano un oceano verde, il mio colore preferito, da dove spuntano le chiazze bianche dei mandorli in fiore. Una passeggiata per i terreni incolti e scopri deliziose erbette selvatiche, mangerecce e saporite e più in là sotto i pioppi, appena scansi le foglie secche, spuntano cespi di funghi pioppini.
A fine Maggio fanno la loro comparsa le lucciole che ci regalano uno spettacolo emozionante di luci intermittenti! Sempre a Maggio il roseto esplode di petali colorati e un profumo intenso si va ad aggiungere alla fioritura delle robinie da rimanere ubriacati. I pioppi dietro casa si ergono maestosi e danno vita ad una magica nevicata di pappi che, come tanti folletti, si rincorrono leggeri in un cielo azzurro, mentre una tenera brezza agita appena le foglie che incontrano la luce in un tramonto fiabesco e, come per incanto, tutto si colora di oro e di argento. Grazie alla presenza qui vicino di alcune arnie, sciami di api assaltano le fioriture in una cornice di papaveri rossi e di cardi viola; e all’ ombra di un sambuco fiorito gli uccellini amoreggiano in attesa di un canto notturno. A giugno, lungo il viottolo alberato che conduce a casa, maturano succosi gelsi bianchi e neri, una delizia per gli occhi e il palato. Il giardino si copre di piccoli fiori di camomilla bianchi e gialli emanando un delicato profumo che ti incanta. Le giornate sono assolate e interminabili, inizia l’estate col solstizio e la festa di S. Giovanni battista. In questo giorno, come vuole la tradizione, il mio amico raccoglie le noci acerbe per fare il nocino che ama sorseggiare durante le serate invernali. La sera di San Giovanni viene accesso un falò sull’aia ed è molto piacevole sdraiarsi per terra.
Nei pomeriggi, non di rado, passano in bicicletta o a piedi, diretti al lago, bambini che vanno a pesca. Verso sera una sfera infuocata sta per calare dietro i monti e annuncia il tramonto. Per un attimo tutto sembra sospeso, immobile, anche il coro assordante delle cicale e la nenia dei grilli hanno una pausa.
Amo sostare vicino alle piante e inebriarmi del profumo delle erbe aromatiche che crescono rigogliosi intorno casa. Il solleone brucia la terra, ma per fortuna intorno casa ci sono ripari ombrosi e, soprattutto, ad una certa ora, la sera, una piacevole brezza proveniente dai monti si sostituisce a quella marina per il gaudio di tutti. Ma il vero spettacolo estivo è la conta delle stelle cadenti nel cuore della notte buia e misteriosa, in religioso silenzio davanti all’ infinito, a meditare e a sognare.
Siamo nel cuore della stagione estiva e il roveto si riempie di more che, ancora turgide, vengono raccolte e conservate; serviranno per guarnire torte e crostate nei mesi avvenire. L’estate volge al termine con il saluto delle rondini e l’irruzione di fragorosi e brevi temporali, che rischiarano l’aria e ridonano alla terra il profumo della freschezza.
Le voci colorite e chiassose dei contadini annunciano la stagione della vendemmia. Mastelli di legno traboccano d’ uva e un inconfondibile profumo di mosto satura l’aria di dolci delizie e di futuri novelli.
Siamo alla fine della stagione autunnale: gli alberi si spogliano, lasciano cadere le loro foglie colorate e un vento bizzarro le sparpaglierà ovunque. Le giornate si fanno più corte, fra pochi giorni inizierà l’inverno e il freddo si farà pungente. A Dicembre, quando non c’è la bruma, nei momenti di relax amo stare sull’ uscio di casa a godermi gli ultimi scampoli di sole.
A sera, quasi sempre, mi sdraio vicino al caminetto e un profumo di fagioli si diffonde da una borbottante pignatta per tutta la casa. Le lingue di fuoco nel caminetto assumono delle cromie meravigliose che riscaldano il cuore ed io finalmente mi consegno tra le braccia di Morfeo.
Ciro, gatto rosso bioregionale


(per voce di Michele Meomartino)

Nessun commento:

Posta un commento