In questo momento di particolare emergenza sanitaria è necessario prendere coscienza che ogni importazione di alimenti e mangimi derivanti o contenenti OGM rappresenta un grave pericolo per la salute ambientale, umana ed animale, dal momento che, attraverso il trasferimento genico orizzontale di frammenti di DNA "altamente instabili", è possibile il passaggio di sequenze geniche (frammenti di DNA ed Rna) ai microrganismi intestinali (umani ed animali) e a quelli dei terreni coltivati, con gravi rischi per l'Umanità.
Come dimostrano i "salti di specie dei microrganismi e virus mutanti" già avvenuti in passato con epidemie influenzali, in particolare nel settore della Zootecnia Industriale, diffuse a livello mondiale con gravi ripercussioni nell'ultimo ventennio, in particolare (e non sarà solo per caso) da quando son comparsi sul mercato mondiale mangimi e sementi ogm.
Pertanto, ai fini della tutela sanitaria, diritto prioritario inviolabile, immodificabile e non delegabile a trattai internazionali di commercio, il Principio di Precauzione ci impone di interrompere immediatamente tutte le importazioni di ogm, con un sistema di sorveglianza basato sulla tolleranza zero, come quello in atto per i controlli sulle sementi.
Pesticidi e misure per l'agricoltura biologica, agro-climatico-ambientali e per il benessere animale (illegittimità rilevate e corretta applicazione delle norme)
Vista l'emergenza in atto da COVID19, al fine di ridurre le concause di pericolo attuale ed incrementare la tutela della Salute umana e ambientale da innumerevoli patologie degenerative che comportano costi sociali insostenibili, è necessario implementare al massimo le misure di difesa e coltivazione Agroeco-Biologica e di "Benessere Animale"a livello nazionale.
In primis, attraverso le normative di recepimento della Direttiva sull'uso sostenibile dei Pesticidi (D. lgs. 150/2012) e relativo Piano d'Azione Nazionale (PAN).
Provvedendo a rendere obbligatorio e prioritario l'impiego di ogni tecnica disponibile che sia alternativa ai pesticidi di sintesi chimica, pericolosi per la salute e l'ambiente.
Rispondendo in tal modo agli obblighi di Produzione Integrata su tutto il territorio nazionale ed europeo, vigenti e non rispettati dal 2016 (D. lgs. 150/2012).
Dal momento che in Italia esiste ancor oggi una forma di Produzione Integrata cosiddetta " volontaria" che gode illegittimamente di fondi europei di sostegno agro-climatico-ambientali in diversi PSR Regionali, riservati altresì ad impegni "facoltativi" degli agricoltori, che comportino benefici sociali misurabili.
Rispettando, nel contempo, la corretta applicazione della Difesa Integrata delle coltivazioni nell'ambito della Produzione Integrata, ai sensi della ormai lontana Decisione CE del 30-12-1996 - All. 1 Norme OILB, di cui si fa esplicito riferimento nel D. lgs.150/2012 - Recepimento della Direttiva UE sull'Uso sostenibile dei pesticidi. Decisione d'immediata applicazione, ma mai applicata correttamente dai tempi del Reg. 2078/92 e successivi, attraverso i quali si è finanziata la Difesa e la Produzione Integrata per oltre un ventennio.
Norme OILB che prevedevano e prevedono, appunto, l'impiego "prioritario" e pertanto obbligatorio di tutte le tecniche alternative ai pesticidi di sintesi chimica, mai rispettate nei disciplinari di produzione e difesa integrata attraverso i quali sono state distratte enormi risorse europee agro-ambientali, che di fatto hanno sostenuto e tutt'ora sostengono l'impiego dei pesticidi chimici sintetici, prevedendone il largo uso, senza obblighi di tecniche alternative di tipo "biologico", semplicemente elencate nei disciplinari.
Uno scandalo che ha comportato e comporta enormi ricadute negative sulla salute umana, sottoposta alla pressione di innumerevoli residui chimici, con peggioramento continuo di tutti gli indicatori agro-ambientali (residui nelle acque, api e impollinatori, fertilità dei suoli ed umana, tassi di patologie degenerative, aspettativa di vita sana, ecc).
Come ci ricorda puntualmente la Corte dei Conti UE, nelle sue relazioni sulla spesa agroambientale (N. 3 /2005 e N. 7/2011) e, recentissima, sull'uso sostenibile dei pesticidi.
Pesticidi che contribuiscono drammaticamente alla mutagenesi e teratogenesi di tutte le specie viventi, alterando il "microbiota" intestinale e dei terreni, provocando distruzione ormonale ed emergenza di sempre nuove patologie, disbiotiche, degenerative e infettive.
Allo stesso modo, è necessaria la riconversione biologica progressiva di tutti gli allevamenti intensivi e industriali senza terra, focolai di pericolose infezioni con salti di specie e insostenibili per le ricadute ambientali sui gas serra, il consumo energetico e idrico, la deforestazione, lo spreco di risorse alimentari destinabili altrimenti agli esseri umani. E per i costi delle patologie degenerative e obesità collegati all' eccessivo consumo di alimenti animali.
La riconversione biologica dell'Agricoltura e della Zootecnia rientra nel Diritto Costituzionale tutelato (Art. 3 comma 2 …impegno dello stato per la rimozione degli ostacoli all'orientamento sociale delle attività economiche).
Oltretutto, la riconversione biologica è conveniente per gli agricoltori, nel momento in cui usufruiscono di enormi fondi europei a disposizione per l'agricoltura biologica, per misure agro-climatico-ambientali e per il benessere animale, che compensano i mancati ricavi e i maggiori costi, più un 30% per le azioni collettive territoriali.
Un'azione collettiva Nazionale, come quella che oramai si impone, mettendo in atto tutti gli strumenti a disposizione per la riconversione Agroecologica improcrastinabile, se non vogliamo rischiare l' estinzione Umana di massa.
L'Italia, con le sue eccellenti tradizioni nelle produzioni e trasformazioni agroalimentar i può trascinare tutta l'Europa alla produzione di materie prime e Bio-eccellenze da metter all'asta mondiale della sana alimentazione.
Giuseppe Altieri - galtieri8458@gmail.com
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