giovedì 9 luglio 2020

Dai Falisci al bioregionalismo

Calcata fra le nebbie

Un giorno ho fatto felice Paolo portandogli il primo numero di Bullettin (il giornalino cartaceo del Circolo) di cui non aveva più copie, che lui mi aveva regalato alla fine degli anni ottanta del secolo scorso.

A quei tempi lavoravo a Roma Radio Proletaria (ora Radio Città Aperta) dove conducevo una trasmissione sulla natura, Terre Protette, che parlava in particolar modo di delle attività ecocompatibili nei parchi e nelle riserve naturali. Quindi era doveroso andare a Calcata nel Parco Regionale della Valle del Treja, a conoscere e intervistare Paolo D’Arpini, visitare il Circolo Vegetariano VV.TT. e avere notizie su tutte le molteplici attività che venivano già allora regolarmente proposte.

Paolo D'Arpini a Calcata

Quasi da subito con Paolo nacque una profonda amicizia basata su una reciproca stima e una visione comune su come era possibile vivere in un luogo in sintonia con il territorio e la natura. Come lui anch’io, se pur da meno tempo, avevo abbandonato la città per la campagna e allora come adesso, non era facile trovare persone con cui condividere questa scelta di vita. Quindi se pur vivendo un po’ lontano da Calcata, prima a Palombara Sabina e ora a Moricone (ambedue paesi del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, situati alle falde dei Monti Lucretili a Nord Est di Roma), vi sono tornato spesso, tra l’altro, a presentare le mie attività artistiche e culturali come concerti di musica popolare e di musica ecologista (una volta anche uno spettacolo in una grotta!), presentazioni della mia newsletter Gaia e di libri di poesie e sui parchi e attualmente anche seminari e stage di ceramica sul periodo neolitico definito la Civiltà della Grande Dea, periodo che rappresenta le nostre più profonde radici di popoli europei.


Il gorilla che dorme di Calcata

Insieme a tutto ciò negli ultimi anni con Paolo abbiamo condiviso un progetto ambizioso che è poi allo stesso tempo una filosofia e una pratica di vita. Si tratta del Bioregionalismo, anche definito Ecologia Profonda o semplicemente l'"arte di vivere in un luogo in armonia con la natura", con se stessi e gli altri esseri viventi. La nostra è stata una evoluzione culturale e spirituale del tutto naturale visto che ciascuno a casa sua queste cose le praticava già. Ma insieme al bioregionalismo si è aperta una rete di contatti con persone che in tutta Italia e addirittura in tutto il pianeta aderiscono a questa visione. Questa rete di contatti è in seguito divenuta la Rete Bioregionale Italiana e con Paolo e altre persone della Rete abbiamo pubblicato nel 1997 il libro "La Terra Racconta" (Ed. AAM Terra Nuova) sul bioregionalismo e la realizzazione delle mappe locali come metodo per prendere coscienza del luogo dove ciascuno di noi vive.

Grotte nel tufo 

E allora ecco la riscoperta della Tuscia come area omogenea dal punto di vista naturalistico, storico, culturale, economico, una vera e propria “bioregione antesignana”. Ecco allora i tanti incontri organizzati da Paolo condivisi localmente e non solo, da tantissime persone, per dare dignità a questa proposta anche politica in relazione ad un riordino amministrativo della regione Lazio e regioni limitrofe e allo svincolo dalla sudditanza economica e culturale dalla grande città di Roma.

Le antiche tribù falische che tremila anni fa popolavano questi splendidi luoghi sapevano benissimo integrarsi con il loro territorio, le loro divinità erano benevole e legate alla terra e alle acque, poi tanti secoli di dominio patriarcale sulla società umana e sulla natura hanno quasi fatto dimenticare una certa evoluzione culturale e spirituale di una società paritaria, democratica e ecologica ante litteram che però non è mai del tutto scomparsa e regolarmente riaffiora nel tempo e nei nostri sogni, miti e archetipi.

Stefano Panzarasa 


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