C’è un principio che potrebbe essere
detto sentire la terra,
che la modernità ha implicitamente rifiutato. La dedizione
materialista alla scienza e alla tecnologia crede di non averne
esigenza. Ma si tratta di una blasfemia grave, le cui conseguenze
sono sotto il naso di chiunque apra gli occhi.
Il poeta
Perdere contatto con ciò che sta sotto la
superficie delle forme, delle morali, delle norme, leggi, lauree,
esperienze e consuetudini è perdere la lirica della vita. È
separare se stesso dalla principale, autentica e universale
conoscenza. È riconoscere gli arcani e i simboli, è vedere il
sacro, le dinamiche energetiche. È prendere le distanze dalla
conoscenza antropomorfa, buona per svolgere le faccende della storia,
ma estremamente sconveniente se in essa crediamo ci sia il progresso
evolutivo.
È opportuno relegare a semplice strumento
amministrativo quanto è scritto nei sussidiari, che abbiamo studiato
per diventare qualcuno,
per non restare indietro.
L’esperienza non è trasmissibile. Non c’è
scuola per diventare poeta. C’è però la disponibilità a
riconoscere cosa ci impedisce di esserlo, cioè di vedere le gabbie
concettuali, le infrastrutture culturali che abbiamo scambiato per
verità, che la nostra saccente intelligenza ci fa credere contengano
la conoscenza e riducano l’ignoranza. È un incantesimo dal quale
comunque i meno arroganti – cioè quelli che si identificano con il
proprio nome e cognome, con la propria professione e ruolo –
possono emanciparsi, e ritrovare così la linea della vita.
Il poeta non è, purtroppo, cosa comune. Pochi
vedono i lacci della propria emozione, la sua origine, il modo in cui
la alimentano, le sue imposture. Il poeta è quello che li vede,
riconosce da dove insorgono, dove conducono e banalmente li descrive
con un ricamo.
Un campione
Ci sono individui di tutti i tipi, inclusi
quelli non previsti dallo spettro di cristallo personale. E,
naturalmente, affermazioni di tutti i generi, che sono un valore più
che un inconveniente. Allargano la campionatura e sono implicitamente
una specie di dimostrazione che tutto è già presente e che solo
circostanza permettendo decantano nella realtà materiale, prendono
forma storica.
Ci sono anche quelli che quando gli dici che
dopo il vaccino una quantità di patologie sono in un crescendo
notevole sopra le medie precedenti, comprovate da ricerche, da
medici, da osservatori, da scienziati e poeti ti vengono a chiedere
le prove. Al campione basta essere medico, non deve aggiornarsi e
verificare da solo. Se un medico sente dire che ci sono morti e non
lo sa, se non è un traditore di Ippocrate, sicuramente si mette alla
ricerca e alla verifica. Cosa evidentemente non fatta dal nostro
campione.
Ma le prove di Di Donno e altri non bastavano?
Diversamente da quanto accadeva negli ospedali governativi, a Mantova
le persone entravano malate e uscivano vive. Non bastava come prova
per considerare la cura che aveva trovato? Per rivedere l’impostura
di tachipirina e vigile attesa?
No! Al dato di fatto, si preferivano lo studio, i grafici e le
percentuali di governo.
Si preferivano le veline dell’Oms e del
Ministero della Sanità, nonché le dichiarazioni dei politici, degli
esperti, di Draghi e Mattarella. Loro sì che garantivano il vero. Si
preferivano e si univano alle scomuniche e alle reprimende dei media
contro solo chi avesse qualche domanda da porre. Contro chi dubitasse
se ne valesse la pena di intrugliare bambini e puerpere, giovani e
gestanti.
Molti morti con covid che non erano per covid.
Ora anche i padroni-truffatori dei pensieri dei campioni
lo ammettono. Ma all’epoca ne hanno chiesto le prove? Hanno chiesto
le prove scientifiche per cui erano fortemente sconsigliate le
autopsie?
I campioni che allargano lo spettro
dell’estremità stupida ora vogliono le prove che le patologie e le
morti hanno percentuali riguardevolmente positive, anomale rispetto
al passato. Le pretendono con la medesima arroganza che hanno saputo
dimostrare nel chiudere l’audio alle urla di chi non aveva quei
padroni. Ma non dovrebbe il saggio trovare utile e mettersi in moto
quando l’ultimo ortolano
– qui emblema delle persone poco istruite e per questo di seconda
categoria secondo alcuni – fa una battuta che gli indica una
direzione fino allora insospettata? Il campione pensa che il saggio
gli chieda le prove di quanto il semplice ortolano –
accademicamente inutile – distrattamente afferma. Mentre il poeta
ha colto quanto le università neppure sanno esista.
Ne troverebbe di prove, ne avrebbe in grande
quantità, di elementi per rivedere il proprio pensiero
sull’innocenza dei vaccini rispetto al crescente numero di effetti
avversi esiziali e mortali. Ma lui, il campione, non li cerca. Il
campione segue la dottrina, dovesse anche crocifiggere Ippocrate. E
se li trova, beh, non c’è problema alcuno per restare fermi, forti
del popolo di maggioranza che si comporta come lui. Basta
squalificare la fonte che li riferisce. Uno di quei campioni –
testuale – ha classificato quelle fonti con l’appellativo gossip.
Forse più che un campione è un fuoriclasse.
Poi, il giorno
dopo l’annosa denuncia dei
“complottisti-terrapiattisti-brigatisti che muoiano tra dolori
lancinanti”, arrivano il Telegraph (1) e il Bmj (2). Sul British
Medical Journal Public Health, gli autori della Vrije
Universiteit di Amsterdam hanno scritto: “Sebbene i vaccini
Covid-19 siano stati forniti per proteggere i civili dalla morbilità
e dalla mortalità causate dal virus Covid-19, sono stati documentati
anche eventi avversi sospetti”.
“Sia i professionisti del settore medico che
i cittadini hanno segnalato a vari database ufficiali del mondo
occidentale gravi lesioni e decessi in seguito a vaccinazioni”.
Prima vuole la documentazione, poi, se non gli
garba, la chiama gossip. E ora, come definirà lo studio
dell’università olandese? Che dirà del medico americano McCormick
che in Congresso ha messo in croce Fauci e con lui la pletorica
moltitudine di medici allineati alle veline di governo? (3) Dirà che
RadioRadio fa gossip, come altri della sua risma hanno più volte
affermato? Anche McCormick era in reparto e ha visto morire, ma
intanto non smetteva di pensare. E lo dirà sempre, a vedere come
finora non ha modificato di un solo punto la sua linea che lui chiama
scientifica (4).
Per non parlare del ritiro dell’intruglio di
Astrazeneca in Regno Unito. Un fatto segreto ai divanisti. La
fabbrica farmaceutica ha dovuto pagare risarcimenti consistenti a chi
ha personalmente accusato le menzogne del vaccino. E quando il
tribunale ha chiesto la documentazione sui vari test preventivamente
eseguiti, la fabbrica ha ritirato dal mercato la sua merce,
esimendosi così dall’obbligo di fornirla (2). Ora si risponda
(rispondi) alla domanda: al campione senza contatto con le evidenze,
la questione britannica interessa o no?
Come ai due carabinieri, non interessa nulla
che non sia nero su bianco. Quindi non gli interessa chiedere scusa,
né dire “ora sono soddisfatto, è possibile che i vaccini si
celino dietro i crescenti affetti avversi che innalzano la media
delle patologie”. Non ci pensa nemmeno. Non perché non creda
neppure all’evidenza pronunciata da qualcuno che lui considera non
fonte gossip, ma perché dovrebbe rivedere tutto se stesso. Invece
che darsi del coglione, seguita a dare ragione a chi voleva veder
morire i cosiddetti – da loro – novax tra spasmi atroci, a chi li
voleva lasciar fuori dal pronto soccorso. Sono questi i ritornelli
dei filogovernativi.
Adesso che la truffa dovrebbe essere chiara
anche ai campioni, che prove vogliono? Vogliono la velina sulla quale
leggere che devono delle scuse, che gli riveli quello che era
evidenza per poeti e complottisti? Può darsi. Lo spettro è così
ampio che escludere qualcosa è inopportuno. Ma invece di attendere
la velina giusta, dovrebbero fare una colletta per rimpinguare i
danni materiali e morali che il loro scellerato comportamento ha
inflitto a persone che semplicemente la pensavano diversamente. Viene
in mente il fascismo e il nazismo? Anche a me.
O, prima di fare ammenda, vogliono le prove che
ci siano persone rimaste senza stipendio, che hanno chiuso le
attività, che si sono suicidate, che sono morte uccise dal verbo
governativo?
O forse, vogliono le prove che Montagnier non
era un “rincoglionito”, che iniettare le donne incinta e i
bambini è stata una porcata da radiazione.
Ma hanno chiesto le prove a Draghi per il suo
madornale “Non ti vaccini- ti ammali-muori”? Certo no! Non le
vogliono, preferivano deridere Rivera dal divano, come Vespa, un loro
esponente di spicco in quanto a veline governative, ha fatto in
diretta nazionale (5). Non vogliono sapere perché l’Ordine dei
Giornalisti del Lazio ha insabbiato un esposto contro quel
giornalista da prima serata e grandi ascolti, che lo accusava di
disinformazione. E perché mai dovrebbero indignarsi, i campioni:
primo, hanno perso il contatto; secondo, nessuna velina ha fornito
loro le prove delle menzogne di Vespa.
Ma le vogliono quando gli dici che le patologie
sono in crescita e i morti causa intruglio ci sono, eccome, e in
percentuali ragguardevoli. Basterebbe evitare i giornalacci, le tv
unificate, i dj di strascico governativo-scientista per trovarle.
Basterebbe staccarsi dal divano per venire sommersi da tutte le prove
che pretendono.
Contatto perduto
Quando ci si astrae dall’osservazione, quando
ci si affida alla norma o a qualcuno, quando si chiude l’ascolto
nei confronti di tutti gli ortolani
il contatto è perduto. Il legame con il profondo è rescisso per far
posto alla conoscenza di superficie, a quella autoreferenzialmente
autenticata. Niente di peggio per gli uomini, singolarmente presi e
socialmente raccolti. Niente di peggio per la politica, l’educazione
e i valori. Basta girare la testa, anche dal divano, dalla tv alla
finestra sul mondo, sulla politica, sulla sanità, sull’occupazione,
sulla povertà, sul controllo, sulla falsità del capitalismo
sostenibile e sulla vergogna del politicamente corretto, sul
femminismo senza senso se non materialisticamente inteso, sulla Nato,
sulla Ue, per osservare dove la cultura della scienza, degli esperti,
della specializzazione ci ha portati. Tutto, anche il divano, sta
precipitando, ma gli incantatori alla Vespa dicono che va tutto bene.
O sono il solo ad avere amici e parenti menomati, operati, offesi da
patologie post-intruglio? Il solo a constatare che, ai conoscenti
ammalati di recente, afflitti da mali legate alla circolazione e al
cuore, nessun medico ha fatto loro presente che il vaccino potrebbe
essere la causa prima o scatenante?
Perdere il contatto fa credere che una
dimostrazione, un fatto razionale, possa incidere sull’emozione che
la rifiuta, quella che, come un ventriloquo, dà la voce al campione.
Siamo allo zero della conoscenza. Un inconsapevole atto di fede
emozionale non è scalfibile da alcun argomento razionale. Ma che lo
sto’ a dire. Il campione non vede che la superficie, non gli si può
chiedere di andare in profondità. Non sospetta che oltre a quanto
crede ci sia dell’altro.
Altri campioni
Ne è campione da tempo, da quando ripeteva le
parole di Draghi sul vaccino, da quando minacciava il sentire altrui
con il moralismo che vaccinarsi era un dovere civico per il bene di
tutti. È lui il primo della lista che recentemente è riuscito in
uno strike imprevisto da chiunque, ben oltre lo spettro più
distopico che si potesse, non dico immaginare, ma ipotizzare. È
riuscito, per esempio, il presidente della nostra Repubblica, a dire
di andare a votare per garantire la sovranità europea (6). Orwell,
oltre a rigirarsi nella tomba, si sentirà costretto a fare chapeau a
tanta inventiva distopica. Se il contatto perso con l’origine viene
affermato da un presidente, tutti i benpensanti divanisti e
atlantici, forse, stavolta avranno di che sospettare qualcosa in
merito alla buona politica di cui siamo e saremo schiavi, nonché
vittime sacrificali. O, anche stavolta, vorranno le prove?
È perso il contatto quando il campione dà
mandato sovrano a una legge che cancella l’ordine della vita. Come
altro pensare in merito alle checche che non gli basta essere uomini,
che si sentono in diritto di sovvertire la natura? Che male c’è a
essere checche e basta? (7) Se si colpevolizza chi è come è, si
perpetuerà il potere a qualche legislatore senza contatto con la
vita che potrà colpevolizzare chiunque non sia di suo gradimento,
che potrà disporre della vita delle persone ancor più di quanto già
non stia facendo, che compirà scelte via via più sideralmente
lontane dall’umano e dalla vita di cui siamo espressione.
Ci saranno medici condotti che derideranno i
loro omologhi antenati che correvano al cospetto di chi li chiamava.
Ci sarà chi continuerà a celebrare la tecnologia – in questo caso
gps, superstrade e autostrade – senza vedere tutta la conoscenza
perduta di sé e della cultura che sta attraversando, della geografia
e delle stagioni, doni offertigli da una via che segue il terreno,
che non lo sfonda, non lo buca. Dal divano, vuole le prove che sia
così, come qualche stupido dedito al gossip, sostiene. Dal divano,
non vede l’evidenza che la terra e il cosmo sono maestri e sono
noi. L’astrazione delle sue regole e delle sue leggi sono
l’incantesimo in cui nuota, sereno di non avere torto perché “era
in corsia e ha visto gli altri morire”.
Il contatto col divano è ora più forte di
quello dell’infinito. Viva Canzonissima e la settimana bianca.
A chi fosse sfuggito
La perdita del contatto fa ritenere di aver
esaurito la conoscenza, fa credere si possano chiudere i battenti e
ritirare baracche e burattini nel nostro bel giardinetto, tutto
curato e ordinato. La perdita di contatto arriva al punto di dire:
“Certe affermazioni [che morti e patologie post vaccinali sono in
crescendo. NdA] apodittiche nel mio campo di studi e professionale
[si tratta di un medico. NdA] non si fanno senza uno straccio di
evidenza. Punto”. Cose così, con tanto di punto fermo finale,
giusto per ribadire con baronica modalità chi è nel vero e chi no
e, soprattutto, che la discussione è chiusa. Punto finale che già
basta a dire tutto su chi lo impiega (8).
Eppure basterebbe osservare, per trovare in sé
il genio del ridicolo. Osservare, per esempio, che quando si perde la
relazione con il terreno i rischi di inconveniente si alzano, anche
se quel sentiero, quella via o quella strada, la si è già percorsa.
Le cose cambiano tranne che nella testa del campione.
Chi perde la relazione con il terreno ha perso
tutto, tranne il pugno di mosche degli articoli, dei commi e delle
postille e, naturalmente, delle veline.
Restare in relazione con il terreno è eludere
il rischio di rimanere invischiati nei regolamenti, nelle morali, nei
dogmi. È non vedere l’informe arcano prendere forma, è non
riconoscere il valore del simbolico, è sostenere che non è vero che
quello è il gabinetto degli uomini (9), perché gli uomini hanno la
testa attaccata al corpo, gli occhi, le orecchie, il naso e la bocca.
Quando si perde la relazione con il terreno si
pretende la misurazione di quanto è banalmente osservabile. Chi non
ha relazione col terreno, chi non ha contatto con l’evidenza, per
evitare una buca pretende i calcoli tangenziali, se no non si
permette di evitarla. Chi ha perso il contatto ha perso se stesso.
Ma il potere della consuetudine è forte,
quando si perde di vista il terreno che l’ha creata e la sua
implicita autoreferenzialità. Cancella il resto del mondo, ci offre
il diritto di difenderla costi quel che costi, essa siamo noi, per
essa possiamo arrivare a tutto, fino ad affermare luoghi comuni come
verità universali. Un’eventualità probabile senza indipendenza di
pensiero.
Il campione, nonostante la monumentale quantità
di repliche che lo accompagnano, è anche un fuoriclasse. Vuole le
prove che Putin ha reagito per legittima difesa, dell’accerchiamento
e del tentativo di balcanizzazione della Russia, cioè del suo
annientamento e sottomissione all’egemonia americana, non ha
notizia di tutto ciò, la Meloni non gliel’ha detto, e se qualcosa
gli è giunto all’orecchio, ci risiamo, si tratta di fonti fuffa
(10).
E che dire del rogo di Odessa? Tranquilli –
dice fiero – l’Onu ha detto che i nazisti ucraini non ne sono
responsabili, che i 42 arsi vivi si trovavano fortuitamente
all’interno dell’edificio della Casa dei Sindacati in fiamme, che
non stavano mica cercando di mettersi in salvo dall’attacco
filo-golpista.
Davanti alla mia faccia allibita per la non
reazione degli italiani per le parole di Draghi “non ti vaccini-ti
ammali-muori”, un campione mondiale assoluto mi ha detto sorridendo
che “era solo uno slogan”. Nessun contatto.
Ciliegina. (11)
Lorenzo Merlo
Note
1
https://www.telegraph.co.uk/news/2024/06/04/covid-vaccines-may-have-helped-fuel-rise-in-excess-deaths/
2
https://www.byoblu.com/2024/06/05/eccesso-di-mortalita-dopo-divieti-e-vaccini-covid/
3 https://www.youtube.com/watch?v=O3fpAn343-U
4
https://comedonchisciotte.org/tirare-dritto-fregandosene-di-ogni-evidenza/
5 https://www.youtube.com/watch?v=6UYRAXiSUPU
6
https://www.ereticamente.net/mattarella-la-sovranita-e-leuropa-di-ventotene-roberto-pecchioli/
-
https://www.ilpensieroforte.it/dibattiti/mattarella-la-sovranita-e-leuropa-di-ventotene/
7
https://www.linterferenza.info/lettere/io-andre-omosessuale-e-comunista-contro-llgbtq/
8 https://gognablog.sherpa-gate.com/il-giro-del-fumo/
- Commento no. 7, ma molto pertinente anche il no. 6 di
https://gognablog.sherpa-gate.com/colonialismo-linguistico/comment-page-1/#comment-119431
9
https://pixabay.com/it/vectors/gabinetto-uomini-uomo-umano-bagno-99039/
10
https://www.controinformazione.info/lex-ministro-degli-esteri-austriaco-kneissl-conferma-i-piani-delloccidente-di-dividere-la-russia/
11
https://comedonchisciotte.org/tirare-dritto-fregandosene-di-ogni-evidenza/